CIELI IN FIAMME di Mattia Insolia
Tre anni dopo il folgorante esordio con “Gli affamati”, Mattia Insolia torna in libreria per Mondadori con Cieli in fiamme (già presente nella nostra lista dei consigli di Febbraio), in cui mette a confronto due diverse generazioni unite da una sequenza di conti aperti con la vita.
SCHEDA LIBRO
CIELI IN FIAMME
- Autore: Mattia Insolia
- Editore: Mondadori
- Data di uscita: 7 febbraio 2023
- Pagine: 276 p.
- Prezzo: 18,50 €
- Genere: Narrativa
- EAN: 9788804756248
TRAMA
Chi è la persona che ogni mattina incontriamo allo specchio? Quanto ci riconosciamo nel nostro sguardo e quanto ci vorremmo diversi da come siamo? Nel 2019 Niccolò ha diciotto anni e una storia famigliare complicata, per lui è impossibile non scorgere sul proprio volto le tracce del passato dei genitori. L’arroganza e la crudeltà con cui agisce lo aiutano a sentirsi libero, ma forse non fanno che spingerlo sempre più in un destino già scritto: quello del padre, Riccardo. Riccardo ha trentasei anni ed è un uomo al capolinea che vorrebbe il perdono del figlio. In auto, i due andranno verso Sud, verso Camporotondo, dove tutto ha avuto inizio diciannove anni prima. Lungo la strada Niccolò cercherà il significato del proprio passato, Riccardo la redenzione.
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Estate 2000: Teresa è un’adolescente che vive male, soffocata tra una madre incattivita dall’infelicità, un padre depresso e coetanee alle quali crede di doversi uniformare pur sentendosi lontana dai loro interessi e desideri. Quando, in vacanza a Camporotondo coi genitori, incontra Riccardo, diciottenne bellissimo e feroce, capisce che lui sarà il suo salvatore e insieme il suo carnefice. Cieli in fiamme è un romanzo potente, in cui la generazione dei figli guarda i genitori e li scopre inadeguati, adolescenti loro stessi, una visione dura ma nient’affatto priva di pietas. Pur così giovane, Mattia Insolia ha una poetica, la determinazione di esplorare la confusione, le contraddizioni, il furore, la vitalità di due generazioni: genitori e figli. Nella sua scrittura convivono in maniera originale ed esplosiva un’essenza antica, un passo da tragedia, e una sensibilità totalmente contemporanea, vicina al miglior cinema di questi anni.
RECENSIONE
Tutti siamo nati per volare, almeno in origine, poi molti si perdono per strada, magari accontentandosi di quello che a loro sembra il meglio, altri, dopo voli più o meno azzardati e non, finiti con lo schianto finale, preferiscono rimanere a terra, non accendendo nemmeno i motori. Altri invece provano e riprovano, atterrando e decollando in un turbinio di schianti e volteggi, mai indomiti, ma con le ali perennemente spezzate.
Questo concetto ce lo marchia ben a fuoco in testa il nuovo romanzo del giovane scrittore siciliano Mattia Insolia, che dopo il folgorante esordio con “Gli affamati”, torna a ripercorrere le linee cupe degli aspetti estremi e più in ombra dei suoi personaggi, che in “Cieli in fiamme” dà vita a delle vere torce umane che illuminano, volendole o subendole, inquietudini e frustrazioni profonde, ma difficilmente evitabili non solo per chi attraversa l’età dell’adolescenza, ma anche per chi l’ha superata da un pezzo ma ha il libretto dei conti in sospeso con la vita che scotta.
Nel mondo di ciascuno, nel corso degli anni, avvengono tante piccole calamità. Cataclismi capaci di far estinguere ogni forma di vita che lo abitava. Nei casi più fortunati, quando la catastrofe ha lasciato un terreno fertile, e non solo polvere, il mondo si ripopola. Di quel che è stato rimangono solo tracce, fossili interrati difficili da trovare. E i nuovi organismi, inconsapevoli, possono fiorire, vivendo sulle macerie di quella civiltà perduta e destinata a rimanere sepolta per sempre. Nei casi meno fortunati, il mondo ha per sorte quello di diventare nient’altro che un cumulo di detriti.
