Nella serata di giovedì 4 luglio (trasmessa in diretta da Rai3 sotto la conduzione di Geppi Cucciari e Pino Strabioli), “L’età fragile” (Einaudi) di Donatella Di Pietrantonio è risultato il libro vincitore dell’edizione N. 78 del Premio Strega. Chiude infine (senza voto) l’esperienza del Premio Strega Off.
PREMIO STREGA 2024: UNA FINALE SENZA SORPRESE

Donatella Di Pietrantonio vince il Premio Strega 2024
Ultimo e decisivo atto del Premio Strega 2024, che il nostro sito ha seguito anche quest’anno (per saperne di più vi rimandiamo al nostro speciale sulla storia e maccanismo regolamentare del Premio) proseguendo con l’annuncio dei 12 candidati tra i quali, sono stati poi selezionati i 6 finalisti. A vincere quest’anno il titolo e l’autrice che un po’ tutti si aspettavano. Rimane quindi da vedere solo con quali numeri.
I RISULTATI
Il premio è stato assegnato da una giuria composta da 400 Amici della domenica, ai quali si sono aggiunti 300 voti espressi da studiosi, traduttori e intellettuali italiani e stranieri selezionati da oltre 35 Istituti Italiani di Cultura all’estero, 30 lettori forti e 25 voti collettivi espressi da scuole, università e gruppi di lettura, tra cui i circoli costituiti presso le Biblioteche di Roma, per un totale di 700 aventi diritto.
Stefano Petrocchi, direttore della Fondazione Maria e Goffredo Bellonci, ha presieduto il seggio di voto in assenza della scrittrice premiata nella precedente edizione, Ada d’Adamo, scomparsa il 1° aprile dello scorso anno.
Il totale dei voti espressi, 644 (pari al 92% degli aventi diritto), ha quindi portato ai seguenti risultati:

- Donatella Di Pietrantonio, L’età fragile (Einaudi) con 189 voti
- Dario Voltolini, Invernale (La Nave di Teseo) con 143 voti
- Chiara Valerio, Chi dice e chi tace (Sellerio) con 138 voti
- Raffaela Romagnolo, Aggiustare l’universo (Mondadori) con 83 voti
- Paolo Di Paolo, Romanzo senza umani (Feltrinelli) con 65 voti
- Tommasio Giartosio, Autobiogrammatica (Minimum Fax) con 25 voti
LA SERATA
In un clima preceduto da alcune polemiche, anche quest’anno stemperato dalla sempre spumeggiante Geppi Cucciari (alla sua quarta esperienza consecutiva), quest’anno affiancata alla conduzione dal regista teatrale Pino Strabioli (già alla conduzione del più prestigioso premio letterario italiano nel 2016 e nel 2019), si è svolta la finale della LXXVIII edizione del Premio Strega, forse una delle meno combattute, visto che malgrado l’annunciata sfida a 3, gli altri sfidanti non sono riusciti a ribaltare il risultato, visto che già accedendo alla sestina, con 248 voti, quello della Di Pietrantonio era stato il libro più votato, oltre ad aver vinto, il giorno prima della proclamazione dei finalisti a Benevento, lo Strega Giovani 2024.
L’altra vincitrice è naturalmente la casa editrice Einaudi che torna a trionfare per la terza volta negli ultimi 8 anni in cui è arrivata sempre in finale, dopo avere già vinto con Cognetti nel 2017 e Marco Desiati nel 2022.
Albo d’oro: Mondadori 23 vittorie; Einaudi (17) e Bompiani (10).
La conta è stata un po’ più lunga (e lenta) del solito, dato che quest’anno è stato ripristinato lo spoglio dal vivo: gli ultimi cento voti sono stati scrutinati uno per uno fino alla proclamazione del libro vincitore, con un’assenza “pesante”: quella del ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano che, dopo i fischi al Festival di Taormina e memore delle polemiche per una sua infelice uscita nella finale 2023 (sui libri da lui non letti: quelli dello Strega) ha saltato la serata conclusiva nonostante fosse stato invitato.
Dicevamo delle polemiche della vigilia che quest’anno, molto più dei libri, hanno riguardato gli aspetti mondani e organizzativi. Parlando infatti del dressing code dei 6 finalisti, ha fatto discutere la scelta dell’organizzazione di presentarli con abiti firmati dai grandi marchi del lusso, anche se poi per fortuna ha vinto la misura.
Le più fantasiose le donne: Di Pietrantonio vestita da Etro Raffaella con un nero addolcito da tenui festoni floreali; Chiara Valerio in Dior bianco; Romagnolo con un glitterato Missoni lungo nero e bianco. I 3 uomini invece in completi classicissimi in varie gradazioni di blu con Dario Voltolini e Paolo Di Paolo vestiti da Lardini e Tommaso Giartosio da Gucci.
L’altra lamentela ha invece riguardato i posti: per esigenze televisive e per rispettare i limiti di capienza massima del giardino centrale di Villa Giulia (600-700 persone) dove si tiene la premiazione, gli ospiti sono stati circa trecento in meno delle precedenti edizioni quando in alcuni casi si è arrivati fin oltre i mille.
Nel pubblico: sostenitori, rappresentanti delle case editrici, giornalisti e tecnici della diretta su Raitre, ma non di tutti gli Amici della Domenica (ormai divenuti 400 gli aventi diritto al voto per lo Strega), alcuni dei quali nei giorni scorsi avevano polemizzato per la riduzione dei posti che avrebbe portato a una loro parziale esclusione dal gran finale.
In realtà, lo stesso direttore della Fondazione Bellonci, Giovanni Solimine, aveva scritto agli Amici per limitare gli «infiltrati»: amici degli amici (della domenica) che da anni fanno a gara per ottenere un pass per l’ingresso a quella che viene da loro considerata più una festa della mondanità romana che un evento culturale.
LA VINCITRICE

