MI LIMITAVO AD AMARE TE di Rosella Postorino

Recensione n.100 presente sul nostro sito (fa un certo effetto scriverlo!) e sono particolarmente felice di dedicarla alla mia conterranea Rosella Postorino (da noi anche intervistata) che, nel suo ultimo romanzo “Mi limitavo ad amare te” (tra i finalisti del Premio Strega 2023), ci regala un profondo e toccante racconto di alcune vite spezzate e ricostruite al tempo della guerra in Bosnia.

SCHEDA LIBRO

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MI LIMITAVO AD AMARE TE

  • Autrice: Rosella Postorino
  • Editore: Feltrinelli
  • Data di uscita: 31 gennaio 2023
  • Pagine: 352 p.
  • Prezzo: 19 €
  • Genere: Narrativa
  • EAN: 9788807035265

TRAMA

Omar ha dieci anni e passa le giornate alla finestra sperando che sua madre torni: da troppi giorni non viene, e lui non sa più nemmeno se è viva. Suo fratello gli strofina il naso sulla guancia per fargli il solletico, ma non riesce a consolarlo. Senza la madre il mondo svapora. Solo Nada lo calma, tenendolo per mano: soltanto lei, con i suoi occhi celesti, è per Omar un desiderio. Ha undici anni, sulla fronte una vena che pulsa se qualcuno la fa arrabbiare, e un fratello, Ivo, grande abbastanza da essere arruolato. Nada e Omar sono bambini nella primavera del 1992, a Sarajevo. Per allontanarli dalla guerra, una mattina di luglio un pullman li porta via contro la loro volontà. Se la madre di Omar è ancora viva, come farà a ritrovarlo? E se Ivo morisse combattendo? In viaggio per l’Italia, lungo strade ridotte in macerie, Nada conosce Danilo, che ha mani calde e una famiglia, al contrario di lei, e che un giorno le fa una promessa.  Nessuna infanzia è spensierata, ciascuno di noi porta con sé le sue ferite, ma anche quando ogni certezza sembra venire meno, possiamo trovare un punto fermo attorno al quale far girare tutto il resto.

Leggi di più

Mi limitavo ad amare te entra nelle fibre del lettore colpendo quel punto come una freccia. Ispirato a una storia vera, è un romanzo di ampio respiro, di formazione, di guerra e d’amore, che si colloca a pieno titolo nella tradizione del grande romanzo europeo. Con la sua scrittura precisa e toccante, Rosella Postorino torna a indagare le nostre questioni private, quelle che finiscono per occupare il centro dei pensieri e delle azioni degli esseri umani anche nel mezzo dei rivolgimenti storici più scioccanti. Così, mentre infuria il conflitto che per primo in Europa ha spezzato una lunga pace, ecco che ci interroghiamo sull’“inconveniente di essere nati”. Come si diventa grandi quando da piccoli si è stati amati malamente? E chi può mai dire di essere stato amato come e quanto avrebbe voluto? Nada, Omar e Danilo scoprono presto nel legame che li unisce, e che li spinge a giurarsi fedeltà eterna oppure a tradirsi, la più grande risorsa per una possibile salvezza.

LIBRO PROPOSTO AL PREMIO STREGA 2023
CON LA SEGUENTE MOTIVAZIONE

«Nell’ultima decade del Novecento ci siamo cullati nell’illusione che la Storia, intesa come catena ininterrotta di atrocità, violenze e prevaricazioni – «uno scandalo che dura da diecimila anni», diceva Elsa Morante – fosse finita. Eppure bastava guardare alla ex Jugoslavia, al di là dell’Adriatico, per avere la conferma del contrario: una guerra rimossa in tempo reale trent’anni fa, e dimenticata poi. Con Mi limitavo ad amare te, Rosella Postorino decide di tornare a quei tempi tutto sommato recenti, e a quel conflitto, proprio mentre un’altra guerra (qui c’è il potere anticipatorio di certi scrittori) torna a scuotere l’Europa. Nel suo romanzo, Postorino pratica con grande sensibilità e forza narrativa una lezione letteraria sempre valida: i veri testimoni del tempo sono le sue vittime, chi porta addosso le cicatrici della Storia ne è il testimone più attendibile. Ma i testimoni di questo tipo quasi sempre non hanno voce, e così la letteratura svolge un fondamentale ruolo vicario: raccontare per chi non può farlo. Poiché la forma romanzesca, per sua natura, è tuttavia in grado di giocare contemporaneamente più partite, ecco che quello di Postorino, oltre che un romanzo storico, riesce a essere anche un toccante romanzo famigliare e di formazione, capace di farci riflettere e scuoterci nel profondo. Le vicende dei protagonisti diventano le nostre in poche pagine. Il premio Strega può essere un’ottima occasione perché Mi limitavo ad amare te entri al meglio nel dibattito letterario di quest’anno.»

