GOTICO ROSA di Luca Ricci

Lo scrittore pisano Luca Ricci, in libreria con “Gotico rosa” (già presente nella nostra lista di consigli di febbraio) dopo la quadrilogia sulle stagioni, ritorna alla forma breve, di cui è considerato il massimo esponente italiano. Il romanzo esplora le passioni post-romantiche attraverso storie intense e sorprendenti, raccontando con lucida determinazione il lato oscuro dell’amore, asserendo con assoluta certezza che l’amore fa anche male e forse, deve anche farlo.

SCHEDA LIBRO

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 GOTICO ROSA

  • Autore: Luca Ricci
  • Editore: La Nave di Teseo
  • Data di uscita: 6 febbraio 2024
  • Pagine: 256 p.
  • Prezzo: 20 €
  • Genere: Narrativa
  • EAN: 9788834617229

TRAMA

Un uomo deluso dall’amore vuole uccidersi ma viene salvato da una sirena; la storia di due adulteri è raccontata dagli amplessi nei giorni di pioggia consumati in un anonimo hotel; un dottore e una baby squillo giocano all’amore nel giorno di San Valentino; una coppia di coniugi capisce che il matrimonio è solamente una possessione demoniaca; un ragazzino perde l’innocenza per colpa di un amore oscuro; due disperati – in una città assediata da un virus – si amano senza un domani; un molestatore della metropolitana viene assalito dalla sua vittima e scopre di amare per la prima volta.

LIBRO PROPOSTO AL PREMIO STREGA 2024

CON LA SEGUENTE MOTIVAZIONE:

«Quasi all’inizio della sua vicenda, nel 2006, Luca Ricci aveva pubblicato un libro dal titolo eloquente: “L’amore e altre forme d’odio”. C’era stata poi, insieme a molto altro, la quadrilogia delle stagioni, conclusasi l’anno scorso con I primaverili. Arriva ora a riprendere il discorso, con vocazione fenomenologica e dentro una popolata galleria di ritratti, “Gotico rosa”, pubblicato da La nave di Teseo. Quella del racconto è di sicuro un’arte in cui l’Italia primeggia e dentro questa tradizione oggi Ricci eccelle: per la notevole disposizione a inventare trame, per la drammaturgia del personaggio, per la felicità e facilità dei dialoghi, per la singolarità del punto di vista, per la limpidezza della scrittura, ma, soprattutto, per la capacità di contrarre nel breve d’un racconto un destino. Uno dei racconti reca in epigrafe una massima di Cioran: “I sentimenti sinceri presuppongono una mancanza di riguardo verso di sé”. Si tratta d’una verità ambivalente e forse ambigua dentro cui folgorano i frammenti dell’ininterrotto discorso d’un originale anatomopatologo dell’amore.»

Massimo Onofri

Scrittore

RECENSIONE

Ci sono parole che, pur conoscendone il significato, non ci limitiamo ad usare, ma di cui vogliamo conoscere l’origine e la sua eventuale evoluzione fonetica, quasi a volerci accertare di interpellarle nel modo più giusto e conforme ai tempi. Tra quelle di cui mi ha sempre affascinato il suono e la sua “storia”, c’è il termine gotico, una parola straordinariamente fertile, capace di scorrere lungo i secoli assumendo forme diverse. E se pensiamo che, secondo le teorie etimologiche più accreditate, la parola sarebbe connessa al ‘versare’ – inteso come lo scorrere di un fiume o l’effondersi del seme maschile – possiamo proprio dire che ha fatto onore alla sua radice. Anticamente era visto come sinonimo di nordico, barbarico, capriccioso, mentre è associato a concetti come leggerezza, verticalità e decorazioni complesse, se ricondotta all’architettura o ancora, a qualcosa di oscuro, pesante e indecifrabile se collegato al look.

Nell’imbattermi nel titolo “Gotico rosa” dello scrittore pisano Luca Ricci, è stato inevitabile chiedermi cosa si potesse nascondere dietro questa associazione, e mai curiosità fu piacevolmente più stupita e gratificata, per aver avuto accesso ad un mondo di riflessioni acutissime sull’amore, l’ansia di vivere, la fantasia, le storture dell’anima, l’idea della morte, l’adulterio, la brutalità nel pensiero e anche nell’azione, il disincanto, il romanticismo, l’illusione. Questi, alcuni dei temi che Ricci ha avuto il coraggio di tratteggiare per riempire la farcia di una girandola di personaggi che, proprio come suggerisce il termine gotico, appaiono contrari ad ogni regola di estetica, in questo caso comportamentale. Come se la scelta di queste parole ci debba suggerire una visione vivace e pulsante, ma influenzata da qualcosa di meno gioioso.

