SURRENDER: 40 CANZONI, UNA STORIA di BONO

Il Dala Lama un giorno gli disse che ogni meditazione sulla vita deve partire da una meditazione sulla morte e “Surrender”, l’autobiografia di Bono, parte proprio da lì. Un fiume di parole in cui racconta come perdendo la sua famiglia d’origine ne ha poi trovate altre due: la band, gli U2, e soprattutto Ali, la donna con lui da sempre.

SCHEDA LIBRO

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SURRENDER – 40 CANZONI, UNA STORIA

  • Autore: Bono
  • Editore: Mondadori
  • Traduttore: Michele Piumini
  • Collana: Vivavoce
  • Data di uscita: 01 novembre 2022
  • Pagine: 696 p.
  • Prezzo: 27,00 €
  • Genere: Autobiografia
  • EAN: 9788804713418  

TRAMA

Un libro di un artista combattivo, che scopre di essere al suo meglio quando impara ad arrendersi. Episodico e irriverente, introspettivo e illuminante, “Surrender” è la storia della vita di Bono, strutturata – senza troppo rigore – intorno a quaranta canzoni degli U2. Bono è nato nel Northside di Dublino da padre cattolico e madre protestante in un periodo di crescente violenza settaria in Irlanda. La perdita della madre a quattordici anni ha aperto in lui un vuoto che lo avrebbe portato a cercarsi una famiglia. Da piccolo si sentiva mediocre, ma la sua vita avrebbe dimostrato che nessuno è davvero mediocre. Ha una creatività caotica ma onnipresente… in studio di registrazione, sul palco, durante una manifestazione, nei corridoi del Congresso degli Stati Uniti o nell’angolo di un bar.

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Scopriamo le sue difficoltà a gestire la rabbia, un sentimento che traspare dalle sue canzoni sull’amore e sulla nonviolenza, e lo sentiamo ammettere di avere un ego “ben più grande della mia autostima”. In quarant’anni di carriera gli U2 si trasformano da ambiziosi teenager al più grande gruppo del mondo, e Bono da attivista part-time a forza motrice a tempo pieno della lotta per cancellare il debito dei paesi poveri e convincere i governi, in particolare quello degli Stati Uniti, ad affrontare l’emergenza globale dell’AIDS. Assistiamo con lui alla nascita del PEPFAR, il President’s Emergency Plan for AIDS Relief, all’epoca il più grande intervento contro una singola malattia nella storia della medicina. Bono definisce “fattivisti” i membri di ONE, la ONG di cui è stato cofondatore, e descrive l’organizzazione gemella (RED) come “droga di passaggio” per l’attivismo. I fan degli U2 scopriranno l’opinione di Bono sulla longevità della band a fronte di decenni di difficoltà personali e profonde divergenze creative, e troveranno le chiavi per interpretare le canzoni più famose e importanti del gruppo. Si aprono le porte sulla vita interiore di Bono. Un tema ricorrente è lo spreco del potenziale umano, un altro è la fede, definita come capacità di percepire il segnale nel rumore, una “piccola voce quieta” che l’artista sente soprattutto nel suo matrimonio, nella sua musica e nella lotta contro la povertà estrema. Ma più di ogni altra cosa “Surrender” è una storia d’amore dedicata alla moglie Ali, che Bono invitò a uscire per la prima volta la stessa settimana in cui gli U2 avevano suonato insieme per la prima volta. Alison Stewart è la regista delle scene fondamentali di quest’opera, compreso il terzo atto in cui la coppia sta entrando oggi, alle prese con tante domande e poche risposte su quando vale la pena di combattere e quando è il caso di arrendersi.

BOOK TRAILER

RECENSIONE

Ci vuole una magia perché gruppo e pubblico scompaiano l’uno nell’altro, un rito pseudoreligioso che si fa davvero religioso. Una comunione di gruppo e fan in cerca di una sorta d’elevazione, una notte fuori di noi. E tutto questo ha luogo… SUL PALCO. Eravamo gli autori e i personaggi, gli attori e i critici. Emozionati e nervosi per l’inizio di un’avventura insieme. Non avevamo idea di cosa ci aspettasse di lì a dieci anni. Venti. Trenta. Rilancio. Quarant’anni. Alla fine avremmo capito cosa stava succedendo in quel momento. Invece di subire l’amore, lo stavamo conquistando. È così ancora oggi.

