In “Libri che mi hanno rovinato la vita e altri amori malinconici”, Daria Bignardi racconta come la lettura di alcuni libri si sia spesso intrecciata con la sua vita.

Altro libro di cui avevamo già dato qualche anticipazione nei nostri suggerimenti sui 10 migliori libri in uscita a Febbraio.

Un libro che, a sua volta, potrebbe suggerire altrettante buone letture, visto che stiamo parlando di “Libri che mi hanno rovinato la vita e altri amori malinconici” di Daria Bignardi, giornalista, autrice tv, conduttrice e infaticabile scrittrice, che nel suo libro n. 8 parla proprio dei libri che ha amato e di quelli che ha amato troppo, dando ad alcuni il potere di influenzarla anche negativamente nel corso della sua vita e cogliendo l’occasione per raccontarne i significativi e intimi fatti, che l’hanno resa la donna che è oggi.

SCHEDA LIBRO

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LIBRI CHE MI HANNO ROVINATO LA VITA E ALTRI AMORI MALINCONICI

  • Autrice: Daria Bignardi
  • Editore: Einaudi
  • Collana: Einaudi Stile Libero Big
  • Data di uscita: 8 febbraio 2022
  • Pagine: 176 p., brossura
  • Prezzo: 16,50 €
  • Genere: Autobiografia
  • EAN: 9788806252588

TRAMA

«Le situazioni pericolose, tristi, luttuose mi facevano vibrare come se solo nel dramma la vita si mostrasse davvero: nuda, integra, commovente». Ciascuno di noi, anche solo per un istante, ha conosciuto l’irresistibile forza di attrazione dell’abisso. Daria Bignardi sa metterla a nudo con sincerità e luminosa ironia, rivelando le contraddizioni della sua e della nostra esistenza, in cui tutto può salvarci e dannarci insieme, da nostra madre a un libro letto per caso. Partendo dalle passioni letterarie che l’hanno formata, con la sua scrittura intelligente e profonda, lieve, Daria Bignardi si confessa in modo intimo – dalle bugie adolescenziali agli amori fatali, fino alle ricorrenti malinconie – narrando l’avventura temeraria e infaticabile di conoscere sé stessi attraverso le proprie zone d’ombra. E scrive un inno all’incontro, perché è questo che cerchiamo febbrilmente tra le pagine dei libri: la scoperta che gli altri sono come noi. Memoir di formazione, breviario di bellezza, spudorato atto di fede verso il potere delle parole, questo libro è un percorso sorprendente e imprevedibile fatto di domande, illuminazioni, segreti, che pungola e lenisce, fa sorridere e commuove. Un viaggio nel quale la vita si manifesta «furiosamente grande». «Dopo aver letto “Il demone meschino” di Sologub, a tredici anni, presi della polvere dal Piccolo Chimico, uno dei miei giochi preferiti di bambina, la misi dentro un foglietto di carta velina piegato in quattro e me lo infilai nel portafoglio, per giocare alla droga. Mio padre la trovò qualche anno dopo e la fece analizzare. Distratto com’era, assente com’era, anziano com’era – sono nata che aveva quasi cinquant’anni – a suo modo cercava di tenermi d’occhio. Mia madre era così ansiosa che il solo pensiero che potessi cacciarmi nei guai la devastava, perciò lo rimuoveva. Mi proibiva tutto, che è come non proibire niente. Per lei – e quindi anche per me – non c’era scelta: dovevo essere irreprensibile e prudente, se no lei – come minimo – ne sarebbe morta. Diventai l’opposto».

«Le situazioni pericolose, tristi, luttuose mi facevano vibrare come se solo nel dramma la vita si mostrasse davvero: nuda, integra, commovente».

Recensione

«Ora so qual è il guaio di quell’uomo. Aveva un sogno e si è avverato. Ciò che dà bellezza a un ideale è la sua irraggiungibilità. Gli dèi ridono quando gli uomini ottengono quel che vogliono», scrive il mio William Somerset Maugham, tra i piú duraturi amori, in Acque morte..

Mi sono sempre chiesta quanto l’attitudine o meglio, lo stato d’animo che contraddistingue i vari periodi della nostra vita, abbia il potere di influenzare le scelte che compiamo non solo nei momenti cruciali, come un lavoro, la persona che ci affianca in coppia, quelle che capiamo potranno diventare nostre amiche, per poco o per sempre, l’aspetto della casa che abitiamo, ma anche in quelle apparentemente più banali, perché funzionali al tempo dello svago, dell’intrattenimento che ci porta fuori dalle ore che abbiniamo ai doveri e sempre più spesso in minima parte, ai piaceri.

