Bentornati nell’Angolo del Giallo, la rubrica dedicata ai libri gialli e alle loro contaminazioni. Dall’intrigante Foresta Nera tedesca, salpiamo alla volta del Canada, e precisamente verso le coste dell’isola di Vancouver, dove Chevy Stevens ha in serbo per noi una storia ricca di mistero e suspance…
SCOMPARSA (STILL MISSING)
- Autore: Chevy Stevens
- Traduttore: Velia Februari
- Editore: Fazi Editore
- Data di uscita italiana: 23 settembre 2011
- Prima edizione originale: 6 Luglio 2010
- Pagine: 364 p. rilegato
- Prezzo: 9,70 €
- Genere: Thriller
- EAN: 9788864117041
Scomparsa è molto di più di un thriller che dà i brividi, riserva continue sorprese e presenta una protagonista dall’incrollabile determinazione
– The New York Times
TRAMA:
Il giorno in cui viene rapita, Annie O’Sullivan, una giovane agente immobiliare, ha tre obiettivi da raggiungere: dimenticare l’ennesima lite con la madre, l’open house da organizzare in una casa in vendita nel pomeriggio ed essere pronta in tempo per una cena romantica con Luke, il suo fidanzato. L’open house va per le lunghe, ma quando si presenta un potenziale acquirente dal sorriso gentile, Annie s’illude che possa essere il suo giorno fortunato. Non sarà così. Sarà l’inizio di un incubo.
Alternato alle sedute di psicoterapia durante le quali Annie narra il dramma della sua prigionia durata un anno, gli abusi psicologici e le violenze fisiche subiti, la dolcezza con la quale arriva a guardare il suo aguzzino, c’è il resoconto degli eventi successivi alla fuga: la lotta per riprendersi la propria identità e le indagini della polizia per scoprire chi abbia architettato il sequestro di cui è stata vittima. Ma la verità non sempre rende liberi.
Come mi accade di frequente, mi sono ritrovata fra le mani il romanzo di esordio di Chevy Stevens praticamente per caso. Quando valuto se leggere o meno un libro, sono principalmente due i fattori che guidano la mia decisione: la trama e, qualche volta, l’autore.
Nella stragrande maggioranza dei casi vengo a conoscenza di tutto ciò che riguarda il romanzo solo in un secondo momento: in pratica, quando è il momento di condividere con voi le mie impressioni. Parlando di questo romanzo in particolare, non sono stata affatto stupita di apprendere che il curriculum di “Scomparsa” è di tutto rispetto: è stato nella lista dei best seller del New York Times per ben venti settimane, ha vinto l’International Thriller Writers Award come romanzo d’esordio e nel 2010 è stato eletto uno dei dieci migliori thriller dall’American Library Association e dalla Kirkus Rewiews.
Annie, la nostra protagonista, è un’agente immobiliare e conduce una vita normalissima: ha un rapporto piuttosto complicato con sua madre, ha un lavoro che la impegna parecchio e nel quale è determinata ad emergere e ha un fidanzato, Luke, che trascura un po’ proprio a causa della sua dedizione al lavoro. Un vita normale, con occupazioni e problemi normali, che sta per cambiare drasticamente quando, al termine di una giornata lavorativa, quello che crede essere l’ultimo suo cliente la rapisce, proiettandola direttamente in un vortice di paura e orrore.
Attraverso le sedute di psicoterapia, Annie racconta nel dettaglio la propria prigionia, dalla disperazione dei primi giorni, al rapporto con il suo aguzzino, ed infine alla fuga. Ma il suo calvario non termina con la sua liberazione, anzi: quell’anno l’ha profondamente e definitivamente cambiata e mentre tenta di riappropriarsi della propria vita e recuperare un minimo di normalità, deve fare i conti con una nuova realtà, difficile da accettare. Tra le persone che la circondano, amici, conoscenti, familiari, persone che apparentemente la amano e vogliono il suo bene, c’è anche il volto di chi ha organizzato il suo sequestro…
La tensione che trapela dalle pagine di questo romanzo è alquanto diversa da quella cui sono di norma abituata (e che, diciamoci la verità, sono solita ricercare in un libro): il destino della protagonista, benchè reduce da un’esperienza a dir poco allucinante, per gran parte del romanzo non ha destato in me particolare apprensione. Essendo narrato in prima persona, sappiamo immediatamente che Annie è riuscita a sopravvivere. Ma nello stesso tempo viviamo con lei, attraverso i ricordi che condivide con la sua terapeuta, tutto il terrore e la sofferenza che ha provato durante il suo anno di prigionia; mentre ci racconta la sua storia, avvertiamo con forza quanto sia sfiancante lo sforzo di superare il trauma degli abusi, sia psicologici che fisici, che ha subito, le paranoie di cui ormai è vittima, i dubbi che la accompagnano quotidianamente, mentre cerca incessantemente di dare una risposta a quella domanda che, adesso, è diventata il fulcro della sua vita: chi le ha fatto questo e per quale ragione?