Spesso a trattenerci sono i nostri punti di forza, non le nostre debolezze. Servizio, ambizione, dovere, lealtà, voglia di essere il migliore, voglia di dire di sì: non sono poi qualità così terribili. Anzi, potrebbero suonare in tutto e per tutto come punti di forza, ma ad una mente abituata a non fare (e farsi) sconti e a cercare di andare sempre in profondità nelle cose, può venire il dubbio che questi possano diventare una copertura per qualcosa di meno nobile. Come il bisogno di essere al centro dell’attenzione. Una fame insaziabile di straordinario che ti fa perdere la capacità di apprezzare l’ordinario.

Se hai la spalla piena di lividi a forza di provare ad abbattere ogni porta chiusa a chiave, forse ci sono porte che è meglio non abbattere. O forse alcune di quelle porte hanno la chiave nella serratura. Questa lotta interminabile per l’arte, per la giustizia, per l’autoesaltazione. Tutta questa ambizione, tutto questo ego. Il motore di questi obiettivi è il senso del dovere o un senso di sé gonfio fino allo stremo?

Una lotta che spesso non è con il mondo, ma con noi stessi. E ad esser diventato un esperto in questa lotta, è il frontman degli U2,  tra le rock band più famose al mondo: Paul David Hewson, in arte Bono Vox, che in “Surrender – 40 canzoni, una storia”, confeziona con ben 700 pagine, un’autobiografia che sembra non voler lasciare da parte niente e nessuno.

A partire dal bellissimo ricordo con cui si apre, dedicato ad Iris, madre la cui scomparsa, ha segnato per molto tempo il rapporto di “non detti” col padre e il fratello, ma che sin da ragazzino gli ha dato prova di non aver chiuso con la volontà di dare e ricevere amore, grazie al fortunato incontro con colei che si rivelerà esserne l’unico, sua moglie Ali, insieme ai loro 4 figli.

Era felice per me perché sapeva che la musica era la mia libertà. Libertà dall’obbligo di trovarmi un lavoro vero, libertà dall’obbligo di dimostrare quanto valevo. Libertà di scoprire il mondo e il mio posto in esso.

Un mondo che, ammette, non avrebbe mai potuto vivere e vedere senza gli altri membri che formano la sua storia musicale – e non solo – con gli U2: il chitarrista e tastierista David Howell Evans (meglio noto come The Edge), il batterista Larry Muller e il bassista Adam Clayton, con cui sin dai loro esordi ha tenuto ben saldo il filo di tre accordi che per tutti, è stato il loro vangelo: amore, desiderio di un mondo amorevole e protesta, la rabbia contro l’ingiustizia presente.

Grandi suoni di batteria, chitarre, bassi e tastiere. Grandi temi, grandi emozioni. Ho sempre amato la musica grande. Le canzoni sono le mie preghiere. Le canzoni sono anche la mia vita, e se vivi nelle canzoni è meglio assicurarti che ci sia spazio sufficiente. Le dimensioni della canzone sono importanti. Deve entrarci tutta la tua vita emotiva, e tantissime emozioni che non riuscivo a esprimere da ragazzo al 10 di Cedarwood Road hanno poi trovato espressione nei pezzi degli U2. Quelle canzoni sono diventate la mia casa.

La forza di questo libro è nella vita stessa di un uomo che ha, si, messo al centro di tutto la sua vocazione per la musica e al vivere di questo, ma che negli anni è stato incredibilmente e sempre più generosamente attivo in prima linea in tantissimi paesi bisognosi di aiuti, forze, attenzioni, voce. Ed è proprio cantando che ha avuto spesso la possibilità di essere concreto nelle intenzioni e protagonista di incontri con gente che a cambiare il mondo ci ha provato davvero: Dalai Lama, Nelson Mandela, Lady Diana, Bob Geldof.

Numerosi anche i suoi incontri con politici di ogni appartenenza e rappresentazione governativa e note le sue idee, per cui con coraggio si batte ancora oggi e che riconosce gli tolgano il sonno più dei piccoli e grandi demoni con cui è abituato a convivere dividendo da sempre e per sempre il suo tempo con gli altri – il gruppo – che è rifugio, ma spesso anche ombra, generazione, degenerazione e rigenerazione.

Il successo come lavoro frenetico e disfunzionale, un pretesto per le tendenze ossessivo-compulsive. Il successo come ricompensa del lavoro massacrante, che potrebbe nascondere una forma di nevrosi. Il successo dovrebbe essere accompagnato da un avviso di rischio sanitario, per lo stacanovista e per chi gli sta intorno. Il successo può nascere da un vantaggio o una circostanza ingiusta. Se non un privilegio, allora un dono, un talento o un’altra forma di ricchezza ereditaria. Ho sempre creduto che il mio dono consistesse nel saper trovare la linea melodica non solo nella musica, ma anche nella politica, nel commercio e nel mondo delle idee in generale.