Ma come il mondo dei bambini ci insegna e chi di noi conserva buona memoria ricorda, è proprio nel tempo dedicato a ciò a cui ci avviciniamo quasi per gioco, senza sapere bene dove ci porterà, traendo attrazione semplicemente da una forma, un colore, un suono, e da un istinto che ci regala la sensazione di essere nel posto giusto, al momento giusto, che si nascondono le grandi scoperte che ci fanno individuare ciò per cui si annulla la percezione e il cattivo uso che spesso facciamo del tempo. Che sia lo sport, il disegno, la musica, la lettura o qualsiasi altra cosa, è un mistero che nasce e muore con noi.

Della scoperta della lettura, del suo bene e del suo male, è la scrittrice ferrarese Daria Bignardi, che con “Libri che mi hanno rovinato la vita e altri amori malinconici” offre un originale e generoso quadro ai lettori curiosi di tuffarsi in un racconto che non è un romanzo, ma un omaggio – a dispetto di cosa potrebbe suggerire il titolo –  ad alcune opere dei tanti scrittori da lei “frequentati” sin dalla sua adolescenza non facile, di cui non risparmia particolari per far capire quanto le motivazioni e gli stati d’animo che ci guidano anche sulla scelta di un libro, possano essere a volte condizionate dal perché, iniziamo a dedicarci proprio ad una determinata cosa.

Un viaggio dentro sè stessa, attraverso gli incontri che ha fatto e i libri che ha letto, e che permette a chi lo legge di entrare nel cuore degli scritti di altri autori meravigliosi e maledetti, come Carmelo Bene, Stefano Benni, Pasolini. E ancora, penne indelebili (non solo nel suo immaginario e sentito, ma anche in quello dei lettori che dai libri cercano carne e anima, anche a costo di “soffrire” leggendo), come Oscar Wilde, Virginia Woolf, Shakespeare, Tolstoj, Dostoevskij, Murakami e tanti altri.

Una delle mie citazioni preferite è di Tolstoj: «Chi è felice ha ragione». Chi sta sempre bene non sarà in comunione col dolore del mondo, né troppo sensibile ed empatico, ma vuoi mettere come vive piacevolmente? A noialtri che abbiamo qualche scompenso chimico o psicologico o sociale, o un po’ di tutto questo, tocca invece impegnarci parecchio per stare bene, o almeno discretamente. A volte serve una vita intera.

Un viaggio che sposa una meta di pensiero alla quale si arriva solo dopo anni trascorsi in loro compagnia e che mi trova in totale accordo quando dice che i libri sono incontri, come le persone. Di alcune ti innamori e ti fanno male. Certi incontri ti cambiano. Alcuni sono piacevoli o divertenti. Molti li dimentichi. Pochi restano davvero indelebili, ma quelli che restano, restano per sempre.

L’importante è che siano belli, i libri, e onesti, che non siano sciatti o furbi o pretenziosi, se no diventano irritanti o inutili, e fanno perdere tempo, e il nostro tempo sulla Terra è poco, e bisognerebbe vivere per sempre solo per leggere, che è cosí furiosamente bello. Quasi come andare in bici senza mani.

NOTE SULL’AUTRICE DARIA BIGNARDI

Daria Bignardi

Giornalista, conduttrice radiofonica e televisiva, scrittrice

Daria Bignardi
Ferrara,
14 febbraio 1961

Daria Bignardi vive a Milano dal 1984 e in questa città ha iniziato la sua attività di giornalista. Nel 2008 pubblica con Mondadori il suo primo romanzo, intitolato Non vi lascerò orfani (che vince il Premio Rapallo, il Premio Elsa Morante per la narrativa e il Premio Città di Padova), al quale farà seguito nel 2010 un secondo libro, Un karma pesante. Due anni dopo esce, sempre per Mondadori, Un’acustica perfetta. Del 2014 è L’amore che ti meriti; del 2015 Santa degli impossibili. Altre sue pubblicazioni: Storia della mia ansia (Mondadori, 2018), Oggi faccio azzurro (Mondadori, 2020) e Libri che mi hanno rovinato la vita e altri amori malinconici (Einaudi, 2022). Per più di 10 anni ha tenuto una rubrica di libri su Radio Dee Jay intitolata “la Mezz’ora di Daria”. Collabora con varie riviste, tra cui Vanity Fair, e i suoi libri sono tradotti in varie lingue.