Big Babol, cavalli lenti, serpenti giganti, ragazze scintillanti e offerte da non poter rifiutare nella nostra selezione sulle migliori serie-tv tratte dai libri viste a Maggio 2022

Ogni mese, le principali piattaforme streaming aggiungono una miriade di serie televisive di nuova acquisizione (o semplicemente nuove) nei loro cataloghi in continuo aggiornamento. Quindi cosa dovresti guardare? Beh, quello che vuoi, ovviamente, ma il nome di questo sito è Librangolo, e quello di questa rubrica è Libri in TV, per cui qui troverai solo consigli televisivi sulle nuove serie-tv tratte o ispitate dai libri.

A tal fine, dopo la nostra classifica sulle 5 migliori serie-tv letterarie che (forse) non hai visto, torniamo a distanza di qualche settimana con una nuova selezione delle (ancora 5) migliori nuove serie-tv che sicuramente dovresti vedere (o anche evitare…) tra quelle già pubblicate (e non sempre per intero…) sui servizi di streaming nel mese di Maggio 2022.

Buona lettura e buona visione.

SERIE-TV TRATTE DAI LIBRI

MAGGIO 2022

BANG BANG BABY (2022-in corso)

Trasmissione originale: Amazon Prime

Trasmissione italiana: Amazon Prime 

Disponibile dal 28 aprile 2022

IL LIBRO
lìintoccabile-marisa-merico-copertina-libro

L’INTOCCABILE (MAFIA PRINCESS)

  • Autore: Marisa Merico
  • Editore: Sperling & Kupfer
  • Data di pubblicazione: 15 aprile 2010
  • Pubblicato in Italia: 10 maggio 2022
  • Pagine: 336
  • Prezzo: 18,90 €

SINOSSI LIBRO: Marisa Merico è un’adolescente quando nel 1988 lascia sua madre e la Gran Bretagna per raggiungere il padre in Italia. Emilio Di Giovine è uno dei padrini mafiosi più famosi e spietati di quel periodo, ma per sua figlia è l’uomo più amorevole, sofisticato e potente del mondo. Arrivata a Milano, la giovane non ha idea di essere piombata nel cuore di un impero fatto di droga, armi e riciclaggio di denaro. Marisa sa che suo padre farebbe qualsiasi cosa per lei, ma non si aspetta quanto lui le chiederà in cambio. All’inizio Emilio la protegge dalle operazioni di famiglia e la sommerge di attenzioni e regali. Ma presto la tentazione di trasformarla in una nuova recluta prende il sopravvento e Marisa viene trascinata sempre più a fondo nel regime sinistro e brutale del clan, assistendo a cose di cui ha troppa paura per crederle vere. Quando decide di fuggire con un fidato affiliato del clan, suo padre decide che è pronta per essere iniziata alla vera natura dell’azienda di famiglia. Ambientato in una Milano livida e feroce, ritratto di un mondo arcaico, spietato, profumato di soldi e potere, un viaggio sconvolgente nel pozzo nero della ‘ndrangheta – dal pestaggio di chi ha «osato» parlare a una donna, alla corruzione di giudici e polizia – ripercorso con gli occhi di una protagonista. 

DAL LIBRO ALLA SERIE-TV

L’amore è bastardo. Ti fa sentire speciale. Ma quando abbassi la guardia ti colpisce.

Alice

addicted di Big Babol e serie-tv

bang-bang-baby-serie-amazon
  • Titolo: Bang Bang Baby
  • Produzione: Italia
  • Anno: 2022–in corso
  • Stagioni: 1
  • Puntate: 10
  • Sigla: Bang Bang Baby Theme di Santi Pulvirenti
  • Basato su: L’intoccabile di Marisa Merico
  • Creato da: Andrea Di Stefano
  • Cast: Anna Becheroni (Alice); Adriano Giannini (Santo Barone); Dora Romano (Nonna Lina); Lucia Mascino (Gabriella Gianmatteo); Antonio Gerardi (Nereo); Denise Capezza (Giuseppina); Giuseppe De Domenico (Rocco)
  • Genere: Drammatico, Adolescenziale, Grottesco

Titolo di cui bisogna necessariamente tornare a parlare – dopo avere già segnalato (nella consueta lista di nuovi libri in uscita d’inizio mese), la nuova edizione de “L’Intoccabile” di Marisa Merico, da cui la serie è tratta – perchè la successiva visione dell’adattamento televisivo che, dopo un primo passaggio a Cannes, è stato reso disponibile dal 28 aprile su Prime (in più di 240 paesi), è andata ben oltre le mie ben più modeste aspettative.

Convinto di ritrovarmi la solita serie sulla mafia (filone di cui tra l’altro sono un discreto habituè, ma che appunto dopo i vari Gomorra, Romanzo Criminale, Capi dei capi et simila… mi sembrava non avesse più molto altro da aggiungere), la vera sorpresa, che ne ha decretato, nel mio caso, l’immediato colpo di fulmine, è tutta nel modo assai originale (per i canoni italiani), in cui la storia viene raccontata.

marisa-merico-ritratto-di-famiglia

Marisa Merico in un singolare ritratto di famiglia

Una storia tra l’altro non del tutto nuova, visto che la vita di Marisa Merico (figlia di Emilio Di Giovine e nipote della terribile Maria Serraino, prima matrona di una cosca reggina di ‘ndrangheta originaria di Cardeto), oltre che nella già citata autobiografia, era già stata raccontata anche in Lady ‘Ndrangheta, documentario del 2015 di Beatrice Borromeo. Anche se è soprattutto in Inghilterra, dove la Merico si trasferì da piccola e dove, dopo aver scontato 3 anni di reclusione per riciclaggio, tutt’ora vive (della sua moderna professione di criminologa), che l’autrice di Mafia Princess ha raggiunto una certa notorietà grazie a giornali, riviste, true-crime podcast e interviste varie.

L’elemento del tutto nuovo, dicevamo, e quasi di rottura, è invece l’approccio scelto dall’assai promettente creatore della serie Andra Di Stefano per raccontare una storia, certamente già vista, ma che qui viene abilmente rivisitata grazie ad un mix esplosivo di vari generi – crime, (teen)drama e commedia (nera) – unito al citazionismo più spinto e consapevole (a partire dal manifesto promozionale preso paro paro dalla quinta stagione di Sons of Anarchy).

