IL BIKINI DI SYLVIA PLATH di GIADA BIAGGI

C’è tutto il glamour, il caos psicofisico e il fermento socialite di una città come Milano, nella protagonista raccontata dalla stand-up comedian italiana Giada Biaggi, che con il suo romanzo d’esordio “Il Bikini di Sylvia Plath” (da noi già attenzionato nella nostra playlist sulle 10 migliori uscite di settembre), dimostra quanto possa essere divertente e affascinante crogiolarsi in alcune situazioni disperate per trovare il proprio posto nel mondo.

SCHEDA LIBRO

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IL BIKINI DI SYLVIA PLATH

  • Autrice: Giada Biaggi
  • Editore: Nottetempo
  • Data di uscita: 16 settembre 2022
  • Pagine: 256 p.
  • Prezzo: 16 €
  • Genere: Narrativa
  • EAN: 9788874529674

TRAMA

Eva è una brillante dottoranda in Filosofia dell’arte, studia la performance femminista, detesta il “patriarcato negazionista” che si annida dietro i manierismi della “Dandy-Accademia” e dell’intellighenzia mondana, frequenta la fauna delle Fondazioni che fanno tendenza con la loro coda di after-party e anglismi d’ordinanza, vive a Milano in un monolocale soppalcato che costa più del dovuto, legge Sylvia Plath mentre segue compulsivamente gli account social di Claudia Schiffer. Impelagata in un’ossessiva relazione di sexting su Instagram, in una tesi di dottorato da concludere con un professore-seduttore e nello straniamento sintetico del diluvio digitale, Eva arriva a dividersi tra cocaina, masturbazione, le sleep stories dell’app Calm e gustosi dialoghi fantasmatici con Freud, Woody Allen e David Foster Wallace. Il tutto fra le ingerenze più o meno confessabili di un ingombrante padre accademico e una trafila di amori tossici per diversi maschi manipolatori, che dispensano sapientemente mansplaining per diradare le nebbie della “complessità femminile”. In un mix di comicità e disperazione, sotto l’egida del sorriso di plastica della suicida Marilyn appeso sul water, le esperienze e i pensieri di Eva si tingono di nero e colori acidi, diventando sempre più allucinatori. Fino a tornare, con nuova luce, sui versi di Sylvia Plath, e sciogliere il nodo del loro segreto.

RECENSIONE

Inusuale, ma più comune di quanto non si pensi, è il fatto che molti lettori inizino un libro andando a sbirciare il finale. Non sono tra questi, ma ho sempre pensato che ciò, oltre ad una mal trattenuta curiosità, li illuda di avere il “potere” di non essere sorpreso da colpi di scena non intuiti o dall’ipotesi di essere deluso lettura facendo, se mi passate l’espressione.

Probabilmente sarebbero gli stessi a rispondere si, se chiedeste loro di voler essere messi al corrente, se si potesse sapere prima, di come andrebbe a finire una relazione d’amore/ lavorativa o di vita in generale, per poter valutare se sia il caso di intraprenderla oppure no.

Ma così facendo, non si perderebbe gran parte del divertimento per strada? Seppur con tutti pro e i contro di cui è fatto il mistero che compone le nostre vite, si intende. Chiunque di noi, ha dei giorni in cui tra tutti i super poteri (non) esistenti vorrebbe quello di poter sapere in anticipo cosa succederà nel nostro futuro, se o quando.

Il modo molto ironico e originale che ha trovato Eva, dottoranda in filosofia dell’arte, per illudersi di saperne più degli altri, è quello di instaurare delle immaginarie conversazioni, tra passato e futuro appunto, con quelli che sono i suoi guru di riferimento universitari e non solo: Freud, Sylvia Plath, Virginia Woolf, Woody Allen, “confrontandosi” con loro su tutte le difficoltà di portare avanti le aspettative a volte eccessive, pretese dalla società in ogni campo.

La nostra era una società in cui i momenti non accadevano più in sé e per sé ma erano condannati a diventare rettangoli istantanei di contemporaneità condivisa, meglio se in movimento, con degli effetti speciali e una descrizione accattivante. Questa abitudine di ridurre la complessità dei sentimenti in “icone emotive” aveva ormai cambiato per sempre e in maniera ineluttabile il nostro sentire – penetrando l’inconscio collettivo e fecondandolo con il seme dell’analfabetismo affettivo.

La giovane protagonista di “Il bikini di Sylvia Plath” segna l’esordio in libreria della stand-up comedian, sceneggiatrice e scrittrice Giada Biaggi, che in Eva riversa non solo il suo estro estetico, ma piuttosto un’ironia a volte amara, ma mai assente e che per questo rende una storia in cui si toccano temi complessi come la dipendenza dalle droghe e il rifugiarsi in amori tossici per colmare altre intuibili lacune interiori, profonda senza mai intristire o appesantire il lettore.

