IL VASO DI PANDORO. ASCESA E CADUTA DEI FERRAGNEZ di Selvaggia Lucarelli
Selvaggia Lucarelli scoperchia “Il vaso di pandoro”- Ascesa e caduta dei Ferragnez (tra i titoli consigliati nella nostra lista dei 10 libri in uscita a maggio 2024), che prende spunto dalla vicenda che ha recentemente coinvolto l’imprenditrice digitale Chiara Ferragni, in cui racconta la storia dell’inchiesta che ha cambiato per sempre il mondo degli influencer, imponendo più di una riflessione su come sia pericoloso, oggi, maneggiare un successo così incorporeo da svanire in un click.
SCHEDA LIBRO

IL VASO DI PANDORO. ASCESA E CADUTA DEI FERRAGNEZ
- Autrice: Selvaggia Lucarelli
- Editore: PaperFIRST
- Data di uscita: 14 maggio 2024
- Pagine: 256 p.
- Prezzo: 16 €
- Genere: Narrativa
- EAN: 9791255430483
TRAMA
Il 15 dicembre del 2023 Chiara Ferragni, fashion influencer di fama internazionale all’apice del suo successo, viene multata dall’Antitrust per pratica commerciale scorretta. L’accusa è quella di aver spacciato un’operazione commerciale per un’iniziativa benefica destinata alle cure di bambini malati di tumore. La caduta dalla vetta è rapida e rovinosa: i suoi follower si sentono ingannati, la stampa italiana e internazionale le voltano per la prima volta le spalle, le aziende interrompono le collaborazioni, i primi tentativi di riparare il danno (il famoso video con la tuta grigia che diventerà un meme più virale della stola “Pensati libera”) sortiscono effetti ancora più disastrosi. La Chiara Ferragni vincente e adorata da 30 milioni di follower, in un attimo, non esiste più. Perché nell’epoca della fama decisa dai like, puoi permetterti di perdere tutto, tranne una cosa: la reputazione.
RECENSIONE
La trama, il titolo, la copertina e il talento a noi caro di uno scrittore/ice, sono alcuni dei fattori che a volte ci permettono di entrare in sintonia con un libro, ancor prima di averlo letto. Tra i punti più sinceri e obiettivi che di solito vi troviamo dentro, ci sono dediche e ringraziamenti ed io personalmente, ho molto amato proprio l’incipit iniziale de “Il vaso di pandoro”, che è rivolto a tutti quelli che non si accontentano della prima versione della storia, libro in cui la scrittrice e giornalista Selvaggia Lucarelli, si è occupata di un tema che in questi ultimi mesi ha dato la più forte scossa riflessiva intorno ad un mondo che sembra essere il più dominante all’interno della nostra società: i social media. Prendendo spunto dalla vicenda che ha riguardato la (ex) coppia di due dei più popolari influencer italiani (diventati nel frattempo piuttosto impopolari) : l’imprenditrice digitale Chiara Ferragni e il cantante Fedez, andando in fondo a quella che, come recita il sottotitolo del libro, è stata definita come l’ascesa e la caduta proprio di questi due, apparentemente intoccabili, personaggi: i Ferragnez.
Incredibile ma vero, in un mondo in cui ognuno di noi, sembrerebbe avere almeno un profilo social, esiste una parte di persone che non li hanno (minoranza) e altri che pur avendoli, non sono attivi (moltissimi). Questo a dimostrazione del fatto che, in quest’ultimo caso, ci si vuol considerare liberi di non palesare la presenza con contenuti che riguardano la propria vita, di quello che piace o si odia, ma valutando al contempo, di non voler rimanere esclusi da un mondo che comunque esiste e a cui in qualche modo, se lo si desidera, si vuole avere accesso. Parte dall’intuito di colei che spera che riuscire ad interessare al suo mondo (cosa compra, come veste, cosa fa e dice) più persone possibili, possa diventare la strada giusta per accumulare un numero così alto di seguaci (i cosiddetti followers) da convincerla di aver creato un lavoro che prima di lei non esisteva (almeno in Italia), creando un vero e proprio business, grazie ad un intero mondo della comunicazione, dalla moda all’arte, dalla tv alla politica, che si interessa a Lei, e che in effetti e in poco tempo, rende Chiara Ferragni, il brand che è diventata.
