Tra inseguimenti, confessioni notturne e ricordi che esplodono come coriandoli, il nuovo romanzo di Levante racconta il coraggio di guardarsi dentro e di seguire senza riserve il filo caotico dei nostri pensieri.

TRAMA:

Inquieta, indomabile. Ma anche indifesa, brutalmente sincera, forse pure un po’ antipatica. Questa è Anita: una donna come tante che somiglia solo a se stessa. Nel lavoro ha successo, è una giornalista affermata, ma in amore colleziona disastri. L’ultimo in ordine di tempo si chiama Marco, “nessun segno particolare, non un tatuaggio, non un piercing alle orecchie, al naso, niente. La faccia di uno che non attira l’attenzione. Piaceva a tutti, non se lo ricordava nessuno”. Lei però se lo ricorda bene. Ricorda quando lui l’ha fatta ridere per la prima volta, sotto un cielo blu di Prussia, con un gin tonic in mano e la testa leggera leggera. Ricorda le caffettiere che preparava solo per lei, per non farle mancare la colazione. Ma ricorda anche i silenzi terribili, carichi di risentimento, con cui la chiudeva fuori dal suo mondo senza darle spiegazioni. Perché ogni storia d’amore è così: per comprenderla tutta, bisogna cominciare dalla fine. E adesso che anche con Marco è finita, dopo tante tempeste e uomini sbagliati, Anita desidera soltanto salvarsi il cuore, metterlo al sicuro. Per curare l’anima dalle ferite del passato e abbracciare, finalmente, la scatola nera delle sue emozioni.

Dimmi che non può finire - Simona Sparaco

E QUESTO CUORE NON MENTE

  • Autrice: Levante
  • Editore: Rizzoli
  • Collana: Nuove Voci
  • Data di uscita: 8 Giugno 2021
  • Pagine: 228
  • Prezzo: 18 €
  • Genere: Narrativa contemporanea
  • EAN: 9788817157445
Recensione

Ero un filo d’erba secca, ma non mi piegavo al vento.
Mi ero lasciata spezzare, e non era un segreto.

E anche con questo terzo romanzo, Levante ci porta a fare un giro tra le sue emozioni, che partono da molto lontano. Per chi la segue come autrice musicale e ha letto un po’ delle sue origini e della sua vita, non è un mistero che ci sia molto di lei in queste tre donne che, per ciascun romanzo, risulterà impossibile allontanare dal cuore.

La musica mi salvava sempre, perché da sempre trasformava le mie paure, cambiava la forma delle ombre che mi spaventavano, nel flusso dell’armonia tutto diventava bagliore e, se qualcosa mi appariva invalicabile, nel potere delle note si rimpiccioliva.

Di Anita ci racconta tutti i pensieri, che lei stessa cercherà di scandagliare – vista l’origine poco felice dai quali nascono – grazie all’aiuto di un saggio e fin troppo diretto analista, che fa da specchio non solo ai suoi fantasmi e nodi interiori, ma a tante domande che riguardano le donne di oggi, così poco in armonia, troppo spesso, tra ciò che sognano e ciò che hanno. Tra ciò che pensano di se stesse e ciò che realmente arriva di loro agli altri, specie agli uomini.

Quello che crediamo di essere non è quello che in realtà siamo.
Non sono le convinzioni a fare l’uomo, ma le sue azioni.

Uomini che qui hanno una inquadratura piuttosto centrata, nel senso che vi si dà molto spazio, a partire dalla figura suo malgrado più appannata che riveste i contorni del padre, scomparso troppo presto e che renderà poco a fuoco anche tutte le scelte successive in fatto di uomini.

Una continua contrapposizione tra la mia smisurata tensione verso di lui (lo avrei raggiunto a piedi in capo al mondo, pur di rivederlo) e l’impressione di non ricevere indietro la stessa intensità. Se fossimo stati due elastici, io mi sarei rotta per prima, mentre lui si sarebbe solo slabbrato un po’.

Una donna, l’ho già detto, per la quale sarà impossibile non provare empatia, solidarietà, curiosità e che mentre è impegnata a dissipare le innumerevoli nubi di fumo che dal suo passato al suo presente, le danzano davanti agli occhi, anche noi ci ritroveremo ad avere la visuale più chiara rispetto ad alcuni punti interrogativi che la società di oggi, indipendentemente dai nostri percorsi personali di vita, ci porta a porci e ricordandoci con la sua storia, che anche quando non capiamo appieno il perchè della fine di certe cose che viviamo, non bisogna mai permettere al fumo della loro cenere, di impregnare il nostro domani con la rassegnazione di non poter tornare a respirare venti nuovi.

Rimane un mistero, per me, l’amore.
Ma non smetterò mai di lottare per non lasciarmi finire da quello che finisce.

NOTE SULL’AUTRICE LEVANTE

Levante scrittrice

Levante (nome d’arte di Claudia Lagona) nasce il 23 maggio 1987 a Caltagirone e fino a 14 anni vive a Palagonia, in Sicilia. Nel 2001, cinque anni dopo la morte del padre, si trasferisce con la madre e i suoi tre fratelli a Torino. È una cantautrice, musicista e scrittrice italiana. Come scrittrice pubblica Se non ti vedo non esisti (Rizzoli, 2017), Questa è l’ultima volta che ti dimentico, (Rizzoli, 2018) e E questo cuore non mente (Rizzoli, 2021).