Non ero un patito della disillusione a ogni costo, la provavo mio malgrado, senza vezzi. D’altro canto la speranza era una pulsione ambigua e discutibile, vaga e vana quanto il suo più grande sponsor: Dio. Ingenuità e malizia, incanto e disincanto, illusione e disillusione, erano poli scadenti di un sempiterno movimento dialettico interno a ogni uomo che portava a un unico risultato: la morte. Si amava e andava bene; non si amava e andava bene lo stesso. Qualsiasi attività umana era riconducibile all’ombelico di chi l’aveva svolta.

Impossibile non farsi catturare da queste brevi storie che compongono un libro lungo sette racconti, diversificati dagli accadimenti che riguardano i protagonisti ma uguali nell’intento di scandagliare i nodi più tosti dell’esistenza, i tabù più discussi, le aspettative più disattese, i sogni più sopravvalutati, l’idea di amore a tutti i costi, la ricerca di emozioni inconfessabili, il coraggio di esporsi senza garanzie. In cui uno finisce per chiedersi che storia è, che non è mai casa da nessuna parte e non si trova più senso al loro vagare. Il punto di forza sta che il tutto, a parer mio, sia raccontato senza mai ragionar a favor di lettore, per impressionare o distinguersi, ma perché intrinseco nell’autore, questo suo modo di leggere la vita e le sue dinamiche, attraverso dialoghi memorabili, introdotte ad ogni capitolo da citazioni di illustri scrittori evidentemente cari allo scrittore e che ci mostrano il tessuto emozionale nel quale sta per condurci.

Le storie finiscono proprio nel momento in cui finiscono, né prima né dopo, so che sembra inconcepibile, so che sembra un sopruso, la fine di qualunque cosa è inammissibile, l’indole umana non accetta gli eventi che gli rammentano la sua finitudine, proviamo struggimento perfino di cose terribili soltanto perché sono finite, figuriamoci di un amore, ma il resto sono scorie mentali, filamenti di sogno o d’incubo, ipotesi smentite dai fatti.

Mi ha colpito la rotazione di uomini disperati, fragili, in cerca di rassicurazioni, che chiedono in continuazione “Mi ami?”, destinati a soccombere di fronte a donne aride, esigenti, pragmatiche, disilluse. E ciò ha dato origine, una volta di più, alla riflessione secondo cui sia assurdo cercare di definire o prevedere i modelli di comportamento di ciascuno, perchè quando ci innamoriamo, per esempio, non c’è psicologo, né psichiatra che possa spiegare il fenomeno con esattezza. In realtà, mi convinco sempre di più che l’amore sia un fenomeno inspiegabile, alla stregua del sesso degli angeli. Gli psicologi applicano teorie semplici e per cercare di spiegare le reazioni degli esseri umani tendono a ricorrere a luoghi comuni, a presunte teorie universali, a miti e modelli filosofici di ogni era e pensieri, presumibilmente applicabili a qualsiasi situazione esistenziale. Ma nella vita reale i luoghi comuni non funzionano, non esistono l’assoluto né i casi determinanti, poiché la maggior parte delle persone sono troppo complicate perché le loro reazioni si possano esprimere in funzione di emozioni prestabilite.

Sempre mi stupirò di quegli scrittori che mettono l’amore alla fine della storia, per risolvere le cose, come sentimento edificante. Per me l’amore va all’inizio, e complica tutto, manda all’inferno.

E così non si possono elaborare teorie decise in precedenza a comportamenti che non capisci, perché probabilmente la tua spiegazione sarà deludente. Per questo motivo ci delude la maggior parte dei nostri partner: perché speriamo che agiscano come ci hanno insegnato. E non lo fanno mai. Anche per questo, considero questo libro una boccata d’aria, che ci consegna una visione dell’amore che non incanta ma tramortisce, un modo forse anche più personale, affabulatorio, viscerale, di parlare di sentimenti non in maniera banale né approssimativa.