Miss Me
NOTE SULL’AUTRICE CHEVY STEVENS
Chevy Stevens, pseudonimo di Rene Unischewski (1973) è una scrittrice canadese cresciuta in un ranch sull’isola di Vancouver, in Columbia Britannica, dove vive attualmente con suo marito e sua figlia. Ha lavorato come agente immobiliare. Durante questa attività le venne un’ispirazione che si concretizzò nel suo primo libro, Scomparsa (Fazi Editore 2011) divenuto subito un bestseller internazionale; per riuscire a completarlo ha venduto la sua casa e lasciato il lavoro. Tra i suoi libri si ricordano: Il passato di Sara (Fazi, 2014) e Non ti lascerò (Fazi, 2019).
Cara Miss Me, ben trovata a te e alle tue tinte di giallo, che per la lettura che ci proponi questa volta, assume dei toni diversamente drammatici, seppur in qualche modo, di speranza. La protagonista di “Scomparsa” infatti, ha ancora la fortuna di poter raccontare quello che le è successo, ma la sfortuna di dover convivere con quanto le è capitato e che mai più la farà pensare a se stessa senza questa esperienza che è a dir poco l’incubo peggiore di ogni donna, ma di ogni essere umano in generale. Quello di essere privati improvvisamente e senza motivo, della propria libertà e vedere così da vicino in pericolo la propria vita. Senza troppe anticipazioni, riesci sempre a far fare a chi ti legge, piccoli passi dentro le storie, solleticando la curiosità (mista a timore per quanto mi riguarda) di volerne sapere di più! Complimenti per la scelta e alla prossima!
Ciao Manu, questo libro mi ha colpito, tra le altre cose, anche per il forte realismo che caratterizza la vicenda: è angosciante pensare con quale facilità la protagonista venga rapita ed è impossibile non identificarsi con Annie e non provare empatia per lei. Un libro che, da donna, non può essere letto senza notevole turbamento ma che a mio avviso merita assolutamente di essere letto.
Buon giorno e ben ritrovata in questa rubrica e i suoi consueti suggerimenti.
Devo dire dalla tua recensione che stavolta il libro sembra discostarsi dai canoni ai quali ci avevi abituato con le proposte precedenti.
Ad una prima veloce lettura della trama sembrava una sorta di cronaca romanzata basata su fatti reali vissuti dalla protagonista.
Resta ovviamente lo spunto di riflessione nel constatare che, seppur storia inventata, potrebbe benissimo essere trasposta ad una realtà vissuta (e spesso mai denunciata) da parte di molte persone, donne in primis. Cosa resta, quindi, alla protagonista del romanzo dopo
tale esperienza? Cosa resta a chi nella vita reale ha subìto la stessa storia, ha vissuto lo stesso “romanzo”? E se alla fine di tutto, la protagonista non riuscisse più a ricomporre i cocci della sua anima e del suo corpo in frantumi? E se, per assurdo, fosse il suo aguzzino (compagno di viaggio?) l’unica persona capace di dare una nuova forma a quei frammenti, totalmente diversa da quella che era prima, ma più funzionale ad un nuovo percorso ancora da scoprire?
Resta al finale e al giudizio del lettore rispondere a queste domande; sembra banale e quasi fuori luogo voler riflettere dall’esterno su esperienze che sembrano lasciare intravedere, attraverso una oscura cortina di ferocia e malvagità, sprazzi di luce all’apparenza inconsueti di legàmi quasi affettivi e di reciproco quanto perverso bisogno..
Ciao Luca e bentrovato; come giustamente osservi, “Scomparsa” non comprende esattamente tutte le caratteristiche che di solito amo trovare in un thriller. Ma mi piace di tanto in tanto assaporare, se posso esprimermi così, sfumature di giallo inconsuete, almeno per me. E provo piacere a farlo ancora di più quando un libro è così ricco di elementi che trovano facilmente riscontro nei fatti di cronaca di cui veniamo a conoscenza quotidianamente. Un libro che ci induce a pensare come ciò che avviene dopo un evento traumatico sia difficile da affrontare quanto affrontare l’evento stesso e che cercare di andare avanti richiede lo stesso grado di coraggio e forza d’animo, se non di più. E, come purtroppo sappiamo, il successo non è affatto garantito.