Narrativamente, saremmo infatti dalle parti di Quei bravi ragazzi, che in queste righe mi piace ricordare a pochi giorni dalla prematura scomparsa all’età di 67 anni di quel Ray Liotta che, proprio grazie all’eccitante ed eccitata interpretazione di Henry Hill, otteneva la meritata notorietà. Come nel film di Scorsese (tratto a sua volta dal romanzo di Nicholas Pileggi), anche in Bang Bang Baby abbiamo una protagonista, ripresa in età adolescenziale, che messa di fronte ad un realtà molto diversa da quella ben più modesta in cui è cresciuta, ne subisce la fascinazione fino al punto da venirne coinvolta, per propria scelta, e non perchè davvero costretta, in prima persona.

La via scelta per raccontare questa discesa agli inferi non è però quella del racconto antropologico/documentaristico di una cerchia ristretta (il mondo criminale) o di un’epoca (la Milano da bere), bensì quella assai più dissacrante, anche dal punto di vista estetico-visivo, già usata da Roberta Torre per raccontare/perculare la mafia in Tano da Morire – solo uno dei tanti titoli che mi vengono in mente (gli autori citano tra i loro riferimenti anche i Coen, Tarantino, David Lynch, Sorrentino – tanto Sorrentino – o persino Nicolas Winding Refn) – per spiegare come il repentino cambio di registro, da dramma a commedia, qui non si consumi solo all’interno della storia, ma anche delle singole puntate – ognuna introdotta o caratterizzata da un preciso riferimento pop-culturale.

Ricordiamo infatti che siamo a Milano nel 1986, con l’immaginario di ogni ragazzo di quel periodo, compreso quello della 16enne Alice (ovvio alter-ego di Marisa Merico), non molto diverso da quello dei millenials di oggi e che, ad eccezione dei social, è fatto di telefilm, cartoni animati, pubblicità e videogiochi, a rappresentare il filtro, o meglio la lente d’ingrandimento con cui leggere la realtà che la circonda, e che dal momento in cui scopre che il padre che credeva morto è vivo e vegeto, nonchè un boss della mala calabrese di stanza a Milano, diventa per lei (e per noi) sempre più mutevole.

Ecco quindi come Alice non più nel Paese delle Meraviglie possa via via autoproiettarsi nella ragazza pistolera della pubblicità della Big Babol (quella dove la ragazzina nel west spaventava i cattivoni facendo esplodere enormi palloni e lo speaker diceva “Spara, non si appiccica, si ricarica”); in una delle protagoniste/spettatrici di “Casa Barone”, parodia di tutte le sit-com rassicuranti sulla famiglia come “Casa Keaton” che andavano in onda in quel periodo; o ancora in una passeggera in balìa del destino in un rocambolesco inseguimento tra auto negli onirici labirinti di un quadro/livello di Pac-man.

Citazioni e riferimenti pop a go-go che non si fermano ai singoli temi di puntata, ma che vediamo distribuiti sapientemente anche nelle scelte musicali (su tutte, “Call Me” di Blondie, colonna sonora di American Gigolo), così come nella costruzione dei caratteri dei singoli personaggi quali Nereo Farraù, dell’ormai navigato Antonio Gerardi, talmente bravo da convincere anche noi di essere un sosia di George Michael.

A questo proposito, impossibile non citare anche l’apprezzabilissimo lavoro svolto dal resto del cast: la promettente 17enne Arianna Bacheroni nel ruolo della protagonista Alice, che per una volta non fa rimpiangere le più talentuose ed euforiche attrici teenager americane; Adriano Giannini che, non sarà Gian Maria Volontè, ma neanche Raul Bova, riuscendo a calarsi perfettamente nel dialetto calabrese di Santo Barone; anche se, bisogna dirlo, a svettare su tutti è Dora Romano – già vista in tempi recenti nel ruolo della maestra Oliviero ne L’amica geniale, ma soprattutto nei panni (di pelliccia) della signora nullaffatto Gentile di È stata la mano di Dio (sempre Sorrentino) – che qui, grazie al ruolo di donna Lina, alias Nonna Eroina, riesce davvero a tenere in scacco lo spettatore che voglia dare una chance a questo inusuale ma riuscitissimo affresco di Famiglia.

Nel caso in cui anche voi decidiate di essere tra questi, sappiate di poter contare su un vantaggio non indifferente, visto che dopo i primi 5 episodi rilasciati il 28 aprile, non vi toccherà aspettare più di un mese per vedere la seconda parte dei restanti episodi (6-10), originariamente programmati per il 19 maggio, poi misteriosamente rinviati al 26 maggio, ed infine resi disponibili solo a partire da oggi 31 Maggio e che quindi potrete anche scorpacciarvi tutti insieme, fortunelli…

SLOW HORSES (2022-IN CORSO)

Trasmissione originale: Apple TV | Trasmissione italiana: Apple TV | Dal 1 aprile al 29 aprile 2022

SLOW HORSES – SERIE “SLOUGH HOUSE”
LA SERIE SLOUGH HOUSE: Slow Horses si basa sul romanzo omonimo del 2010 scritto dal britannico Mick Herron, in Italia pubblicato con il titolo Un covo di bastardi, primo di una serie da oltre 250.000 copie vendute in Inghilterra, vincitrice del più ambito premio internazionale in ambito giallo – il CWA Dagger Award – definito dal Daily Telegraph “una delle venti migliori spy story di tutti i tempi”.

Al momento dell’uscita dell’adattamento su Apple Tv (2022), la serie dedicata a Jackson Lamb conta 11 pubblicazioni tra romanzi (8) – di cui soloi primi 2 tradotti in italiano – e brevi novelle (3). Queste ultime comprendono The List (2015), uscita tra il secondo ed il terzo libro; The Drop (2018) tra quinto e sesto libro; e The Catch (2020) tra sesto e settimo libro.

DAL LIBRO ALLA SERIE-TV

Metà del futuro è sepolto nel passato. Questa era la cultura prevalente nell’agenzia.
Jackson Lamb

Direttore de "Il Pantano"

slow-horses-serie-apple
  • Titolo: Slow Horses
  • Produzione: Stati Uniti/Regno Unito
  • Anno: 2022-in corso
  • Stagioni: 1
  • Episodi: 6(+6)
  • Sigla: Strange game di Mick Jagger
  • Basato su: Un covo di bastardi di Mick Herron
  • Creato da: Will Smith
  • Cast: Gary Oldman (Jackson Lamb); Jack Lowden: River Cartwright; Kristin Scott Thomas (Diana Taverner); Saskia Reeves (Catherine Standish); Olivia Cooke (Sidonie “Sid” Baker); Dustin Demri-Burns (Min Harper); Rosalind Eleazar (Louisa Guy); Paul Higgins (Struan Loy); Christopher Chung (Roddy Ho); Steven Waddington (Jed Moody); Jonathan Pryce (David Cartwright)
  • Genere: Spionaggio, Thriller

Il “Pantano” o Casa del Pantano, dall’originale Slough House, è un famigerato dipartimento dell’MI5 (Military Intelligence, Sezione 5, ovvero la versione inglese della CIA): male ubicata, male illuminata e male odorante. Non è il peggior bar di Caracas (anche perchè siamo a Londra), ma poco ci manca.