Nicola Lagioia

Scrittore (Premio Strega 2015), Direttore del Salone del Libro di Torino (2017-2023)

RECENSIONE

Si dice che si possa comprendere davvero, solo ciò che si è vissuto o ci vive addosso. Che le persone verso cui proviamo la maggiore empatia e solidarietà, siano quelle che affrontano un bagaglio di esperienze che le accomuna al nostro. Che certi periodi storici, lunghi anche anni, abbia diritto a raccontarli, solo chi ne è stato testimone, potendogli per questo donare più autenticità, rispetto e obiettività.

 

Questo vale forse per la vita vera, e in qualche caso anche per i libri, in cui spesso troviamo personaggi di fantasia, ma legati a fatti realmente accaduti, dove è più facile che ad usare la scrittura come mezzo, sia qualcuno che narra ciò che conosce in prima persona. Ma quando chi lo fa, non è schermato da questa comfort zone, i risultati possono essere due: tentare di dare credibilità allo scenario che mette nero su bianco, o tentare, riuscendoci, di parlarne come se lo avesse vissuto davvero.

 

Il non facile, ma a mio avviso centrato obiettivo, lo mette a segno Rosella Postorino che, con il suo ultimo romanzo “Mi limitavo ad amare te”, affronta le vicende umane di Nada, Omar e Danilo, i tre protagonisti che in età infantile, vivono il dramma della guerra in Bosnia (1992-1996) ed in particolare l’assedio di Sarajevo, nella quale il suono delle bombe, prende il posto di uno scenario fino a quel momento povero ma gioioso, e che segna la prima parte di un romanzo che subirà dei salti temporali (fino al 2011) utili a farci seguire nella loro sopravvivenza, crescita e rinascita, questi indimenticabili personaggi e le loro madri.

Ci sono persone che di fronte alla possibilità imminente della morte si attaccano con accanimento maggiore alla vita. La dimensione biologica ci sovrasta, precede la nostra stessa identità. Nasciamo corpo e quel corpo ci appartiene, lo sentiamo ben prima di definirlo io. Ci sono persone che, nelle cantine gremite per sfuggire alle bombe, si sono innamorate, o hanno dato il primo bacio, raggiunto un orgasmo, persone che durante la guerra hanno deciso di sposarsi, e partorito figli. Ci sono persone che sfidano la morte semplicemente vivendo, nel modo più intenso possibile: dato che prima o poi la morte trionfa, fino a quell’attimo ha senso solo essere vivi per davvero, con tutta la prepotenza del corpo. Ce ne sono altre, invece, che in uno stato prolungato di emergenza perdono ogni desiderio.

Lo sfondo sanguinario in cui vertono, si interrompe quando vengono sottratti al terribile assedio da un’organizzazione umanitaria e trasferiti in Italia, raggiunta grazie ad un viaggio in pullman non privo di controlli e pericoli e in cui è molto ben raccontato lo stato d’animo di coloro che, anche ai giorni nostri, i bambini, le giovani donne, pagano il prezzo più alto dei conflitti tra popoli.

Tu l’hai mai fatto, l’amore, amica mia? Me lo immaginavo diverso. Com’è possibile siano identici, i gesti dell’amore e del sopruso?

L’uniforme garantisce l’anonimato, e loro non sono che ragazzi, cercano la ninna-nanna fra le nostre gambe. Bisognerebbe cucirle, le donne. Rifondare un mondo senza madri.

Conosceranno lezioni di vita, più che dagli esempi di coloro che li accolgono in un orfanotrofio prima e da un nucleo familiare adottivo al quale non riusciranno ad essere mai realmente aderenti, imparando dalle relazioni che sapranno cucire in tutti gli anni in cui vivono insieme e distanti, dove amicizia, gelosia, nostalgia, sogni confessati e inconfessabili, violenza, rabbia, passione e infine si, per forza, l’amore, è tutto ciò fa che esistere un romanzo in cui nessuna emozione umana è lasciata fuori, con in più la tematica della guerra e di cosa lascia in chi gli sopravvive, utile a marchiare potentemente tutta la storia.

Voleva convincersene e lui ne era la prova, che si può vivere senza una madre e un padre, che si può crescere senza un consiglio, uno sprone, un abbraccio di conforto: non si muore mica, non si diventa più deboli né più forti, siamo tutti scagliati nel mondo verso la possibilità della morte – è all’origine del creato, la mancanza d’amore.

La Postorino dà inoltre risalto, all’importanza della speranza e di come questa sappia restituire senso alla mancanza, terribile se mista al dubbio se li rivedrai mai o no, di coloro che ti sono stati strappati via da un momento all’altro e lo fa armando uno di questi ragazzi, della sete di ricerca più inquantificabile che c’è, perché li sente ancora vivi, ancora in attesa, come lui, di ritrovare l’unica cosa che sopravvive anche alla guerra: l’amore per la propria famiglia.