NOTE SULL’AUTORE LUCA RICCI

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Luca Ricci è nato a Pisa nel 1974 e vive a Roma. Ha scritto L’amore e altre forme d’odio (2006, premio Chiara, nuova edizione La nave di Teseo, 2020), La persecuzione del rigorista (2008), Come scrivere un best seller in 57 giorni (2009), Mabel dice sì (2012), Fantasmi dell’aldiquà (2014), I difetti fondamentali (2017). Per La nave di Teseo ha pubblicato Gli autunnali (2018, tradotto nei principali paesi europei), Gli estivi (2020), Gli invernali (2021) e I primaverili (2023), che chiude la quadrilogia delle stagioni.

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12 Commenti
  1. Antonella Valentini

    Mi piace l’originalità degli intrighi descritti. Mi piace anche sapere che è uno scritto al maschile. Sono incuriosita, lo segno nella mia agenda dei libri da leggere. Grazie come sempre a Librangolo.

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    • Manu Luna

      Ciao Antonella, temo per questa tua lista che, per fortuna dopo essere passata di qui, mi par di capire si allunghi sempre di più! Avanti così!!! Un abbraccio

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  2. Peppe

    “Gotico” sinora era un termine che associavo a reminiscenze di storia dell’arte ai tempi della scuola, in questa recensione ho compreso altre sfaccettature del significato, oltretutto con un autore che associa il termine ad un tema esteso quale può essere l’amore.
    Interessanti le storie che vanno a comporre il libro, ci si potrebbe ritrovare o dissociare da quanto esposto, perché secondo il mio pensiero, ogni amore è una storia a sé, certa è la versatilità del tema per eventuali confronti.
    Ti ringrazio sempre Manu per quanto proponi, con i tuoi articoli apri sempre spunti a riflessioni e rivalutazioni, specialmente con questo libro il cui titolo “Gotico rosa” non aveva inzialmente acceso in me una curiosità tale da prenderlo in esame.

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    • Manu Luna

      Caro Peppe, è bello sapere che con le mie recensioni, riesco talvolta a dare il “là” per prendere in considerazione titoli non ancora conosciuti o sui quali magari ci si era soffermati senza troppo capirne il messaggio e la storia che ci vuol venire raccontata. Grazie a te per il fedele seguito e lo spirito critico e di stima sempre dimostrato.

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  3. luca

    Buondì e ben ritrovata su questi canali; senz’altro il “rosa” che predomina lo stile della pagina, dà quel “quid” in più alla voglia di leggere l’articolo. Se poi lo si accosta al termine “Gotico”, vien quasi fuori un ossimoro cromatico ancora più intrigante. E d’altra parte, le storie d’amore e sesso hanno perso da tempo il connubio esclusivo con il rosa e il rosso. Sono sicuro che tra le pieghe di questi racconti giochino a nascondino nero, fucsia e tutto quello che c’è in mezzo, in un giocoso (e letale) dipinto, gocciolante dai bordi di quella grottesca e magnifica tavolozza che è l’esistenza umana.

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    • Manu Luna

      Bentrovato a te, caro Luca! Confesso che i tuoi commenti mi erano mancati…sai sempre dare una lettura originale e ricca di belle metafore, ai nostri contenuti. In particolar modo, mi è piaciuta molto la tua analisi “estetica” e concettuale del libro, che sono certa potrebbe essere una lettura di tuo interesse! Alla prossima, spero presto!

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  4. Luca R

    Grazie mille, e bellissimo sito!

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    • Manu Luna

      Ciao Luca, hai scritto veramente un bellissimo libro…😊 Leggerò altro di tuo e grazie per i complimenti al sito!

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  5. Tommaso Cutrì

    Questa tua recensione, ci lascia con la voglia di comprare questo interessantissimo libro.

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    • Manu Luna

      E allora procedi pure all’acquisto, non te ne pentirai!

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  6. Andrea

    È interessante sapere che alcuni libri trattano il tema dell’amore senza retorica buonista, con uno sguardo più crudo e realista verso tutti i suoi aspetti, da quelli più aulici fino a quelli miserabili ed imbarazzanti

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    • Manu Luna

      Concordo in pieno Andrea, e ti consiglio davvero la lettura di questo libro se, come immagino dal tuo commento, la trama ti abbia incuriosito. Ne vale veramente la pena!

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