Ed è in questa sorta di tugurio che finiscono “impantanati” gli Slow Horses del titolo, i cavalli lenti, i brocchi: agenti colpevoli di fallimenti, cattiva condotta, semplice mediocrità o niente di tutto questo…

jackson-lamb-gary-oldman-slow-horses

Gary Oldman è Jackson Lamb in “Slow Horses” – Apple TV

Ma il pantano, inteso come situazione imbrogliata o moralmente equivoca, è anche quello che sembra padroneggiare alla grande l’irascibile quanto sgradevole (e ovviamente geniale) capo della sotto-sezione Jackson Lamb (un grandissimo Gary Oldman, al suo primo importante ruolo televisivo, se si esclude un cameo in Friends), agente dall’esperienza trentennale sul campo, naturalmente nostalgicio dei bei tempi andati, nonchè l’unico a cui la sede del Pantano, sembra invece calzare come un guanto.

Di tutt’altro avviso e motivazione sono invece i suoi sottoposti, o come li chiama lui amorevolmente gli sfigati buoni a nulla, assai desiderosi di tornare in fretta al Parco, come questi ricordano la sede principale del MI5 da cui sono stati estromessi, a partire da River Cartwright (Jack Lowden, Dunkirk), ultimo in ordine di tempo ad essere stato esiliato in questa sorta di purgatorio dopo una missione di addestramento andata terribilmente male e pubblicamente imbarazzante.

L’occasione per redimersi (oltre per prendersi una rivincita nei confronti di chi, nell’MI5, li guarda con ironia e disprezzo), viene loro offerta da un caso che sta suscitando un certo clamore mediatico in Gran Bretagna: l’annunciata decapitazione di uno stand up comedian (nipote di un pezzo grosso pakistano), ad opera dei Figli di Albione, un gruppo di estrema destra, che tiene il ragazzo sotto sequestro nello scantinato di un anonimo appartamento londinese (il “Covo di bastardi” a cui fa riferimento il titolo italiano del primo romanzo), che potrebbe ricordare l’altro covo di agenti sulle loro tracce.

kristin-scott-thomas-diana-taverner-slow-horses

Kristin Scott Thomas è la direttrice dell’MI5 Diana Taverner

Che non siamo dalle parti del solito telefilm di (contro)spionaggio lo si capisce già dai titoli di testa accompagnati dal rockeggiante Strange Game di Mick Jagger (primo lavoro televisivo anche per la rockstar inglese), oltre che dall’eccellenza del cast creativo che vede al timone Will Smith (non l’attore, ma l’omonimo creatore televisivo del pluripremiato Veep) e Graham Yost di Justified e The Americans, come co-produttore esecutivo, a cui viene affidato il compito di ben amalgamare un cast internazionale. Oltre al già citato Gary Oldman, anche la pluricandidata agli Oscar Kristin Scott Thomas (L’ora più buia) nel ruolo di Diana Taverner, l’ambigua dirigente dell’MI5, senza naturalmente dimenticare l’altro candidato all’Oscar Jonathan Pryce (I due Papi).

Stra-consigliatissimo agli amanti di spionaggio e commedia nera, che con questa serie, potrebbero davvero aver trovato il loro nuovo titolo di riferimento, anche perchè vista l’abbondanza di materiale già scritto da Mick Herron, è lecito aspettarsi ed augurararsi diverse stagioni in cantiere.

A questo proposito, è forse bene chiarire che sebbene questi primi 6 episodi già trasmessi siano erroneamente considerati la prima stagione, in realtà questa è composta da 12 episodi, che raccontano gli eventi dei primi 2 romanzi (gli unici pubblicati in Italia). Questa seconda parte di episodi (1×07-12) è comunque già stata confermata e girata (come si può anche vedere dal trailer che parte alla fine della sesta puntata). Non sappiamo ancora quando verranno rilasciati, ma ne sentiremo sicuramente parlare…

SHINING GIRLS (2022-in corso)

Trasmissione originale: Apple TV dal 29 aprile 2022 | Trasmissione italiana: Apple TV

SHINING GIRLS – IL LIBRO
shining-girls-lauren-beukes-libro

SHINING GIRLS. RAGAZZE ECCELLENTI

  • Autore: Lauren Beukes
  • Traduttore: Seba Pezzani
  • Editore: Fanucci Editore
  • Data di pubblicazione: 15 aprile 2013
  • Pubblicato in Italia: 1 giugno 2022
  • Pagine: 464
  • Prezzo: 15,20 €

SINOSSI LIBRO: Chicago, 1931. Prima di trovare la Casa, Harper Curtis era uno dei tanti vagabondi in una città schiacciata dalla Depressione. Poi una voce lo attira in quella che sembra solo una villa in rovina, e la sua vita cambia per sempre. Le porte della Casa permettono di viaggiare nel tempo e lui comincia ad assaporare le meraviglie del futuro. Ma Harper Curtis è anche un uomo violento e crudele, un sadico, e a farne le spese sono giovani donne, forti, indipendenti e ricche di talento. Come un cacciatore, Harper le insegue attraverso le epoche, scovandole da bambine e tornando a ucciderle quando sono al culmine del loro splendore. Incarna l’assassino perfetto, non può essere scoperto né fermato.

Chicago, 1992. Kirby Mazrachi ha imparato bene la lezione da quando è stata assalita ed è sopravvissuta per miracolo. Il suo aggressore non è mai stato identificato. Nonostante il trauma emotivo, ha deciso che non vuole rimanere una vittima: l’unico modo per farlo è trovare chi l’ha aggredita e fermarlo. Il suo unico alleato è Dan, il giornalista che ha seguito il suo caso. Lentamente, Kirby si rende conto che l’uomo a cui sta dando la caccia non è un semplice maniaco. Molte, troppe ragazze sono state uccise a Chicago. E ogni volta sulla scena del delitto sono stati trovati oggetti che non hanno una spiegazione. Come può Kirby trovare e catturare un uomo che non esiste?

