La scrittura di Levante è emozione pura, come la sua voce.

Ho letto questo libro la prima volta ormai diversi anni fa, quando usciva in libreria (2017), in un tempo in cui non avevo un blog di libri e non mi era ancora balenato in mente di recensirli, come avrei fatto invece per gli altri 2 romanzi venuti dopo. Ma visto che non mi piace lasciare le cose incomplete, lascio qui qualche riflessione su “Se non ti vedo non esisti”, il sorprendente romanzo d’esordio di Levante.

TRAMA:

Anita, redattrice in una rivista di moda, è quello che tutte sognano di essere: bella, giovane, elegante e colta. Ma anche tremendamente complicata. Sua madre e sua sorella, così concrete, non capiscono da dove arrivi la sua inquietudine. Lei però lo sa bene: quando si guarda allo specchio, le sue “mille me” riflettono i suoi cambiamenti di umore e la incoraggiano, la contraddicono, la rimproverano quando sbaglia. Perché Anita sbaglia spesso, soprattutto quando si tratta di uomini: i suoi tre errori più grandi sono Filippo, incontrato per caso, la miccia che scatena la crisi matrimoniale; Flavio, una passione soffocante, e Jacopo, il marito perfetto che non sembra riuscire più a capirla. Anita crede di amarli tutti, ma forse la verità è che la vita le sta sfuggendo di mano.

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SE NON TI VEDO NON ESISTI

  • Autrice: Levante
  • Editore: Rizzoli
  • Collana: Rizzoli narrativa
  • Data di uscita: 19 gennaio 2017
  • Pagine: 261
  • Prezzo: 17 €
  • Genere: Narrativa italiana
  • EAN: 9788817092951

Recensione

In certi casi, più che pittori, gli esseri umani sembrano vandali in cerca di opere d’arte da distruggere nelle piazze delle loro esistenze.

Chi ascolta musica italiana, ha amore per il bel suono e le parole scritte con cura, conosce senz’altro la cantautrice Levante, origini siciliane, la profondità negli occhi, i folti capelli scuri e il calore, nei suoi acuti, di tutto il bel Sud da cui proviene.

Con curiosità, ma certa di trovare nuove qualità in lei, nella sua veste di scrittrice, che con questo romanzo, dà vita ad un’altra forma d’espressione artistica forse ancor più difficile e delicata di quella musicale, mi sono lasciata conquistare dalla storia della protagonista, Anita, che come già ben racconta la trama, è una e mille donne insieme.

Quando avanzi nell’esistenza con la convinzione di aver toccato il fondo ma poi ti accorgi di avere la grande capacità di scavare meglio di una pala meccanica, preferisci il salto nella fossa alla risalita. È in momenti come questi che mi chiedo perchè ogni essere umano non abbia un drone sulla testa ad immortalare tutte le scene di questa vita di merda.

Lei, che appartiene ad una generazione in cui il tanto a disposizione, in termini materiali e di svago non fornisce alibi per giustificare l’insoddisfazione di fondo cui è preda, che risulta ancor più marcata, quando si ha la consapevolezza, nemmeno cercata, ma così palese da risultare impossibile da ignorare, che se si è caratterialmente dotati di una perenne indipendenza di pensiero, di rifiuto verso i clichè e i luoghi comuni cui vorrebbe spesso incasellarci la società, si rifuggono le situazioni doppie o poco chiare sentimentalmente e non si vive per compiacere la famiglia, ci si rende conto di poter essere sulla strada per sentirsi più soli e incompresi, che se ci limitassimo a seguire la cosiddetta “massa”.

Per chi erano quelle lacrime? Per le mie mille me, che nonostante la folla, si sentivano sole e cercavano di aggrapparsi a un cuore che le facesse galleggiare nel mare aperto dei sentimenti come una boa in mezzo all’oceano?

Nel suo racconto Levante, porta Anita a porsi tante domande, a cui non sempre, come è comune che succeda, troverà risposta, ma non per questo, anche se tutto tiferebbe per farla sentire diversa, strana, temibile, la farà rinunciare nel proposito di rendere questi suoi lati ancora più validi e preziosi. L’amore la farà traballare, ma mai cadere, forte del fatto che anche la donna apparentemente più fragile e timorosa di restare senza questo sentimento, saprà trovare innanzitutto dentro sé, la voglia di camminare nel mondo con o senza al fianco, ciò che a volte sembra essere più importante da vedere, per gli altri che per noi stessi; che sia un uomo, un determinato lavoro, un ruolo sociale o tutto quello che ruota intorno a ciò che di presunto agli altri può far credere che conoscano di noi.

Una donna, che non è mille altre, ma lotta per essere l’unica a cui vorrà assomigliare: nient’altro che a sè stessa.

Il luogo in cui vivono gli amanti è il limbo, un posto che è sì privo di pena, ma anche di felicità. Noi vivemmo nel limbo per molto tempo, nell’amarci non potevamo mai permetterci di amare fino in fondo, nel sognare non potevamo mai sperare di realizzare un sogno, nell’averci nonci appartenemmo mai.

NOTE SULL’AUTRICE LEVANTE

Levante scrittrice

Levante (nome d’arte di Claudia Lagona) nasce il 23 maggio 1987 a Caltagirone e fino a 14 anni vive a Palagonia, in Sicilia. Nel 2001, cinque anni dopo la morte del padre, si trasferisce con la madre e i suoi tre fratelli a Torino. È una cantautrice, musicista e scrittrice italiana. Come scrittrice pubblica Se non ti vedo non esisti (Rizzoli, 2017), Questa è l’ultima volta che ti dimentico, (Rizzoli, 2018) e E questo cuore non mente (Rizzoli, 2021).