[Recensione] La Terapia (Sebastian Fitzek) | Ed. Elliot

Primo numero de l’Angolo del Giallo, la nuova rubrica dedicata ai libri gialli e alle loro contaminazioni. Si inizia subito forte andando in Germania, alla scoperta di Sebastian Fitzek, il maestro europeo dello psycho-thriller!

Viktor Larenz è un ricco e brillante psichiatra di Berlino, reso celebre dalle sue frequenti apparizioni televisive. La sua vita però va improvvisamente in frantumi quando la figlia dodicenne Josy, affetta da una malattia sconosciuta, scompare senza lasciare traccia durante una visita nello studio del dottore che l’ha in cura. Viktor la cerca ovunque senza mai rassegnarsi, sacrificando la carriera e il matrimonio. Quattro anni dopo, mentre si trova bloccato su un’isola a causa di una tempesta, l’uomo riceve la visita di un’enigmatica e inquietante scrittrice di libri per l’infanzia, Anna Spiegel. La donna vuole assolutamente entrare in terapia con lui perché in qualche modo è perseguitata dai suoi personaggi, che hanno la capacità di diventare reali. Uno di essi, in particolare, somiglia in modo impressionante a Josy: si tratta di Charlotte, la protagonista del suo ultimo romanzo, che ha gli stessi sintomi della piccola e deve sfuggire a un’identica minaccia. Ma chi è davvero Anna Spiegel? Le sue allucinazioni sono il semplice frutto di una mente schizofrenica o nascondono indizi che potranno aiutare Viktor a risolvere il mistero della scomparsa della sua bambina?

Prima di procedere con la recensione di questo libro, è necessario fare una premessa: La Terapia, romanzo di esordio dello scrittore tedesco Sebastian Fitzek, appartiene al sottogenere dei thriller psicologici; se amate addentrarvi nei più reconditi recessi della mente umana, se siete affascinati dalla sua complessità e dalla sua fragilità, se le follie, le ossessioni, insomma gli aspetti più oscuri della nostra psiche stimolano il vostro interesse, penso potrete trarre godimento dalla lettura di questo romanzo… in caso contrario… beh, sul sito potrete facilmente trovare un ventaglio di letture più adatto ai vostri gusti e alle vostre inclinazioni.

Quindi, avendo espletato questa (doverosa) formalità, avrete ben intuito che le caratteristiche di questo giallo non rientrano completamente nel canone classico dei comuni thriller. È vero, come in un qualsiasi thriller che si rispetti c’è un mistero da risolvere, l’improvvisa e inspiegabile scomparsa di Josy, ma per riuscire a scoprire cosa ne sia stato di lei non basterà cercare impronte di stivali o cenere di sigaro.

Se è vero che uno degli ingredienti indispensabili per un thriller di successo è destabilizzare il lettore accompagnandolo nel percorso per giungere alla verità, ciò è ancor più vero ne La Terapia, dove le certezze e i punti fermi che il lettore crede di trovare nell’arco della narrazione vengono continuamente rimescolati lungo tutto il corso della storia; in più di un’occasione ho pensato “Ma com’è possibile che stia accadendo tutto questo?”. Non è inverosimile che, nonostante il ritmo incalzante, voi riusciate prima dell’epilogo a trovare il bandolo della matassa (sappiate che io non ce l’ho fatta, nonostante mi abbiano definito il Napoleone del crimine) ma per farcela dovrete cercare di non farvi risucchiare dal vortice degli eventi che si susseguono rapidamente, sempre più enigmatici ed angoscianti, e soprattutto tenere sempre ben presente che nulla è come sembra.

Bene, non c’è molto da dire. Tranne: Grazie per avermi permesso di mettere i miei incubi su di te. Questo mi fa dormire meglio la notte. Questo è ciò che io chiamo grande condivisione del lavoro….