DAL LIBRO ALLA SERIE-TV

Non è colpa mia, dolcezza. Non dovresti splendere. Non dovresti costringermi a fare questo.
Harper Curis

viaggiatore

shining-girls-serie-apple
  • Titolo: Shining Girls
  • Produzione: Stati Uniti
  • Anno: 2022-in corso
  • Stagioni: 1
  • Episodi: 8
  • Sigla: Playground di Claudia Sarne
  • Basato su: Shining girls di Lauren Beukes
  • Creato da: Silka Luisa
  • Cast: Elisabeth Moss (Kirby Mazrachi); Wagner Moura (Dan Velazquez); Phillipa Soo (Jin-Sook); Chris Chalk (Marcus); Amy Brenneman (Rachel); Jamie Bell (Harper Curtis)
  • Genere: Thriller, Drammatico, Fantasy

Quella del serial-killer che viaggia nel tempo, francamente mi mancava! Che riassunta così potrebbe pure sembrare una mezza boiata, salvo poi leggere i nomi coinvolti nel progetto (Leo Di Caprio alla produzione, Michelle MacLaren alle regia), e soprattutto vedere i primi 3 episodi (resi disponibili dal 29 aprile, poi solo 1 a settimana), per capire come la serie Apple, ormai sempre più sinomimo di qualità, abbia tutte le carte in regola per incuriosire e naturalmente conquistare anche lo spettatore più scettico.

Partiamo intanto dal libro da cui la serie è tratta, per capire come la creatrice Silka Luisa non si sia limitata ad adattare il buon materiale di partenza. Se nel romanzo di Lauren Beukes, la storia veniva raccontata dal punto di vista di ciascuna delle 9 vittime (compresa l’unica sopravvisuta) del killer che viene dal passato, qui la storia viene mediata solo attraverso gli occhi e la memoria (come vedremo un po’ labile) di Kirby Mazrachi. Una scelta di produzione quasi obbligata, quando hai Elizabeth Moss resasi disponibile tra una stagione e l’altra di Handmaid’s Tale, ma che risulta vincente anche dal punto di vista creativo, visto che lo spettatore si troverà ben presto catapultato, o meglio calato, nella sua realtà, che vedremo essere tutt’altro che lineare, col rischio, soprattutto all’inizio, di non capirci quasi niente…

Andiamo quindi con ordine, proposito non sempre facile quando una storia si svolge su diversi piani temporali. E il primo è quello raccontato nel teaser prima della sigla, ambientato a Chicago nel 1964, quando Kirby che non si chiamava ancora Kirby, viene avvicinata, ancora bambina, sulla scalinata di casa da un individuo che sembra conoscerla meglio di quanto lei conosca sè stessa. Una scena a dire il vero assai inquietante, ma che per fortuna si risolve con un pony alato che l’uomo le lascia in regalo prima di andar via.

Ma come direbbe Lucarelli, dimentichiamoci di Billy Elliott per il momento, tanto ci torneremo dopo. E passiamo al presente, che nella serie è il 1992. Siamo sempre a Chicago, con il pony alato che adesso si trova sul comodino della stanza di Kirby, che abbiamo detto non si chiama Kirby, e non è più una bambina, anche se annota pensieri su un diario, tipo il nome della madre Rachel con cui vive (una sotto-utilizzata Amy Brenneman, The Leftovers) o quello della propria gatta.

Forse non è un caso che sia finita a fare l’archivista presso il Chicago SunTimes, testata per la quale avrebbe preferito scrivere come giornalista, se qualche anno prima non fosse stata mortalmente aggredita da un uomo (ve l’avevo detto che tornava…), che l’ha lasciata viva per miracolo, costringendola a cambiare nome per non farsi rintracciare (povera ingenua!) e incasinadole parecchio l’esistenza.

wagner-maura-dan-velazquez-shining-girls

Wagner Maura è Dan velazquez in “Shining Girls” [Apple TV+]

La scoperta di un recente omicidio che rispecchia le dinamiche del suo caso, e come vedremo in seguito, anche di molti altri, è l’occasione per riprendere in mano la sua vita. Inizia quindi a collaborare come fonte con il tormentato giornalista Dan Velazquez (l’attore brasiliano Wagner Moura che, senza i baffi e le guancie paffute di Pablo Escobar di “Narcos”, farete fatica a riconoscere) per scoprire identità e motivazioni del suo aggressore a cui risulta legata a doppio filo da un destino molto particolare, e che ha a che fare proprio con le continue alterazioni di vita di cui è vittima.

Sì perchè, come lo spettatore avrà già capito, le annotazioni sul diario, servono a Kirby per aiutarla a ricomporre il puzzle della propria vita ogni qualvolta si trova catapultata in una realtà parallela fino a un attimo pima a lei sconosciuta. Quello che invece non sarà facile capire è perchè questo le accada e come potrà Kirby fermare il killer a cui piace uccidere facile, visto che risulta sempre un passo avanti (ma anche indietro) a tutti…

Non potendo rivelare molto altro, per scoprirlo, bisogna naturalmente guardare la serie fino alla fine (e nel momento in cui scrivo, manca ancora l’ultimo decisivo episodio, che verrà reso disponibile il 3 giugno), per un fantathriller che, tra atmosfere finchiane, momenti alla “Memento” e altri ancora più “Dark” (per citare un’altra serie sui viaggi del tempo), non mancherà di tenere lo spettatore con il fiato sospeso…

IL SERPENTE DELL’ESSEX (2022-in corso)

Trasmissione originale: Apple TV

Trasmissione italiana: AppleTV

Dal: 13 maggio 2022

 

IL SERPENTE DELL’ESSEX – LIBRO

IL SERPENTE DELL’ESSEX (THE ESSEX SERPENT)

  • Autore: Sarah Perry
  • Traduttore: Chiara Brovelli
  • Editore: Neri Pozza
  • Pubblicazione: 27 maggio 2016
  • Uscito in Italia: 15 giugno 2017
  • Pagine: 458
  • Prezzo: 18,00 €

