[Intervista #17] 5 domande a…Valentina Farinaccio

1. IL TOUR PROMOZIONALE

Ciao Valentina e grazie per questo incontro, per il quale ti sei rivelata “raggiungibile” (per parafrasare il titolo del tuo ultimo libro), nonostante i mille impegni che comprendono il tour per promuoverlo in giro per l’Italia. Come sta andando?

Sta andando bene, sto finalmente incontrando e abbracciando lettrici, lettori, libraie, librai, e sto entrando con loro nel romanzo che ho scritto: ogni presentazione è sorprendentemente diversa grazie a quello che hanno da chiedermi e da raccontarmi. Confesso che il mio corpo non era più abituato a spostarsi da un luogo all’altro con tanta intensità, e sono perennemente stanca, ma molto molto contenta!

2. IL PRIMO LIBRO

Ti andrebbe di condividere con noi l’emozione legata al tuo primo libro pubblicato?

Avevo inviato il manoscritto de “La strada del ritorno è sempre più corta” a una serie di case editrici. Era il 2011. Dopo un paio di anni, quando ormai avevo fatto pace con l’idea che sarebbe rimasto una cosa solo mia, mi è arrivato un sms. Era la notte fra il 13 e il 14 gennaio del 2013: Giulia Ichino mi scriveva, scusandosi per l’ora, che aveva appena finito di leggere il mio romanzo, e che mi proponeva un contratto con la casa editrice per cui lavorava, la Mondadori. Non conoscevo nessuno, nel mondo editoriale, e per paura che fosse uno scherzo sono corsa su Google, a verificare l’identità di Giulia. Il romanzo è poi uscito nel 2016.

3. IL TEMA DELL’ULTIMO LIBRO

La protagonista dell’ultimo Non è al momento raggiungibile è Vittoria, una 40enne a cui hai cucito addosso tante realtà che ci descrivono oggi: dal lavoro precario, agli amori tutt’altro che salvifici, alla ricerca perenne di qualcosa che non sempre si ha chiaro cos’è e non ultimo, la dipendenza da tutto ciò che ci connette ad una “realtà” social: qual è stata la tematica che hai trovato più difficile sviscerare?

Ho avuto degli anni molto difficili, e mi sono chiesta: da dove arriva tutto questo male? Se permetto a una persona (vivevo una relazione tossica da manuale) di succhiarmi la vita, di distruggermi nel corpo e nella mente, non sarà che non è la relazione il problema, ma la scarsa considerazione che ho di me stessa? È stato il momento più doloroso: quello in cui ho deciso di mettermi a scavare. Quello in cui ho scelto di allargare l’inquadratura della storia che stavo per scrivere, fino a trovarci l’origine di quella fame che riempie, ma non nutre. Quella fame che sempre più, davanti all’altro, ci fa chiedere: “gli piacerò?” e mai “mi piacerà?”.

4. IL LUOGO PREFERITO

Guardando la copertina del libro, si ha come la percezione che sia stato scritto in un contesto “open”: hai un luogo in cui trovi più facile liberare la tua creatività?

È esattamente il contrario: scrivo praticamente sempre a casa, stessa sedia, stesso spicchio di tavolo. Ci provo, ogni tanto. Prendo, parto, cambio città per un po’. Procida e Torino sono i posti in cui più spesso mi rifugio. Ma alla fine, il grosso della mia scrittura arriva dal chiuso del mio salotto. Sempre da lì.

5. LA PASSIONE PER LA MUSICA

Forse non tutti lo sanno, ma sei anche un critico musicale. La colonna sonora delle tue giornate?

Lucio Dalla, Lucio Battisti, e i Beatles. Non credo di aver mai passato un giorno senza ascoltare una loro canzone.

NOTE SULL’AUTRICE VALENTINA FARINACCIO