Funziona tutto fin troppo bene per una decina d’anni, per una ragazza che, almeno dal punto di vista mediatico, parte da zero. Anni nei quali, oltre alle soddisfazioni economicamente stratosferiche di cui si renderà protagonista, lo diventa anche in campo sentimentale, intrecciando la sua vita, nel 2016, a quella del già famoso rapper italiano Fedez, (già ai tempi del loro begin, tra i più seguiti e venduti della scena musicale italiana). Insomma, un incontro di due mondi che, considerando i fans di entrambi, ne abbracciano milioni e milioni di altri e che fa da cassa di risonanza per tutto quello che si preoccuperanno, senza sosta, di farci sapere di loro, ogni aspetto delle loro vite, futuri figli compresi (soprattutto di questi ultimi…)
Quando la vita si riduce ad uno spettacolo per un pubblico, allora vivere significa recitare.
Ma cosa c’entra in tutto questo la Lucarelli? Chiunque la segua e stimi il suo lavoro di scrittrice, sa che da anni, oltre a dedicarsi alla stesura dei suoi libri, è totale il suo impegno come giornalista. Penna di molte delle più importanti testate on line e non solo, da tempi non sospetti si occupa anche di accogliere segnalazioni da parte di chi teme o ha la certezza, di essere vittima di truffe (e di stanare e far punire, nel migliore dei casi, chi le commette). Persone prese di mira da chi millanta aiuti, in termini pratici e soprattutto messe di fronte a richieste economiche non proprio chiare.
Ed è sulla poca chiarezza, relativa alle azioni ostentate dai Ferragnez, in particolare negli ultimi due anni e in quello che dovrebbe essere il serio e delicato ambito delle donazioni con scopo benefico, che ha origine questa serie di “studi” che ha portato alla pubblicazione del libro. Studi a cui sono seguite verifiche, raccolta di testimonianze, e tutto quello che va fatto prima di impelagarsi in una vicenda che avrebbe (e lo ha fatto) potuto metterle contro chiunque (non solo i diretti interessati con i quali non è mai corso buon sangue) e che pian piano, mese dopo mese, ha composto un quadro che ha esteso macchie di colore sempre più allarmanti, circa la vastità e la pericolosità di intenti spacciati per buoni e, appartenenti in realtà a qualcuno che andrebbe tacciato come superficiale, nel migliore dei casi, e nel peggiore, come menzognere e che, più che da stimare e prendere a “modello”, dovrebbe essere guardato come un monito.
“Il caso” della caduta di Ferragni, per interesse, sorpassa perfino l’ossessione precedente per la sua genesi e la sua evoluzione. E la ragione è semplice: quello che le è accaduto non racconta solo di lei, racconta la nuova società, l’evanescenza del successo ai tempi dei social, racconta chi siamo noi, anche. Siamo noi, in fondo, ad aver consegnato quel potere a una influencer credendo a ogni cosa che ci diceva, e siamo noi che glielo stiamo togliendo non credendo più a nulla. Il patto di «sospensione dell’incredulità» è ormai tradito. Il loro modo spesso sciatto e immaturo di intendere la beneficenza non si è limitato a tracciare la parabola che sappiamo per Ferragni, ma è anche diventato il prolungamento di quello che è sempre stato il loro modo di collocarsi nella società: un modo altamente individualistico ed egoriferito, anche quando l’azione dovrebbe essere mossa dalla “partecipazione”, come nell’atto di “donare”.
Erano mesi, forse anni, che l’autrice stava raccogliendo materiale utile alla stesura del progetto editoriale, scavando tra i contenuti Instagram poi cancellati e salvando quanti più post possibili per poterci tornare sopra poi. Una specie di file cartaceo a cui attingere per darsi delle risposte sulla coppia, oggi separata. Diviso in due macro parti, Il vaso di pandoro si concentra su un blocco più “informazionale” e uno, invece, più di “inchiesta”, con tanto di dettagli tecnici finora mai venuti fuori.
Non entrerò nel merito di come, quando e grazie a chi e cosa, si sia arrivati ad un’analisi dei fatti talmente logici e inappuntabili che solo chi, per partito preso e non avendo simpatia per il modo di essere e di lavorare della Lucarelli, può definire come una sorta di accanimento nei confronti di due figure da tempo così ammirate (o più che altro invidiate?) e idolatrate. E’giusto che ognuno si faccia la propria idea, se vuole, circa tutto ciò che la sua ricerca, ci ha brillantemente messo sotto gli occhi. Ma mi piace sottolineare il fatto che questo libro, è sì, una ricostruzione temporale, precisa e documentata, anche di quanto successo nelle varie campagne di beneficenza o spacciate per tali in cui si è infilata, in modo particolare la Ferragni e del perchè proprio a LEI, si faccia fatica a perdonare un tale tonfo mediatico, ma è un contenitore di preziose riflessioni circa l’uso, l’abuso, la dipendenza, il punto di non ritorno (?), che caratterizza il nostro modo di vivere ed agire, incosciamente e cosciamente, in funzione del virtuale.