SINOSSI LIBRO: Londra, fine Ottocento. Le campane di St-Martin-in-the-Fields suonano a morto per le esequie di Michael Seaborne e i rintocchi si diffondono in tutta Trafalgar Square. Cora Seaborne, la giovane vedova del defunto, invece di mostrarsi contrita tira un sospiro di sollievo: la morte di Michael, un uomo stimato e influente, ma anche freddo e crudele, l’ha resa finalmente libera, sollevandola da un ruolo, quello di moglie, che non ha mai sentito suo. Dopo il funerale, accompagnata dal figlio undicenne Francis, un bambino taciturno e stravagante, e dalla fidata bambinaia Martha, Cora cerca rifugio a Colchester, nell’Essex, dove stanno portando alla luce dei fossili lungo la costa. Da sempre appassionata naturalista, la giovane donna vuole approfittare della ritrovata libertà per dedicarsi a quelli che lei chiama «i suoi studi»: frugare tra le rocce e il fango alla ricerca delle ossa fossilizzate di animali vissuti migliaia di anni fa, sull’esempio della paleontologa Mary Anning. A Colchester Cora si imbatte in alcune bizzarre voci secondo cui un serpente mostruoso, ricoperto di scaglie ruvide e con occhi grandi come una pecora, è emerso dalle paludi salmastre del Blackwater ed è risalito fino ai boschi di betulle e ai parchi dei villaggi. Un grande essere strisciante, dicono, più simile a un drago che a un serpente, che abita la terra tanto quanto l’acqua, e in una bella giornata non disdegna di mettere le ali al sole. Il primo ad averlo avvistato, su a Point Clear, ha perso il senno ed è morto in manicomio lasciandosi dietro una dozzina di disegni realizzati con frammenti di carbone. E poi c’è stato quell’uomo annegato il primo giorno dell’anno, ritrovato nudo e con cinque graffi profondi su una coscia. Cora sospetta di trovarsi davanti a un caso di probabile interesse per il British Museum: l’animale leggendario che terrorizza la gente del posto potrebbe essere una specie nuova non ancora scoperta che va esaminata, catalogata e spiegata. Impaziente di indagare è anche il vicario locale, William Ransome, convinto, al contrario, che non si tratti altro che di un’empia superstizione e che sia suo compito ricondurre il paese alla tranquillità e alla certezza della fede in Dio. Cora e William guardano il mondo da punti di vista diametralmente opposti, scontrandosi su tutto. Ma allora perché, anziché sentirsi irritato, William si scopre preda di un’eccitazione e di un’euforia inspiegabili ogni volta che si imbatte in Cora?

DAL LIBRO ALLA SERIE-TV

Entrambi parliamo di illuminare il mondo, ma abbiamo diverse fonti di luce
Cora Seaborne

Naturalista

Il-serpente-dellessex-serie-apple
  • Titolo: Il serpente dell’Essex (The Essex serpent)
  • Produzione: Regno Unito
  • Anno: 2022
  • Stagioni: 1
  • Episodi: 6
  • Sigla:The Essex Serpent Main Title – Dustin O’Halloran & Herdis Stefansdottir
  • Basato su: Il serpente dell’Essex di Sarah Perry
  • Creato da: Anna Symon
  • Cast: Claire Danes (Cora Seaborne); Tom Hiddleston (Will Ransome); Frank Dillane (Luke Garrett); Hayley Squires (Martha Clémence); Poésy (Stella Ransome); Jamael Westman (Dr. George Spencer); Dixie Egerickx (Jo Ransome)
  • Genere: Drammatico, in costume

Grande attesa per il ritorno sugli schermi televisivi di Carrie “la pazza” a 2 anni dalla conclusione di Homeland. Quantomeno da parte del sottoscritto. Per spiegarmi meglio, prendete quella che per voi è, al cinema, la più grande attrice vivente (ovviamente madame Isabelle Huppert) e trasferitela in TV. Ecco, per me quell’attrice è Claire Danes, una cresciuta a pane e tv, visto che già a 14 anni vinceva il suo primo Golden Globe come migliore attrice drama (My So-Called Life, purtroppo inedito in Italia) e che, da allora, sempre rimanendo in ambito televisivo, non ha mai sbagliato un colpo, avendo sempre selezionato e naturalmente interpretato i suoi personaggi con cura e attenzione maniacale. Non è un caso che nel suo curriculum ci siano una donna affetta d’autismo (Temple Grandin, Golden Globe ed Emmy nel 2010) e un agente della CIA bipolare (altri 2 goden Globe e 2 Emmy per il già citato Homeland).

Prima di capire se possa rientrare tra questi anche l’ultimo personaggio di Cora Seaborne che la Danes interpreta ne “Il serpente dell’Essex” (sicuramente meno borderline dei precedenti, ma in cui lo scontro tra razionalità ed emotività sarà centrale nelle sue vicende), vediamo intanto di cosa parla la serie che, in questo caso , non si discosta di molto da quanto già illustrato nella sinossi del romanzo.

Ambientata nel 1893 in epoca vittoriana, quando gli Stati Uniti non erano ancora al centro del mondo e il Regno Unito aveva colonizzato un quarto del globo, la miniserie prende le mosse da Londra, dove Cora rimane vedova del marito Michael, morto di tumore alla gola (che, volendo andare contro le ultime volontà dell’uomo, avrebbe potuto essere operato), ma per il quale Cora (capiremo il perchè grazie ai flashback) non verserà grandi lacrime, se non quando l’uomo ritornerà nei suoi incubi ricorrenti o quando le capiterà di essere interrogata sul proprio ex dallo spasimante di turno.

E qui gli spasimanti sono ben 2. Da una parte il giovane pioniere della medicina Luke Garrett (un Frank Dillane che ricorda un Johnny Depp un po’ imbolsito), che ha “solo” la modesta ambizione di diventare il chirurgo più rivoluzionario della sua generazione. E dall’altra Loki, cioè il prete di campagna William Ransome interpretato dalla co-star Tom Hiddleston.

Peccato per entrambi che Cora non abbia occhi che per i fossili e serpenti giganti. Perlomeno è con la prospettiva di venire a capo del mistero/leggenda di un mostro marino dalle parti dell’Essex di cui apprende nei giornali, che con ancora indosso i vestiti del funerale dell’appena defunto marito, la donna dalla ritrovata libertà – seppur con quella palla al piede del taciturno figlio 11enne di nome Francis (ma tanto se lo sciropperà la fidata bambinaia di nome Martha) – decide in quattro e quattr’otto di trasferirsi a Colchester, dove conta di poter riprendere le sue ricerche di naturalista, bruscamente interrotte a 16 anni quando il padre decideva di ammogliarla con il sadico marito.

Quello che invece ben presto troverà – insieme alle lunghe passeggiate con l’aitante prete con cui fare a gara per spiegare razionalmente un fenomeno conosciuto nello Stretto di Messina come Fata Morgana – sono l’ignoto, le superstizioni del luogo e l’ostilità della popolazione locale, che ad un certo punto inizia a ritenerla colpevole del risveglio del mostro (una ragazza scomparsa è stata appena trovata morta proprio sulla laguna), coincidente con il suo arrivo in paese.