Quanto alla vincitrice, dopo anni di digiuno, si tratta della seconda vittoria consecutiva di una scrittrice donna, dopo la vittoria di Ada D’Adamo lo scorso anno. E anche in questo caso si tratta di una scrittrice abbruzzese.
Nata il 5 gennaio 1962 ad Arsita, in provincia di Teramo, si laurea in odontoiatria a L’Aquila e per anni esercita come dentista pediatrica. Per la Di Pietrantonio questa vittoria viene dopo anni in cui si è consolidata come una delle scrittrici più solide e apprezzate del nostro panorama letterario.
L’esordio nella letteratura arriva in età relativamente avanzata, quando nel 2011, all’età di 49 anni, pubblica il primo romanzo Mia madre è un fiume, dedicato alla sua terra natale (per quest’opera verrà proposta per la prima volta allo Strega, senza però entrare nella dozzina), seguito poi nel 2013 da Bella mia, incentrato sull’Aquila, anche in conseguenza del terremoto che aveva colpito la città nel 2009 (per quest’opera sarà candidata per la prima volta allo Strega, questa volta senza entrare nella cinquina, e vincerà il premio Brancati).
La vera svolta avviene però nel 2017 quando Einaudi pubblica L’Arminuta, romanzo aspro e avvolgente, in cui la protagonista tredicenne viene rispedita da quelli che credeva i suoi genitori a ritrovare invece la vera famiglia d’origine (il titolo significa, in dialetto, “la ritornata”), andando incontro a un ambiente ostile, estraneo e straniante. Il libro ha vinto il Premio Campiello e nel 2021 ne è stato tratto un film, diretto da Giuseppe Bonito, per il quale Di Pietrantonio si è aggiudicata un David di Donatello per la sceneggiatura scritta con Monica Zapelli.
Nel 2020 pubblica poi Borgo Sud (già finalista allo Strega 2021), che riprende le storie delle sorelle protagoniste de L’Arminuta, ormai divenute donne volitive e travagliate, e nel 2023 è venuto il turno de L’età fragile, appunto, trionfatore del Premio Strega 2024.
Quanto al titolo di questo suo ultimo libro, la Di Pietrantonio ha spiegato che «La fragilità nel titolo è declinata al singolare ma io stessa mi sono sorpresa scrivendo il libro della quantità di richieste (a me stessa) dai personaggi di far spazio alla fragilità di ciascuno. Alla fine potrebbero essere “le età fragili”, quindi la scoperta è che ogni fase della nostra vita ci espone alla caduta, al dolore… Soprattutto i personaggi giovani di questo libro».