NOTE SULL’AUTRICE ROSELLA POSTORINO

Laura Imai Messina

Rosella Postorino (Reggio Calabria, 1978) è una scrittrice italiana. Cresciuta a San Lorenzo al Mare (Imperia), vive e lavora a Roma. Ha esordito con il racconto In una capsula (Ragazze che dovresti conoscere, Einaudi Stile libero 2004), mentre il suo primo romanzo La stanza di sopra, uscito nel 2007 per Neri Pozza Bloom, è entrato nella rosa dei tredici finalisti del Premio Strega e ha vinto il Premio Rapallo Carige Opera Prima e il Premio Città di Santa Marinella. Con il romanzo Le assaggiattrici, pubblicato per Feltrinelli nel 2018, ha vinto il Premio Campiello. Tra le sue collaborazioni: la Repubblica e Rolling Stone. Ha inoltre tradotto e curato alcune delle opere della scrittrice  francese Marguerite Duras. Nel 2023 è uscito per Feltrinelli il romanzo Mi limitavo ad amare te, finalista al Premio Strega dello stesso anno.

BIBLIOGRAFIA DI ROSELLA POSTORINO

  • Ragazze che dovresti conoscere (antologia, Einaudi 2004)
  • La stanza di sopra (Premio Rapallo Opera Prima, Neri Pozza 2007)
  • Working for Paradise (antologia, Bompiani 2009)
  • L’estate che perdemmo Dio (Einaudi 2009)
  • Il mare in salita (reportage, Laterza 2011)
  • Il corpo docile (Einaudi 2013)
  • Undici per la Liguria (antologia, Einaudi 2015)
  • Le assaggiatrici (Premio Campiello, Feltrinelli 2018)
  • Tutti giù per aria (infanzia, Salani 2019)
  • Io, mio padre e le formiche. Lettera ai ragazzi sui desideri e sul domani (Salani 2022)
  • Mi limitavo ad amare te (Finalista Premio Strega 2023, Feltrinelli 2023)
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10 Commenti
  1. Katia

    Grazie Manuela, sempre attenta, appassionata e precisa sei una garanzia per i consigli di lettura

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    • Manu Luna

      Grazie a te per la fiducia e stima sempre rinnovate

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  2. Antonella Valentini

    Conosco quelle storie drammatiche di famiglie separate, uomini senza futuro, donne con le lacrime agli occhi. In quel periodo nella mia città accogliemmo molti profughi, ricordo con affetto due fratelli, che non avevano più di 30 anni, li chiamai a vangare il mio orto, era un modo per aiutarli a non sentirsi inutili.

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    • Manu Luna

      Un gesto molto bello da parte tua,Antonella. Grazie per averlo condiviso nel nostro spazio.

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  3. Eri

    Avendo affrontato già l’autrice, so quanto sia brava nel descrivere il dolore e scenari drammatici, pensavo che utilizzare una tematica così delicata fosse “vincere facile” ma mi hai convinta ad affrontare anche quest’ultimo libro, grazie Manu!

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    • Manu Luna

      Mi fa piacere sentirlo Erika, se apprezzi già l’autrice, non ti pentirai del tempo dedicato a questo suo ultimo romanzo, toccante e coraggioso!

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    • Peppe

      Un libro già recensito per tempo, giustamente ripreso per la sua candidatura al Premio Strega 2023 e dato tra i papabili vincitori del premio finale… articolo come sempre molto esaustivo, commenti ed interventi evidenziano sfaccettature non rilevate prima e quindi aiutano ad arricchire il proprio bagaglio culturale.
      Guerra… è un termine forte, pesante, portatore di morte e distruzione, comprensibile bene purtroppo a chi l’ha vissuta e la vive perché, brutto da dirsi, ma fin quando qualcosa non ci tocca da vicino, la si vive con leggerezza, come sta succedendo in Ucraina e come ai tempi è successo per la ex Jugoslavia e come purtroppo succede per tante guerre nel mondo di cui non si parla perché non interessano i potenti.
      Un tema molto vasto, da affrontare con empatia e che smuova le giuste coscienze per il bene comune. La guerra in Jugoslavia è stata devastante perché ha visto scontri fratricidi legati a religione e territori differenti, si risentì il termine pulizia etnica che fu slogan del nazismo e ciò ci dovrebbe far pensare che abbiamo imparato niente da eventi passati.
      Questo approfondimento sul libro della Postorino è stato gradito e non nego una simpatia per una reggina di nascita, che sa scrivere, per la vittoria finale del Premio Strega 2023.

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      • Manu Luna

        Bentrovato Peppe, considerazioni tutte molto centrate e condivisibili le tue…Mi unisco alla tua speranza che quest’anno il premio possa andare non solo ad una scrittrice nostra conterranea, ma anche ad una validissima creatrice di storie.

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  4. Tommaso Cutrì

    Accurata analisi, hai solcato il percorso tracciato, in maniera sapiente e meticolosa.
    Doti che fanno capire la tua passione per la lettura.
    Complimenti Manu

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    • Manu Luna

      Grazie mille Tommaso, sono contenta ti sia piaciuta, è un libro molto bello, che ti consiglio.

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