Emma Becker torna il libreria con “La Maison”, un libro coraggioso che, tra autobiografia e romanzo, apre gli occhi ai lettori e il cuore ai personaggi, lasciando indietro i moralisti e puntando a chi apprezza la sfida ai pregiudizi.
Con uno sguardo di rara sincerità e purezza, che a tratti fa male e addirittura ferisce, Emma Becker detta Justine ci fa entrare negli angoli più oscuri di un mondo rimosso, pieno di orrori e di tenerezza. E ci rivela qualcosa di noi, donne e uomini, di come funziona il desiderio e il gioco di potere che lo governa. Un libro destinato a dividere, forse a sconvolgere, certo non a lasciare indifferenti.
SCHEDA LIBRO
LA MAISON
- Autrice: Emma Becker
- Traduttrice: Maria Laura Vanorio
- Editore: Longanesi
- Collana: La Gaia scienza
- Data di uscita: settembre 2019
- Pubblicato in Italia: 30 settembre 2021
- Pagine: 352 p., brossura
- Prezzo: 19 €
- Genere: Autobiografia, Erotico
- EAN: 99788830456556
TRAMA
Parigina, venticinque anni, studi letterari alla Sorbona, Emma Becker è una scrittrice. Precocissima lettrice appassionata di Louis Calaferte, Henry Miller e Vladimir Nabokov, è sempre stata incuriosita dalle dinamiche del desiderio e del sesso, e dalla vita delle donne che fanno del sesso una professione. Convinta che la mercificazione del corpo nasconda oscure quanto profonde verità, spinta da un insieme di audacia e ricerca intellettuale, Emma si trasferisce a Berlino dove la prostituzione è legale e soggetta a regole e tutele.
Qui viene assunta alla Maison, la Casa per uomini borghesi dove si vende col nome di Justine, in omaggio al marchese de Sade. Insieme a lei lavorano ragazze bellissime e molto diverse fra loro: madri, studentesse, addirittura mogli che operano in segreto al bordello non perché senza alternative, ma per una libera scelta. Emma vuole capire cosa le spinge, come vive il piacere una donna che ha rapporti con dieci uomini al giorno e cosa cerca davvero il maschio che paga per averle. Fra un cliente e l’altro, Emma osserva le sue compagne dalle quali è attratta da una multiforme curiosità, fatta di compassione e affetto, talvolta di desiderio e amore.
Recensione
Tutto ciò che facilita la scelta o la riconducibilità a qualcosa, ha un nome, nello specifico, un genere. Come nel caso dei libri. Un peccato perché in certi casi, per quanto utile all’idea che più facilmente possiamo farci di ciò che acquisteremo, credo che in altri, le classificazioni contengano un modo anche superficiale per suggerirci un pensiero e cavalcarne il pregiudizio, qualora gli argomenti trattati siano ancora dei tabù.
Un esempio simile, me lo serve su un piatto d’argento questo libro della francese Emma Becker che, a 10 anni dal suo chiacchierato esordio con Monsieur (Dalai Editore, 2012), torna in libreria con una storia basata sulla sua esperienza personale all’interno di una casa chiusa nella quale ha lavorato per 2 anni, nata dalla sua personalissima esigenza di voler descrivere cosa succede in questa realtà alle donne, ma anche agli uomini, non limitandosi a fare da “semplice” spettatrice che si documenta e ne fa poi un compitino, ma cedendo in fondo, ad un suo bisogno di fondersi con quanto vuole raccontare.
C’è una verità nel ruolo che svolge, in quel vano tentativo di trasformare un essere umano in un accessorio, che ha i parametri più essenziali dell’umanità stessa. Scrivere su di loro non è né un capriccio né una fantasia, è un bisogno. È l’origine di tutto. Bisognerebbe scrivere sulle puttane prima ancora di parlare di donne o di amore, di vita o di sopravvivenza.
Se c’è un pregio che ammiro tanto in una scrittrice che si cimenta a parlare di sesso, è riuscire a non far diventare il sesso, l’argomento principe del racconto. E questo è possibile quando si ha il dono di avere un’ironia e un’onestà intellettuale fuori dal comune, che ti permette di toccare altri temi, partendo da quello che è solo la punta, di un iceberg ben più frastagliato.
Doti che se messe al servizio di una storia, seppur dai contorni decisamente hot, fanno dimenticare il contesto un po’ fuori dalla righe in cui si svolge, senza per questo cambiare il senso del messaggio che vuol trasmettere, non annoiando il lettore solo con una sequenza infinita di particolari pruriginosi, ma approfondendo un aspetto molto più difficile da raccontare, perché intriso di tante verità scomode, quasi spietate, ma per questo ancor più coraggiose, che ruotano intorno al rapporto uomo/donna (non solo prostituta/cliente), uomo/uomo, donna/donna, e fa riflettere sul fatto che anche in un posto dove i ruoli non dovrebbero essere messi in discussione, specie quando c’è il denaro a far credere che questo basti a recintare l’animo umano fuori da una stanza, c’è spazio per il confronto, che molto spesso crediamo sia presente in maniera più autentica in contesti al di sopra di ogni pettegolezzo o maldicenza e che invece può rivelare la nostra vera natura proprio di fronte a chi proveremmo vergogna a dire di aver visto. Perché talvolta c’è molta più umanità dove si pensa ci sia solo mercificazione e deriva morale, che non in chi ci frequenta liberamente, lasciando il marcio che pensa o prova per noi, nei bassifondi delle loro falsità e tornaconti.