40 canzoni, usate come titoli per i capitoli che si susseguono come uno spartito unito da un’unica melodia, la rivelazione di sé e da sé, un’urgenza che Bono è evidente covasse da molto tempo, un racconto che sembrava non volesse mai finire, come alcune note a cui allunga volutamente il finale, per cercare di rendere più incisiva possibile l’impronta che vorrebbe lasciare a chi lo ascolta, e ora anche a chi lo ha letto.

NOTE SULL’AUTORE

BONO

Cantautore, musicista, compositore e attivista

Bono U2

Dublino,
10 maggio 1960

Bono, pseudonimo di Paul David Hewson (Dublino, 10 maggio 1960), è un cantautore, attivista, compositore e musicista irlandese, frontman della rock band U2. Nel 1976 rispose al volantino di Larry Mullen lasciato su una bacheca della scuola, che cercava persone per formare una band. L’amico Reggie Manuel lo convinse ad andare a casa di Mullen per le prove. Si presentò come chitarrista, ma c’erano anche altri due chitarristi nel gruppo “The Hype”, Dave Evans (The Edge) e suo fratello Dick, e vista la notevole differenza tecnica tra Bono e gli altri due, Bono finì con l’essere il cantante. A seguito dell’abbandono del gruppo di Dick Evans, presero il nome di U2. Faceva già parte della band come bassista anche Adam Clayton.

Il 29 marzo 2007 viene insignito del titolo di “Cavaliere” dalla regina Elisabetta II per il grande contributo in ambito musicale e umanitario. Tuttavia non potrà essere chiamato “Sir”, titolo riservato ai soli cittadini britannici.

Bono è sposato con Alison Stewart dal 1982. I due si sono conosciuti nel 1975, quando entrambi frequentavano la Mount Temple School di Dublino, e da allora non si sono più separati. Insieme hanno avuto quattro figli e vivono a Killiney, una località vicino a Dublino.

CANZONE SIMBOLO di BONO With or Without You, singolo del gruppo musicale irlandese U2, pubblicato il 16 marzo 1987 come primo estratto dal quinto album in studio The Joshua Tree. Costituisce l’esempio tipico di una ballata rock anticonvenzionale e struggente. Controversa appare l’interpretazione del testo, leggibile in diverse chiavi di lettura. Da una parte si fa spazio l’idea che il tema portante sia la fine dolorosa di una storia d’amore, dall’altra appare possibile un’interpretazione più mistica che vede nel complesso e sentito rapporto di Bono con la religione, la sua giustificazione. Il singolo della canzone ebbe un immenso successo di pubblico ed ancora oggi insieme a One rappresenta una delle hits più conosciute e con più cover della band. 

La canzone è presente nel film del 1994 Blown Away, così come nell’episodio finale di The Americans. È stata inoltre utilizzata in Friends, in un momento della relazione tra Ross Geller e Rachel Green.

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A questo proposito, non dimenticare di dare un’occhiata agli altri titoli della sezione Note di Carta

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28 Commenti
  1. andrea

    Ciao Manuela 🙂 Partecipo con piacere alla discussione e complimenti per il blog. Ho letto questa biografia che mi ha confermato l’idea che mi ero fatto di Bono. Gli U2 sono stati l’inizio del mio interesse per la musica, significano tanto per me, per cui credo di conoscere abbastanza l’argomento.Lui negli anni 80 era molto impegnato in ambito umanitario e sembrava genuinamente interessato. Dagli anni 90 in poi , credo sia diventato un politico, dando pubblico sostegno a Bill Clinton e questa adesione nei confronti di politica e finanza cresce sempre di più. Oggi, bazzica come se nulla fosse nei corridoi del forum di Davos, dove si decide la sorte di tutti i poveri cristi. Ha sempre affermato che incontrare questi demoni è utile per raggiungere dei veri cambiamenti concreti, ma non ne vedo molti in giro e credo che siano stati loro a cambiarlo. Grande sognatore coraggioso o grande paraculo? Quesito molto difficile anche per lui credo.