Ma alla fine questo mostro esiste davvero, come vorrebbe Carrie Cora? O come invece vorrebbe il pastore è solo una leggenda come quella di Loch Ness che si tramanda da secoli? O è ancora solo un’allegoria/metafora usata dagli autori per raccontare il dualismo (pensiero scientifico /oscurantismo religioso) rappresentato dai due personaggi principali?

Ed essendo (purtroppo) soprattutto questo, al momento, l’unico motivo d’interesse per continuare a seguire la serie (quando mancano, nel momento in cui scrivo, ancora 2 episodi), devo dire che, come ingredienti, abbiamo un po’ poco… La colpa non è certo degli interpreti: Claire Danes sempre bravissima nel trasmettere le sue insicurezze di donna forse troppo libera per ciò che la società prevedeva a quel tempo, ma la sensazione è che sembri crederci poco lei per prima (non è un caso che sia subentrata nel cast solo in corsa in un ruolo per cui era stata inizialmente scritturata Keira Knightley). In ogni caso nessuno dei personaggi sembra creato per rimanere a lungo impresso nella mente dello spettatore.

La sensazione è che la serie paghi, come tante serie degli ultimi periodi, lo scotto di essere rimasta in stand by causa effetti della pandemia (avrebbe dovuto essere girata nel 2020 per uscire nel 2021), e quando si è potuti tornare al lavoro, invece di sfruttare la pausa forzata per rendere storia e personaggi un po’ più televisamente avvincenti, ci si è crogiolati nel fatto che tanto si partiva da un romanzo assai premiato o che nella storia ci fosse (forse) un serpentone.

Cara Claire… capita anche ai migliori di sbagliare. Ci rivediamo al prossimo personaggio o perchè no, al prossimo Emmy.

THE OFFER (2022)

Trasmissione originale: Paramount+ dal 28 aprile 2022 | Trasmissione italiana: Paramount+ dal 15 settembre 2022

IL LIBRO

IL PADRINO (THE GODFATHER)

  • Autore: Mario Puzo
  • Traduttore: Mercedes Giordini Ozzola
  • Prefazione: Francis Ford Coppola
  • Editore: Dall’Oglio – Corbaccio
  • Data di pubblicazione: 10 marzo 1969
  • Pubblicato in Italia: Agosto 1996
  • Pagine: 480
  • Prezzo: 22,00 €

SINOSSI: Don Vito Corleone è il più potente Padrino delle Cinque Famiglie che esercitano il loro potere nel mondo della mafia newyorchese. È uomo d’onore, con un preciso codice morale, generoso con gli amici quanto implacabile con i nemici. Dalla casa di Long Beach, circondato dalla famiglia, comanda il vasto impero sotterraneo della malavita americana: gioco, cavalli, prostituzione… neppure Hollywood sfugge alla sua influenza. Don Vito è un uomo estremamente intelligente, è ragionevole, ma per chi rifiuta la sua logica la punizione è rapida e crudele, di una crudeltà raffinata che se non toglie all’avversario la vita lo priva della volontà di reagire. Ma il Padrino deve iniziare a pensare a un degno erede cui consegnare il suo regno, e se la scelta più ovvia ricadrebbe sul primogenito Sonny, il più forte, colui che già si occupa degli «affari di famiglia», gli eventi costringeranno, invece, il figlio minore Michael, il più americano di tutti, schivo e che non vuole immischiarsi nelle faccende famigliari, a dover assumere l’impero sulle sue spalle.

SERIE DI LIBRI: Per quelli a cui interessa, oltre ad essere una fortunata saga cinematografica, “Il Padrino” ha avuto diversi seguiti anche in libreria: dopo il primo fortunato romanzo, nel 1984, Mario Puzo scrisse Il siciliano, i cui riferimenti alla famiglia de Il Padrino, furono però esclusi, per questioni di copyright, nell’omonimo film con Cristopher Lambert del 1987. Mark Winegardner scrisse invece i due romanzi successivi, Il ritorno del padrino e La vendetta del padrino, usciti rispettivamente nel 2004 e nel 2006. Edward Falco ha infine scritto il quinto romanzo, pubblicato nel 2012 e basato su una bozza di sceneggiatura di Mario Puzo, intitolato The Family Corleone, che è servito anche come prequel del primo romanzo di Puzo.

DAL LIBRO ALLA SERIE-TV

La ricchezza vera di un uomo sono i suoi figli
Francis Ford Coppola

Regista

the-offer-serie-sky
  • Titolo: The Offer
  • Produzione: USA
  • Anno: 2022
  • Stagioni: 1 (miniserie-tv)
  • Episodi: 10
  • Sigla: The Offer Main Titles di Isabella Summers
  • Basato su: sull’esperienza di Albert S. Ruddy nella realizzazione de ‘Il Padrino’
  • Creato da: Michael Tolkin
  • Cast: Miles Teller (Albert S. Ruddy); Matthew Goode (Robert Evans); Dan Fogler (Francis Ford Coppola); Burn Gorman (Charles Bluhdorn); Colin Hanks (Barry Lapidus); Giovanni Ribisi (Joe Colombo); Juno Temple (Bettye McCartt); Patrick Gallo (Mario Puzo); Anthony Ippolito (Al Pacino); Justin Chambers (Marlon Brando)
  • Genere: Biografico, Drammatico, Gangster

Non una serie tratta da un libro, ma che trova comunque spazio nel nostro angolo sulle “serie letterarie”, visto che, in questo caso, è la stessa opera letteraria a dare il via alle vicende in essa raccontate. Stiamo parlando de Il Padrino romanzo, che già alla sua prima uscita (marzo 1969), svettava immediatamente in cima alla “Best Seller List” del New York Times (rimanendo in top-ten per 67 settimane), vendendo oltre un milione di copie in poche settimane, prima di essere tradotto nel resto del mondo (la prima edizione italiana per Dall’Oglio è del 1970).

Siamo in un momento molto controverso della storia americana con le istituzioni politiche che venivano messe in discussione (il Vietnam) come mai prima di allora. L’autore Mario Puzo, di chiare origini italiane (genitori originari di un paese di Avellino), decideva allora di alzare la posta, assumendosi il compito di mostrare come andavano davvero le cose, con criminali e politici che diventavano “due facce della stessa medaglia”. Aggiungiamoci che i criminali, per quanto romanticizzati, erano italiani, attirandosi per questo le ire della comunità italo-americana che tanto stava facendo per nobilitarsi, e possiamo capire perchè pochi romanzi si siamo imposti nell’immaginario collettivo con la stessa brutalità e la stessa forza di The Godfather.