Il pericolo è molto più che selezionare le immagini migliori della nostra vita, filtrare le nostre giornate dal brutto e dalla noia. L’aspetto peggiore è modellare la propria vita e dirigerla verso ciò che può funzionare. Chiedersi senza sosta se quello che facciamo potrebbe trasformarsi in un contenuto. Indirizzare l’esistenza non più verso ciò che ci piace ma verso ciò che può performare sui social. Non siamo noi che disegniamo la nostra vita sui social, ma i social che disegnano la nostra vita, deformando la nostra essenza e condannandoci a una infelicità collettiva ben più angosciante della teatrale caduta di una influencer.
Se un tempo ci confrontavamo con i vicini e i conoscenti, oggi i social network amplificano questo fenomeno, esponendoci costantemente alle vite patinate di migliaia di persone, favorendo sentimenti di inadeguatezza e frustrazione e nei casi peggiori, la dissonanza tra la vita reale e quella virtuale, può portare ad un forte senso di colpa e depressione. Un libro “denuncia” (finalmente) su ciò che, più che perfetto, si è rivelato essere quanto di più sospetto regnava sotto i nostri occhi. Restituendoci la possibilità di fare ancora di più un’autocritica anche su quelli che sono i nostri comportamenti mediatici, in cui spesso manca un reale divertimento, un vero coinvolgimento in ciò che mostriamo, la voglia di apparire che appanna quella di essere e fomenta quella di esserci. E che a dispetto della deriva che sembra averci ormai in pugno sotto questo aspetto, non è mai troppo tardi per raggiungere maggiore consapevolezza circa il limite che andrebbe messo tra l’autenticità di ciò che proviamo e la naturale conseguenza di riuscire a goderne senza pensare che valga di più, solo se condiviso.
NOTE SULL’AUTRICE SELVAGGIA LUCARELLI

Selvaggia Lucarelli (Civitavecchia, 30 luglio 1974) è una giornalista, opinionista e blogger italiana. Dopo aver esordito a cavallo tra gli anni novanta e duemila come attrice teatrale al fianco di attori comici come Antonio Giuliani e Max Giusti, è divenuta nota al grande pubblico nel 2002 grazie al suo blog “Stanza Selvaggia“. Conduttrice anche di programmi radiofonici, ha pubblicato cinque libri; dal 2003 collabora con alcuni quotidiani italiani. Ha scritto su Il Fatto Quotidiano dal 2015 al 2021. Dal 2021 è una firma di Domani, il quotidiano diretto da Stefano Feltri e poi ha ripreso la collaborazione con Il Fatto Quotidiano dal 2023. Dal 2016 è inoltre giudice fissa di Ballando con le stelle.
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Selvaggia Lucarelli, un’autrice che o si ama o si odia. Apprezzabile la sua schiettezza nello scrivere, dopo aver prodotto opportuna documentazione. Un pò meno quando si cimenta in altri ruoli sentenziando, a mio avviso, senza opportune competenze rivestendo magari un ruolo assegnatole.
Un libro già dal titolo ammiccante, frutto della truffa pandoro, che ha visto protagonista la popolare influencer Chiara Ferragni, sicuramente da leggere per chi vuole saperne di più.
Ciao Peppe, so bene che la Lucarelli possa dividere come personaggio e/o professionista nel suo settore. Indubbiamente, le va dato atto, almeno in questa occasione (e a parer mio, non solo) di aver acceso un bel faro su una situazione che molti non sospettavano nemmeno ma che si era stufi di subire di nascosto o facendo finta di non aver capito bene cosa ci fosse sotto, per gli stessi interessati.
Che sorpresa! Ho letto con interesse la recensione. Anche per me un vaso di pandora. Grazie.
Grazie a te Antonella!
Libro sicuramente curioso, al di là dei personaggi di cui si discute. Una testimonianza che mette luce su visioni distorte che arrivano dal web. Troppo spesso le varie vetrine social trasmettono visioni lontane dalla realtà. E ben venga un po’ di sana realtà a sfatare frottole che arricchiscono i “furbetti”…a discapito di una morale sempre più stordita e confusa.
Grazie Manu, a te e alla tua splendida recensione.
Ciao Fabio, bella anche la tua analisi su quello che in effetti, vuole essere un libro che parla ad ampio raggio (ed era pure ora…), di tematiche attualissime ma che, paradossalmente, non fa comodo a molti, che vengano a galla! Brava la Lucarelli e grazie a te per il seguito 🙂
Libro molto interessante, non pensavo fosse anche scrittrice.
Complimenti per ricercare sempre nuovi autori.
Ciao Tommy, si, la Lucarelli è anche una scrittrice di libri, oltre che una giornalista. E il libro merita davvero, te lo consiglio!