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    • Manu Luna

      Benvenuto tra i nostri lettori Andrea! Commenti una delle recensioni più lette ed apprezzate, ed è bello sentire il parere, in questo caso, di qualcuno che ha letto la biografia di Bono. Non ho sufficienti conoscenze, analoghe alle tue, circa gli argomenti che citi, ma non ho dubbi che rispetto agli intenti iniziali, vuoi o non vuoi poi qualcosa cambia sempre, e ahimè, non è detto in meglio e per chi dovrebbe beneficiarne….Per nostra fortuna, rimane sempre un gran pezzo di performer insieme ai suoi grandi musicisti, facciamoci bastare questo!

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      • Andrea

        Ad un certo punto anche noi fans maturiamo e cambiamo con loro. Siamo compagni di viaggio a distanza. L’ eroe ad un certo punto non è più la tua icona, ma per quanto è possibile , magari tu 🙂 riguardo a quello che scrivi nel finale, in questi giorni sto quasi lacrimando per i concerti di Las Vegas. Il ritorno dello ZOO TV. dopo 30 anni.Consiglio la visione. Davvero esaltante e futuristico.

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      • andrea

        Vero, cambiano gli eroi ad anche i fans 🙂 che potrebbero magari diventare eroi di loro stessi, ed evitare eccessive divinizzazioni quando non è il caso. Meglio attenersi alla musica, come dicevi 🙂 infatti, in questi giorni sto lacrimando davanti ai video dei nuovi concerti allo Sphere di Las Vegas. Il ritorno dello ZOO TV dopo trent’anni, un tour che ha cambiato la storia dei tour mondiali con tecnologie innovative. Oggi sono sicuramente ancora in grado di stupire, nonostante il grande calo di voce.

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  2. Paolo Infanti

    Manu, leggo con piacere le tue recensioni, e anche questa mi ha coinvolto per la sua completezza.
    Sto leggendo il libro, mi piace come Bono parli della madre Iris, di come il non parlare mai di lei col padre e il fratello dopo la sua morte, abbia condizionato e non poco la formazione del suo carattere.
    Anche le frasi delle sue canzoni lasciate in inglese qua e là nel libro, sono parte essenziale del libro stesso.
    Ho letto solo una cinquantina di pagine, alla fine del libro completerò questo commento.
    Come sempre, un plauso a Manu per la recensione

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    • Manu Luna

      Ciao Paolo, i tuoi complimenti mi fanno piacere in modo particolare, perchè scritti durante la lettura di un libro, quello di Bono, che a quanto ho capito, sta coinvolgendo anche te…Se sei a pagina 50, il viaggio è ancora lungo…ti aspetto alla fine. Se vorrai sono qui a leggere il resto di ciò che vorrai scrivermi! Grazie mille e buona lettura!

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  3. luca

    Come sempre (🤣), non sono particolarmente fan dei U2, pur avendo le mie (loro) canzoni preferite.
    E come sempre, la storia del loro front-man da te recensita, mi incuriosisce e fa venire la voglia di leggere questo libro, per approfondire quanto ancora non so di questo gruppo che ha cavalcato l’onda dei decenni musicali sia con la fierezza di un naufrago che si appiglia alla volontà di sopravvivenza, sia con la meraviglia di un capitano di vascello che guarda un tramonto dalla prua, su un mare placido.

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    • Manu Luna

      Bentrovato Luca! Il fatto che non si sia necessariamente fan di un gruppo o dii un cantante, ma si possano elencare dei pezzi preferiti che li/lo riguardano, la dice lunga sul talento e l’impronta indiscutibile che, una band musicale come la loro (che può piacere o meno, è chiaro) è riuscita a lasciare nell’olimpo musicale. Piacere doppio il mio, nel leggere che nonostante tu, Bono, lo “segua” relativamente, la recensione che ne ho fatto circa la sua vita e la sua storia raccontate nel libro, ti abbia incuriosito al punto di pensare di leggerlo. Grazie per la visione (anche) poetica che spesso riesci a trasmettere con i tuoi commenti. La apprezzo tantissimo!

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  4. Michele Piumini

    Ciao, mi permetto di farti notare che nella scheda del libro manca un’informazione importante: il nome del traduttore. Per ragioni che dovrebbero essere ovvie, citare il traduttore è una buona (e doverosa) abitudine che ti invito a prendere, a prescindere dal fatto che in questo caso sono io. Grazie e un saluto, Michele

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    • Manu Luna

      Ciao Michele, ho aggiunto l’informazione mancante che, d’abitudine metto sempre (vedi recensione della biografia di Lenny Kravitz, sempre da te tradotta). Si è trattato in questo caso di una mia svista, per la quale mi scuso e che mi permette di farti i complimenti per l’accurato lavoro di cui ti occupi e ringraziarti per la giusta (e doverosa) segnalazione.