Non dovette naturalmente passare molto tempo prima che Hollywood, fiutasse l’occasione, ed è proprio qui che s’inserisce The Offer, la miniserie-tv in 10 puntate prodotta da Paramount+ (la stessa casa di produzione del film, che ancora detiene i diritti del romanzo), che racconta come, dal lavoro di Mario Puzo (interpretato nella serie da Patrick Gallo), si passò, 3 anni dopo, nel 1972, all’uscita in sala di uno dei film che, esattamente 50 anni fa, faceva la storia del cinema.

Senza quindi voler in alcun modo demonizzare chi non ha mai visto almeno il primo film (io non ho mai sentito il bisogno, per esempio, di vedere Guerre Stellari e la mia vita è andata avanti lo stesso), credo che a chiunque, sia invece capitato di sentirne parlare o di apprendere uno dei tanti aneddoti riguardanti la lavorazione del film. Credo anzi che Il Padrino sia, ancor più che il film con battute più citate (e parodiate) in assoluto, forse quello con più notizie riguardanti i dietro le quinte. Non serve insomma possedere l’ultima edizione deluxe del cofanetto,  per conoscere quelli che ormai sono segreti di pulcinella come il fatto che nessuno all’inizio volesse fare il film, che i produttori non volessero Al Pacino (troppo giovane) o Marlon Brando (troppo problematico) e via discorrendo.

E dopo tanti film/documentari dedicati all’arte di fare (ed ideare) film – penso ad Hitchcock (2012) sulla lavorazione di Psycho o a Mr. Banks (2013) su come Walt Disney ottenne i diritti del romanzo di Mary Poppins – che qualcuno decidesse di cimentarsi in una storia serializzata sul making of  de Il Padrino, era forse davvero solo questione di tempo e opportunità…

Ecco quindi la storia di come un giovane programmatore di computer (Albert S. Ruddy), con il sogno di lavorare a Hollywood, si farà pian piano strada tra i corridoi della Paramount Pictures fino convincere il capo dello studio Robert Evans (un ottimo Matthew Goode) ad affrontare progetti più grandi, come, ad esempio, l’adattamento fortemente contestato e controverso di un romanzo chiamato “Il Padrino”.

Giovanni-Ribisi-nel-ruolo-di-Joe-Colombo

Giovanni Ribisi nel ruolo del boss mafioso Joe Colombo

Da qui, tutta una serie di problemi e contrattempi legati alla lavorazione del film, dagli ingaggi del regista e degli attori scelti dal regista ma non voluti dalla produzione, fino ad arrivare all’offerta del titolo, riassumibile nel diktat del ferocissimo boss mafioso Joe Colombo (Giovanni Ribisi) – uno dei Capi delle 5 famiglie di mafia di New York, nonchè della Lega per i diritti civili degli italo-americani in risposta alla diffusa popolarità del romanzo di Puzo e alla prospettiva di un adattamento cinematografico – che cedette alla fine solo a condizione che la produzione accettasse di non usare mai le parola “mafia” o “Cosa Nostra”. Ma produzione e regista accetteranno?…

Ecco, l’unico inconveniente di una storia di questo tipo, anche considerando che si prende 10 puntate (cioè un minutaggio superiore a quello di tutta la trilogia), è proprio questo, che (spoiler alert!) anche chi non ha visto il film, comunque sa che il film si farà, e che sarà un successo, e quindi per quanto gli attori s’impegnino nel rendere credibilissime le loro frustrazioni all’ipotesi che il film non si possa fare, o che l’attore sconosciuto non avrà mai la parte, il risultato perde di suspence…

Beh, a meno che non siate degli estimatori della saga coppoliana, come il sottoscritto, per cui non importa se molti retroscena non vi siano del tutto nuovi, perchè in ogni caso stiamo parlando della storia sulla storia de “Il Padrino”! E quindi un’offerta che non si può certo rifiutare…

Si chiude qui il nostro angolo mensile sulle novità televisive presenti in palinsesto che, come abbiamo visto, anche quando si parla di prodotti di catalogo disponibili su piattaforma streaming, non sfuggono, in qualche caso, alla vecchia quanto frustrante regola del singolo nuovo episodio a settimana, per cui non è sempre facile organizzare e preparare una rubrica di questo tipo.

Sarebbe naturalmente piaciuto anche a me avere un quadro più completo ed esaustivo delle varie serie-tv affrontate in elenco, solo una volta che queste fossero terminate. Anche se così facendo, avrei corso il rischio di dover recensire come “nuovo” qualcosa che, per il lettore-spettatore, non lo era affatto. Spero comunque di essere riuscito a trasmettere un po’ di curiosità, anche per quelle serie che bisogna purtroppo giudicare dalla copertina, e cioè dopo la visione del pilot o di una sola parte degli episodi. E salvo cambiamenti di palinsesti nelle uscite degli articoli, sarà comunque questa la formula che Libri in TV dovrebbe continuare ad adottare.

Nuovo appuntamento dunque alla fine del prossimo mese, se vorrete, sempre su questi schermi.

Lascia un commento

8 Commenti

  1. Manu Luna

    Confesso che da quando ho letto l’articolo, sono entrata in “fissa” con Bang Bang Baby, che non ho ancora visto e di cui è già da qualche settimana che trovo notizie un pò ovunque, ma è al momento parcheggiata tra quelle a cui ho messo l’etichetta “da vedere”. E dire che ci sarebbe pure una motivazione ormonale per la sottoscritta, in quanto da sempre fan del bel (anche bravo, dai!) Adriano Giannini che qui ha un ruolo e neanche secondario… E nulla, il tuo colpo di fulmine, caro Bingewatcher, spero sarà destinato grazie a questa serie, anche a me!
    Riguardo la protagonista di “Il serpente dell’Essex”, rivedere Carrie…ehm, Claire Danes sulla locandina, mi ha fatto venire gli occhi a stelline, che però l’emoticon da te scelta per identificare la sensazione nel seguirla in questa serie, ha fatto si che non mi si azionasse il turbo per farci un pensierino, almeno non per ora! Grazie per questa bella complessiva cinquina e alla prossima!