Il mio scaltro escamotage di unire lavoro e seduzione è considerato da tutti una specie di imperdonabile affronto all’operoso funzionamento della società. Ma quando vedo ciò che questa stessa società reputa accettabile, mi viene ancora più voglia di ordinare un’altra birra ghiacciata per brindare alla salute di tutte le puttane del mondo.
Piccola nota a margine: per il modo libero di esprimersi e i punti di vista di rottura su temi che i più non osano neppure nominare, mi ha ricordato la mia amata Erica Jong.
NOTE SULL’AUTRICE EMMA BECKER
Emma Becker (1988) ha studiato Lettere e comunicazione all’università parigina della Sorbona. La sua prima pubblicazione ha preso la forma di un racconto erotico pubblicato nel 2008 sulla rivista Stupre. Nel 2011 ha pubblicato in Francia il suo primo romanzo, Mr. (Monsieur in italiano, edito da Dalai nel 2012), caso letterario in Francia, a cui è seguito Alice (2015, inedito in Italia). Dopo la fine di una relazione, si è trasferita a Berlino dove ha lavorato per due anni in una casa chiusa. La Maison è il racconto di questa esperienza.
Bella recensione. Si percepisce che il libro ti è piaciuto molto soprattutto nel modo in cui è stato scritto. Fai venire la voglia di comprarlo subito, leggerlo e perdersi nella vita della protagonista.
Grazie Katia, sono felice di averti trasferito questa sensazione. Perdersi nelle storie e gustare il sapore del coraggio e dell’onestà con cui si cimentano nella scrittura alcuni autori, è veramente un toccasana per chi ama trovarne, anche dentro ai libri.
Leggo con piacere questa recensione, la seconda, credo, a trattare il tema del sesso raccontato da donne. Particolare, in questo caso, in quanto racconto di un esperienza vissuta realmente e per proprio desiderio. Se una donna decide di vivere e lavorare due anni in un bordello, fa di sé stessa il proprio romanzo. Baci, carezze, impronte, odori, forse anche lividi, sono come parole scritte su un corpo, da riportare su carta prima che il sudore le lavi via, per passare al prossimo uomo (o donna), alla prossima pagina da scrivere.
Un mestiere antico come il mondo, così si dice; e forse, proprio per questo, impossibile da classificare, etichettare, condannare, indissolubile mattone di ogni civiltà, come un impronta genetica del genere umano.
E’ proprio così Luca, è la volontà di sospensione di un giudizio che sarebbe sin troppo prevedibile quando si parla di questi temi, ad attrarmi verso queste storie e il fatto che l’autrice si sia messa in gioco totalmente per parlarne con ancor più veridicità, unita ad un bello stile di scrittura, fa di questo romanzo, come del precedente che ben ricordi già da me recensito riguardante il sesso e ciò che vi ruota attorno e fuori, che mi rende in grado di consigliarne appieno le letture. Complimenti per l’acuto punto di vista, attento ed originale, che non fai mai mancare ai tuoi commenti. Un caro saluto!
Davvero una bella recensione, Manu. Mi stupisce come, pur senza parlare del libro, basti la descrizione delle intenzioni dell’autrice per spargere indizi sul suo contenuto, decisivi a rendermi curioso. Sono sempre affascinato dagli argomenti tabù, e di come vengono trattati… Soprattutto quando ci si discosta dal trattarlo superficialmente. Un bacio (col cuoricino).
Felice di catturare il tuo stupore e di solleticare la curiosità nel voler approfondire una storia che riserva, senza voler dare lezioni a nessuno, tanti spunti di riflessione e da’ la possibilità, grazie a questo, di guardare a certe realtà, con minor finto scandalismo. Un caro saluto Mattia!
Grazie Manou per questa tua bellissima recensione. Anch’io ho finito di leggere da poco “paura di volare” di Erica Jong e mi è piaciuto molto. Ovviamente anche questo libro mi incuriosisce. Io amo leggere storie di donne consapevoli e libere di spirito. La libertà dell’anima è un traguardo difficile da raggiungere ma quando lo si ha raggiunto, non si ha più paura di volare… 😉
“Paura di volare” è il mio libro preferito in assoluto Diane, per cui sono particolarmente felice di leggere questo tuo commento, che riguarda anche l’apprezzamento per quest’ultima recensione sul libro della Becker e che davvero ti consiglio di leggere… Tra spiriti liberi, ci intendiamo bene 🙂 Un saluto affettuoso