Insolia si conferma un immenso talento, capace come pochi di descrivere una certa tipologia di individui, costruendo questo racconto che si dipana in una struttura a capitoli paralleli – alcuni ambientati a Camporotondo nell’estate 2000, altri nell’inverno 2019 a Paloma – con uno stile diretto, crudo ma necessario per dar loro voce, non curandosi della scarsa empatia che chi legge proverà per i suoi personaggi, (tra tutti Riccardo, del quale nel romanzo ne è ripercorsa la feroce storia da ragazzo a uomo), facendogli pensare, dire o compiere, azioni per le quali molti di noi volterebbero lo sguardo dall’altra parte fingendo che non possano accadere.
Ci si abitua a tutto: alla bellezza e alla mostruosità. Perché succeda non serve né odiare né dimenticare chi ci ha fatto del bene ed è andato via, non serve né perdonare né uccidere chi ci ha fatto del male ed è rimasto. Si diventa indifferenti, si offusca la vista. E un pezzetto di noi muore.
Difficile parlarne senza rischiare di anticiparne alcuni colpi di scena, ma aggiungo che qui c’è il merito, tra l’altro, di essere spalle al muro proprio ad una storia che ti riversa addosso la drammaticità e le conseguenze di chi al mondo non ha capito come stare e fa fatica a camminarci e non (solo) per colpa sua.
E se è vero che non siamo quel che ci accade, ma come vi reagiamo e quanto siamo bravi a deciderne cosa farne, di un destino che sembra averci tirato una mano di carte sbagliate sin dalla nascita, capiremo se comprendere o condannare non solo questa storia, ma anche noi stessi, perché spesso il giudizio con cui osserviamo il mondo, lo portiamo scritto in faccia come l’identità di cui siamo fatti e certi libri, come questo, sono come uno schiaffo annunciato. Sai che arriverà ma non fai nulla per evitarlo.
NOTE SULL’AUTORE MATTIA INSOLIA
MATTIA INSOLIA è nato a Catania nel 1995. Si è laureato in Lettere alla Sapienza di Roma con una tesi sul movimento letterario dei Cannibali. Dopo aver vinto, a soli 19 anni, il Concorso Nazionale di narrativa breve “Liberestorie”, nel 2015 pubblica Grand Fillmore Hotel, cui segue, nel 2020, Gli affamati, candidato da Fabio Geda al premio Strega 2021 e tradotto in Germania. Nel 2023 esce per Mondadori Cieli in fiamme.
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2 Commenti
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Recensione molto esaustiva del libro di un autore che, seppure va a cogliere gli aspetti più cupi ed estremi dei suoi personaggi, fondamentalmente rispecchia, a mio avviso, tante tristi realtà che ad oggi rasentano la “normalità”. La storia è fondamentalmente uno scontro e confronto generazionale, un padre che evidentemente non ha saputo essere tale, che cerca di ritrovare sé stesso e ciò che resta di un rapporto genitoriale. Un figlio ribelle evidentemente alla ricerca di attenzione, diciamo che la costruzione di un rapporto genitore figlio non è facile, empatia e sensibilità potrebbero aiutare ma le eccezioni che ad oggi sono diventate quotidianità, invece ciò di cui si avrebbe bisogno è la riscoperta di valori come rispetto ed educazione e tante cose a cui si brama, dovrebbero venire naturali.
Un libro che come, tanti altri segnalati, dovrebbe smuovere coscienze.
Grazie per la proposta di lettura e complimenti sempre per il tuo lavoro.
Ciao Peppe e grazie a te, per le analisi sempre lucide e lungimiranti con cui leggi le mie recensioni!