    Rispondi
    • Bingewatcher

      Grazie per la rinnovata fiducia, direttora. A. Giannini ha senz’altro fatto un ottimo lavoro nel restituire la cialtroneria di un personaggio assai sgradevole come Santo Barone. L’eventuale riserva a cui mi riferivo riguardava piuttosto la difficoltà (per un attore romano), di doversi calare nel dialetto meridionale/calabrese, in cui invece eccelle il padre o l’indimenticato G.M. Volontè (l’unico attore quasi autoctono del cast è il messinese Giuseppe De Domenico già visto in “ZeroZeroZero”, che nella serie interpreta Rocco), e per fortuna non siamo, per nessuno degli attori/attrici ai livelli delle ficion in siciliano con Gabriel Garko… Anche se certamente in questo il cast avrebbe dovuto essere aiutato meglio da chi si è occupato degli adattamenti dei dialoghi, che qui abbondano di “màmmeta”, “soreta”, “pate”, magari più adatti ad una serie in napoletano…

      Sulla serie col serpentone, prima che scatti l’eventuale turbo, occorre forse precisare, soprattutto a benificio di chi è più sensibile a certe scene, che in quelle riguardanti il personaggio di Luke Garrett, potrebbe capitare di dover assistere ad operazioni chirurgiche letteralmente a cuore aperto. Anche se se per fortuna non siamo ancora ai livelli del Clive Owen di “The Knick”, a cui il personaggio del dottore che amava sfidare i limiti della chirurgia del proprio tempo, chiaramente si ispira…

      Rispondi
  2. Luca

    E anche questa selezione ha il raro merito di trattenere l’interesse altrui per una buona mezz’ora di sani consigli per gli acquisti.
    Da fiero possessore di un abbonamento Amazon prime (che mi hanno praticamente lanciato addosso), ho notato con piacere la fresca novità di “ BANG BANG BABY”, in mezzo alla muffa di titoli che continuano da mesi a occupare spazio (seppur virtuale) e ad essere riproposti con la medesima insistenza e speranza in un tocco di dita come solo l’offerta premium di YouTube può capire.
    Sul sito, al momento non ha un rate alto e devo dire la verità non mi ha attirato ancora, però la descrizione è intrigante, sia per la tematica trattata che per l’ambientazioni vintage così cara a noi, analogici con ascendente digitale amanti degli 80’s.
    Mi incuriosisce di più, invece, “ Slow Horses”. Ho un debole per Gary Oldman e per i suoi personaggi disillusi, cinici e, spero sempre, malvagi. Sembra quasi che ad ogni momento stia per dire “Adoro questi brevi momenti di quiete prima della tempesta..”
    In ultima battuta, “ Il serpente dell’Essex”, se non altro per la tematica thriller e il fascino del mistero che sembra essere l’ossatura della trama. A uno sguardo fugace, la storia sembrerebbe condurre ad un universo alla M. Night Shyamalan, chi può dirlo..

    Rispondi
    • Bingewatcher

      Bentrovato Luca, non so quale sia il rating per la serie presente su Amazon, io di solito faccio riferimento a quello su IMDB, molto più indicativo per numero degli utenti votanti, e anche qui, al momento, cioè con seconda parte degli episodi diffusi solo ieri, “Bang Bang Baby” non va oltre un modesto 6,4/10. E anche in giro leggo pareri discordanti, da chi la ritiene assai furba, a chi invece ne ha apprezzato soprattutto l’estetica. Nel mio caso, ha pesato ovviamente il gusto soggettivo; da “I Simpson” a “Community” fino a Tarantino, quando gli autori (purchè lo sappiano fare) si divertono a giocare con gli spettatori chiedendo loro di cogliere/indovinare citazioni e riferimenti, che qui abbondano, oltre ad accettare prontamente la sfida, hanno il mio voto assicurato.

      Sulla serie con Gary Oldman e i suoi ronzini, come già detto, vai sul sicuro, un personaggio quello di Jackson Lamb che gli darà e ci darà, spero per molto e molto tempo, grandi soddisfazioni.

      Infine, la serie dal gotico romanzo di Sarah Perry, e qui mi fa piacere che il giudizio personale del recensore non influisca su quelli che sono i gusti/aspettative di ognuno. Non vi è dubbio che le tematiche per incuriosire lo spettatore ci siano, almeno nelle intenzioni, ma quanto ai risultati, non sarei stato onesto se non avessi detto, che dopo 4 episodi su 6 già visti, la serie avrebbe dovuto già decollare… e avendo già spiegato quale sia la mia considerazione per un’attrice come Claire Danes, sempre capace di gettarsi anima e corpo su qualsiasi progetto, superfluo aggiungere come il primo ad esserne dispiaciuto sia proprio il sottoscritto.

      Rispondi
  3. Gianluigi L

    La maggior parte di queste serie non le conoscevo.
    Grazie per aver postato questi bei pezzi di storia.
    È sempre interessante scoprirne l’esistenza

    Rispondi
    • Bingewatcher

      Ciao Gianluigi, trattandosi di serie appena uscite e in qualche caso ancora in onda, senza dimenticare quelle come “The Offer” che non hanno ancora una data ufficiale di rilascio per l’edizione con doppiaggio italiano, ci può senz’altro stare che non tutti le conoscano. Lo scopo di una rubrica come questa, è anche quello, di aiutare l’utente a scoprirle in anteprima.

      Rispondi
  4. Peppe

    Nuove proposte di serie televisive di un Bingewatcher che dimostra di essere sempre sul pezzo, molto esaustive le recensioni… escludendo Il serpente dell’Essex, trovo i rimanenti titoli molto di mio gusto da The Offer praticamente la storia della realizzazione del film Il Padrino passando per Slow Horses sempre intriganti spionaggio e servizi segreti, Shining Girl originale il serial killer viaggiatore nel tempo per arrivare a Bang Bang Baby che trovo intrigante ma allo stesso tempo una riproposizione della fiction RAI “Sotto copertura” in un diverso ambiente cittadino e di organizzazione criminale… Grazie quindi per gli aggiornamenti e, rubando la battuta, aspettiamo novità su questi schermi…

    Rispondi
    • Bingewatcher

      Grazie a te per i rinnovati apprezzamenti, Peppe. Su BBB, come già detto, non vi è dubbio che la storia sia già stata raccontata in altre serie come “Sotto copertura” (che non ho visto) o in altre salse, che dovremo ancora vedere. L’aspetto originale, in questo caso, e che più mi ha conquistato, è tutto nello stile con cui la storia viene raccontata. E qui BBB dimostra di non avere eguali, almeno in Italia.

      Rispondi

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito utilizza Gravatar per i suoi commenti. Se vuoi che il tuo commento sia associato ad un avatar o immagine a tua scelta, commetti la tua mail ad un profilo Gravatar. Altrimenti commenta normalmente ed in quel caso verrà usato un avatar standard scelto da Gravatar.