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  5. Antonella

    U2, un’epoca, musica che ha accompagnato le mie notti a girovagare per la città… una bellissima storia quella di Bono. La conoscevo ma rileggere è stato emozionante, un tuffo di emozioni e ricordi dimenticati.

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    • Manu Luna

      Ciao Antonella, anche io ho bellissimi ricordi legati a questo artista e a questa band straordinaria. Il libro è un bellissimo viaggio dentro e fuori le sue canzoni e non solo.

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  6. Sonny

    Recensione che incuriosisce e convince ad acquistare il libro. Se fatte bene, le recensioni servono proprio a questo, no? Quindi brava! E complimenti, come sempre, per il lavoro meticoloso…

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    • Manu Luna

      Grazie Sonny…concordo con te! Io stessa, a mia volta, leggo alcune recensioni che mi permettono di far scattare quel click in più per essere portata alla scelta delle mie letture. Questa di Bono, non ne ha avuto bisogno, perchè essendo un artista che ho sempre amato, ero curiosa di saperne di più sulla sua vita e la sua storia. Aspettativa non disattesa!

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  7. Tom riddle

    Interessante come biografia, da oggi lo ascolterò con un interesse diverso , grazie mille

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    • Manu Luna

      Ciao Tom, ti confesso che da quando leggo le autobiografie di alcuni artisti, anche per me è cambiato il modo in cui li “sento”. Molti di loro rivelano una generosità nel volersi far scoprire anche per aspetti diversi da quelli professionali, che non può non farteli amare anche sotto altri punti di vista. E’ il caso di Bono e di questo libro, che ti consiglio di leggere assolutamente!

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  8. Mattia

    Bellissima analisi, ammetto che ci sono passaggi che mi hanno colpito parecchio. Aspetto una recensione anche di band/musicisti che ascolto io. 😝😬

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    • Manu Luna

      Ciao Mattia! Accolgo suggerimenti, quali artisti segui?

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  9. Mario

    Wow! Come al solito, famiglia, libertà passione…Elementi comuni a persone che vogliono dire e sottolineare qualcosa nella vita.
    Grazie Manuela per l’ottima proposta stimolante . Un bel regalo post natalizio.
    Buona luce!

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    • Manu Luna

      Grazie Mario, per il tuo entusiasmo sempre rinnovato e per l’augurio finale con cui accompagni spesso i tuoi commenti e che spero sia di buon auspicio! Nel libro di Bono, sono presenti in dose ben massiccia proprio questi 3 valori importantissimi a cui tu fai riferimento, te lo consiglio davvero, sono certa che ti piacerebbe! Un caro saluto e alla prossima!

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  10. Peppe

    Bella recensione per il libro di uno degli artisti che più apprezzo nello scenario musicale ma soprattutto della vita. Bono Vox è proprio l’incarnazione del detto che chi ha sofferto fa di tutto affinché chi è intorno a lui non provi le medesime sensazioni, anzi, è andato oltre interessandosi sempre dei bisognosi.
    Al di là del mio pensiero su chi ha ottenuto fama pubblica con un libro autobiografico, in questo caso tanto di cappello per la persona, prima che all’artista.

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    • Manu Luna

      Grazie Peppe! In effetti, lui è un esempio di come un uomo partito dal nulla e grazie ad un dono, che molto umilmente ammette non avrebbe saputo valorizzare senza la presenza del resto della band nella sua vita, possa raggiungere con la determinazione prima e la giusta sensibilità poi, obiettivi che non solo lo hanno reso un inimitabile leader musicale, ma anche un riferimento per molti, perchè grazie alla fama, ha potuto bussare a porte che aiutano collaborazioni importanti per parti del mondo più sfortunate.

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  11. Lombardo G

    Le storie dei singoli artisti mi affascinano molto, così come scoprire cosa c’è dietro ad un grande successo.
    Soprattutto la vita di Bono che si differenza molto, sia come cantautore che, in particolar modo, come persona.

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    • Manu Luna

      Ciao Luigi, concordo con te! Definire Bono un semplice cantante o musicista, non è possibile. E come racconta lui stesso nel libro, ha avuto la fortuna di usare la sua notorietà per fare cose meravigliose, non solo nel campo dell’arte.

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  12. Natale Rodà

    Centrata ed interessate. I riferimenti son quelli più salienti.

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    • Manu Luna

      Grazie Natale, è un libro in cui ci sono davvero tanti stralci della sua vita e per questo non è stato facile individuarne i più belli, ma sono contenta tu abbia trovato dei punti centrali, leggendo la recensione.

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