RECENSIONE DE “LA DISTANZA DA HELSINKI”
DI RAFFAELLA SILVESTRI
Un romanzo sulla necessità e la voglia di crescere. Un romanzo sulle occasioni che la vita ci offre, e non sempre riusciamo a cogliere, ma anche un richiamo all’autenticità, all’intensità che i protagonisti devono affrontare. E soprattutto, un romanzo sul coraggio e sulle prove che bisogna superare per poter dire di essere veramente vivi.
SCHEDA LIBRO
LA DISTANZA DA HELSINKI
- Autore: Raffaella Silvestri
- Editore: Bompiani
- Collana: Narratori italiani
- Data di uscita: 7 Maggio 2014
- Pagine: 238
- Prezzo: 12,90 €
- Genere: Narrativa italiana
- EAN: 9788845274398
TRAMA:
Quando si diventa davvero grandi? Quanto coraggio ci vuole per fare il grande passo e uscire dall’adolescenza una volta per tutte? Viola e Kimi hanno sedici anni, e non lo sanno ancora. Lei socievole e intraprendente, lui con gli occhi fissi sul libro che sta leggendo, come se il mondo intorno non ci fosse. Entrambi hanno un segreto che li rende molto diversi dagli altri. Viola ha perso la madre, Kimi è affetto da una indefinibile forma di autismo. Lei non vuole, o meglio, non vorrebbe che quello che le è successo condizionasse la sua vita, lui percepisce la realtà soltanto attraverso le note di un pianoforte.
Si incontrano a un corso d’inglese a Londra, e da quel momento, ogni anno, a luglio, si incontreranno attraverso l’Europa, mentre la vita scorre loro accanto. Fino a quando, sedici anni dopo il primo incontro, entrambi riceveranno un invito che li porterà a prendere un’altra decisione, che cambierà per sempre le loro vite.
Recensione
Il mattino è il tempo dell’ordine, il pomeriggio il tempo del caos. La sera, il tempo in cui tutte le cose ritrovano la quiete, dopo la guerra del giorno. Le strade sono sporche e gli odori dell’asfalto si confondono con quelli degli avanzi di cibo abbandonati nei cestini. Ma la notte, miracolosamente, pulisce tutto.
Questo libro è stato un bel tuffo, una vera, profonda immersione nelle vite e nelle menti di questi due ragazzi, specie in quella di Kimi, il mio preferito tra i due, così sensibile e acuto, così respingente ma con un gran bisogno, invece, di accogliere.
Lui è uno che ricorda le cose. Non necessariamente le cose importanti, in effetti a pensarci bene non sono quasi mai cose importanti. Ricorda i nomi e i volti, e le cose che legge e che sente. Ha una specie di memoria fotografica, che preferirebbe non avere, perché tutto quello che desidera è una mente più vuota, e invece continua ad averla piena di informazioni che non gli interessano davvero.
È descritta molto bene la frustrazione di entrambi i protagonisti, quando le cose non vanno come sperano, l’incredibile apatia che sa prenderli anche in un’età in cui non si dovrebbe nemmeno conoscere il significato di questa parola, tanta è la fame di vita, di conoscere, di scoprire gli altri, ma prima di tutto, sè stessi.
Certi libri ti camminano dentro, ti seminano domande e spesso germogliano risposte o un semplice riconoscersi, che è come quando si parla a un amico, la cui intesa è tale, che completa le frasi al posto tuo.
Non arriva mai in ritardo, arrivare in ritardo è davvero molto illogico. Come se non si potesse avere il controllo del tempo. A me piace avere il controllo del tempo, è una delle poche cose controllabili del mondo, basta un orologio e un po’ di buon senso.
Ecco, questo libro l’ho sentito familiare, specie nei suoi passaggi più scomodi, di autocoscienza, di tentata crescita o quando descrive l’amara consapevolezza che non sempre diventiamo qualcosa di cui andar fieri, anche se questo non vuol dire che abbiamo fatto del male agli altri, anzi, in frequenti casi sono le cose a cui abbiamo rinunciato, i treni persi per colpa nostra, le emozioni negate, i silenzi urlati, le urla sfogate senza averne diritto, a rendere appannato lo specchio nel quale ci guardiamo ogni giorno. Ci si guarda senza vedersi. Credo che entrambi i personaggi siano stati ostaggio di questo e altro ancora, ma ci pensa l’autrice a dipanare in parte, la matassa… In parte, perché immagino questa storia solo come un primo tempo della vita di ognuno di noi.
NOTE SULL’AUTRICE RAFFAELLA SILVESTRI
Raffaella Silvestri è nata a Milano nel 1984, ma ha vissuto anche a Londra e Helsinki. Laureata in Lettere a Milano e in Economia a Cambridge, ha lavorato nella comunicazione, oggi collabora con l’Istituto Europeo di Design. È stata finalista al talent show letterario Masterpiece. Ha scritto La Distanza da Helsinki (Bompiani, 2014). Il suo secondo romanzo, La Fragilità delle Certezze, è uscito con Garzanti a Febbraio 2017.
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Grazie a te, per aver speso un pò del tuo tempo passando di qui, leggendo ciò che "consiglio" e soprattutto ciò che mi rimane dentro delle storie che incontro. Sono "viaggi" belli, inizialmente solo miei, ma che, con l'idea di questo Blog, è un piacere condividere anche con qualcuno che, come me, non intende la lettura come un passatempo tra una cosa e l'altra della vita, ma come una parte importante, della vita. Chissà che un giorno allora, non potremo scambiarci le sensazioni anche, di questi "viaggi".
Manu grazie… Prima di tutto mi sento di ringraziarti per queste piccole guide alla lettura di libri che potremmo vedere sugli scaffali di una libreria e passare inosservati fra i tanti, senza sapere che portano genuine emozioni. Grazie per rivivere sensazioni e condividerle, per trovare tempo e voglia di analizzare e spiegare, con la pazienza di chi non sa se sarà solo una voce nel vuoto, inascoltata, o invece interessa a qualcuno. Volevo solo farti sapere che ha un senso, che le tue opinioni sono una piacevole compagnia e un utile consiglio. Spero di continuare a trovare nuove recensioni e essere sempre più invogliata a curiosare tra i tuoi libri preferiti e renderli, chissà, anche i miei.