E che anzi, grazie all’amore per il cinema, la filosofia e la poesia di cui Eva è ingorda, ci proietta in questo mondo immaginario ricco di perle miliari dell’arte e si finisce per tifare per la sua rinascita, che di solito precede un riscatto nei confronti di qualcosa o qualcuno (e nel suo caso c’è una lista non da poco dalla quale doversi rinfrancare…) e che è il modo in cui spesso chi scrive, fa terminare i suoi libri…Se sarà il caso di questo, scopritelo da pagina uno!

Leggi anche l’intervista con l’autrice

Intervista-a-Giada-Biaggi

NOTE SULL’AUTRICE

GIADA BIAGGI

Comica, sceneggiatrice, scrittrice

giada biaggi scrittrice
Milano,
1991

Giada Biaggi (1991) è una sceneggiatrice, stand-up comedian e autrice di podcast. Laureata in Filosofia, ha collaborato con varie testate, tra cui Cosmpolitan, D – la Repubblica, Elle, Marie Claire. Il suo podcast Philosophy & the City, che attraverso un confronto ironico con la filosofia affronta le tematiche più rilevanti del dibattito contemporaneo, ha scalato le classifiche di Spotify. Cura una newsletter molto seguita, Daddy Issue. Il bikini di Sylvia Plath è il suo primo romanzo.

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6 Commenti
  1. luca

    Di questo libro e della sua trama, mi è piaciuto soprattutto la capacità della protagonista di astrarsi dalla quotidianità digitale e povera di rapporti autentici, per colmare la sua vita e la sua anima vera, con dialoghi fittizi assieme ai suoi personaggi preferiti, gli unici forse che potrebbero capirla e apprezzarla per quello che lei è, che rappresenta in un mondo fatto di falsi miti, rapporti volatili ed inconsistenti, fantasmi svuotati da ogni sana pulsione, insomma banalissimi prodotti della cultura di massa moderna.
    Ma in fondo, anche in ognuno di noi, nessuno escluso, alberga almeno un pò di quel masochismo che ci fa decidere a volte di come sia più gratificante, all’apparenza, abbandonarsi agli stereotipi di quella stessa società che critichiamo e il solo pensare di essere qualcosa di diverso da chi ci circonda, può risultare in una fatica così estenuante da volerla narcotizzare con luci, colori, sapori e odori così sintetici nella loro falsità di fabbrica..

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    • Manu Luna

      Ciao Luca! Concordo con quella che trovo un’analisi ineccepibile circa il contenuto/messaggio del libro della Biaggi. A volte succede esattamente quello su cui rifletti tu: si sceglie la via più comoda per non sentirsi diversi da una società che apparentemente vuol bene a chi tende a fare tutto uguale agli altri, non capendo (o fregandosene) che questo sbarra un pò il passo ad una sana crescita e una consapevolezza di sè, che tutti prima o poi dovremmo raggiungere, coltivando in realtà più quello che è vicino al nostro sentire, che ai “si” e ai “voglio” perpetuati dalla massa. Bravissima l’autrice nel trattare certi concetti con una ironia ed intelligenza, degne di nota!

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  2. Michele Punturieri

    Gli ingredienti per attirare il lettore ci sono tutti.
    Il titolo è già geniale.
    I temi affrontati assolutamente contemporanei.
    Certo, le donne potrebbero apprezzare di più. Ma anche i maschietti potrebbero ritrovarsi con un compendio di concetti e pensieri utili per riuscire a comprendere, un pizzico in più, l’universo e l’immaginario femminile. Per questo mi incuriosisce…. 😉

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    • Manu Luna

      Ciao Michele, ammetto che il titolo (e la copertina del libro) mi hanno conquistato ancor prima di leggere questa storia che, come ben noti anche tu dalla trama e dalla mia recensione, è super contemporaneo, stuzzicante e anche fruitore di riflessioni comico-amare che rendono questa lettura originale e diversa dalle solite!

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      • Peppe

        Recensione molto esaustiva… il titolo del libro mi sembra di averlo già incontrato in qualche altra rubrica e se errore non faccio, ho espresso anche qualche commento visto che allora come adesso, tratta tematiche contemporanee dell’universo femminile che per alcuni aspetti mi intrigano parecchio… Mix di tematiche trattate con facoltà di chi ha studiato, con la genialità del comico e l’intelligenza di chi sa costruire dalla mondanità.
        Proposta di lettura che incuriosisce ed allo stesso tempo invita a riflessioni…

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        • Manu Luna

          Bentrovato Peppe e grazie per il tuo seguito fedele, attento e di ottima memoria direi, visto che si, avevi già nominato “Il bikini di Sylvia Plath” come titolo che ti aveva incuriosito tra le nostre proposte per il mese di settembre! Ti consiglio di leggere anche l’intervista che la stessa scrittrice mi ha concesso, perchè anche lì, viene fuori il suo carisma e la bravura con cui ha saputo intercettare tematiche attuali e di comune interesse tra i giovanissimi e non solo.

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