Le sue parole dopo la vittoria sono state infatti dedicate ai diritti delle donne:
«Prometto che userò la mia voce scritta e orale in difesa di diritti per cui la mia generazione di donne ha molto lottato e che oggi mi ritrovo a verificare non più scontati»
L’età fragile è un libro che appassiona e sconcerta allo stesso tempo. Appassiona per il groviglio di sentimenti e ricordi. Sconcerta per la ferocia dell’omicida coprotagonista e per l’autoisolamento deciso dalla figlia della protagonista fuggita — come tanti altri giovani disorientati quando non sconvolti dall’esperienza dell’isolamento da Covid — dalla grande città dove studiava e rifugiatasi nel paese materno e paterno, in montagna. Chiusa in una camera, senza libri né interessi: unico contatto con il mondo di prima, il telefono cellulare. E questo libro amaro e ruvido come i pastori che lo popolano potrebbe essere o l’ultimo romanzo dell’autrice. «Quando ho esordito nella scrittura avevo quasi cinquant’anni. E un po’ me ne dispiace. Se avessi avuto più coraggio ne avrei scritti dieci di romanzi. Invece questo è il quinto, e a volte penso che sarà l’ultimo». Sperando naturalmente che non sia così.
CHIUDE IL PREMIO STREGA OFF

Nessuna premiazione invece durante la serata del Premio Strega Off, l’evento nato per riscrivere le regole classiche del premio letterario più ambito e discusso d’Italia, giunto quest’anno alla sua ottava e (per ora) ultima edizione, che proprio per questo motivo ha deciso di non assegnare quello che avrebbe dovuto essere un premio alternativo.
Niente voto OFF dunque, ma solo un incontro con la sestina finalista per una grande festa di chiusura il giorno prima della premiazione del Premio Strega ufficiale, svoltosi come ogni anno al giardino di Monk di Roma.
L’organizzazione ha così spiegato questa scelta: “Vogliamo che questa sia una grande festa finale in cui celebrare tutta la sestina del Premio e, più in generale, la letteratura e i lettori. A festeggiare con noi abbiamo chiamato amiche e amici, autrici e autori che nel corso delle varie edizioni hanno partecipato a Strega Off. Nonché 3 dei dj storici che hanno suonato per noi in questi anni“.
APPUNTAMENTO AL PROSSIMO ANNO!
Si chiude qui il nostro viaggio all’interno del Premio Strega 2024, che spero abbia appassionato voi nel seguirlo quanto noi nel raccontarlo. Fateci pure sapere nei commenti cosa ne pensate della serata e del verdetto, in attesa dell’edizione del prossimo anno!
Quest’anno non ho avuto modo di vedere la serata relativa alla finale con assegnazione del Premio Strega 2024, però il tuo articolo molto esaustivo, rende l’idea di quanto sia stato, l’assenza del ministro della cultura o di una persona da lui designata, è testimonianza, a mio avviso, di quanto la politica sia ormai fatiscente in Italia.
Non conoscevo la vincitrice se non attraverso la tua segnalazione, che la fanno risultare degna di nota, il libro non aveva attirato la mia attenzione negli articoli di presentazione ma sicuramente persone più competenti ne hanno riconosciuto il merito, tanto da svegliare la curiosità ed il desiderio di una lettura più approfondita dello stesso.
Grazie per averci tenuti informati sulle evoluzioni del Premio e complimenti sempre per quanto fai.
Grazie a te Peppe, per comunicarci sempre quanto ti siano utili le info che trovi su Librangolo!