Due Vite - Emanuele Trevi

DUE VITE

  • Autore: Emanuele Trevi
  • Editore: Neri Pozza
  • Collana: Bloom
  • Data di uscita: 11 Febbraio 2021
  • Pagine: 120
  • Prezzo: 15 €
  • Genere: Narrativa biografica
  • EAN: 9788854522633

«L’unica cosa importante in questo tipo di ritratti scritti è cercare la distanza giusta, che è lo stile dell’unicità».

TRAMA:

Così scrive Emanuele Trevi in un brano di questo libro che, all’apparenza, si presenta come il racconto di due vite, quella di Rocco Carbone e Pia Pera, scrittori prematuramente scomparsi qualche tempo fa e legati, durante la loro breve esistenza, da profonda amicizia. Trevi ne delinea le differenti nature: incline a infliggere colpi quella di Rocco Carbone per le Furie che lo braccavano senza tregua; incline a riceverli quella di Pia Pera, per la sua anima prensile e sensibile, cosi propensa alle illusioni. Ne ridisegna i tratti: la fisionomia spigolosa, i lineamenti marcati del primo; l’aspetto da incantevole signorina inglese della seconda, così seducente da non suggerire alcun rimpianto per la bellezza che le mancava. Ne mostra anche le differenti condotte: l’ossessione della semplificazione di Rocco Carbone, impigliato nel groviglio di segni generato dalle sue Furie; la timida sfrontatezza di Pia Pera che, negli anni della malattia, si muta in coraggio e pulizia interiore. Tuttavia, la distanza giusta, lo stile dell’unicità di questo libro non stanno nell’impossibile tentativo di restituire esistenze che gli anni trasformano in muri scrostati dal tempo e dalle intemperie. Stanno attorno a uno di quegli eventi ineffabili attorno a cui ruota la letteratura: l’amicizia. Nutrendo ossessioni diverse e inconciliabili, Rocco Carbone e Pia Pera appaiono, in queste pagine, come uniti da un legame fino all’ultimo trasparente e felice, quel legame che accade quando «Eros, quell’ozioso infame, non ci mette lo zampino».

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Emanuele Trevi vincitore Premio Strega 2021

Ho già raccontato di come sia stata fortunata ad aver ricevuto in omaggio – grazie al concorso Caccia allo Strega organizzato da IBS – i 12 libri finalisti del Premio Strega. Se alcuni di questi li avevo già letti, come il libro della Caminito, la cui recensione è stata premiata al suddetto concorso, beh per molti altri si è invece presentato il “problema” di dover decidere in fretta a quale titolo dare la priorità…

Non è infatti detto che, un libro, solo perchè finalista o vincitore del premio letterario più importante che abbiamo in Italia, incontri poi i nostri gusti. Ma soprattutto “se non avessi vinto quel libro, e se quel libro non avesse vinto, avrei mai investito tempo e denaro per una storia (apparentemente) così lontana dalle mie corde?”

Ad essere del tutto sincera, probabilmente no, e così facendo, mi sarei persa una grande storia. Anzi due. Ecco perchè…

Recensione

Non siamo nati per diventare saggi, ma per resistere, scampare, rubare un po’ di piacere a un mondo che non è stato fatto per noi.

Con questo suo ultimo libro, Emanuele Trevi, vincitore dell’ultima edizione del Premio Strega, ha cucito l’orlo perfetto di un ricordo a due voci, rappresentate da due degli amici più cari che lo hanno accompagnato in tanti anni della sua vita. I più belli, significativi, intensi.

«C’è sempre qualcosa di assente che mi tormenta» diceva Camille Claudel, l’allieva di Rodin, malata cronica di nervi. Quelquechose d’absent. Chiamiamolo così. Forse queste cose fanno parte della vita di ognuno, e c’è chi ci fa più caso, e chi meno. In una certa misura, se questo è vero, la felicità dovrebbe consistere in una sempre minore attenzione a se stessi. Altro che la cura di sé! Meno sai chi sei e cosa vuoi, meglio stai.

Tiranneggiata com’è dalla ripetizione, la nostra vita ha ben poche possibilità reali di evoluzione, meno ancora di guarigione. Semmai, la capacità più auspicabile è quella di arrendersi a se stessi, perché una parte consistente del dolore che si prova dipende dalla volontà di rimediare all’irrimediabile e dunque di avvelenare quello che è con quello che potrebbe essere.

Trevi ci rende partecipi, complici, confidenti, delle albe e dei declini di quest’uomo e questa donna, lo scrittore reggino Rocco Carbone e la scrittrice lucchese Pia Pera, entrambi travolti troppo precocemente da un destino avverso (il primo, morto a 46 anni, per un incidente stradale e la seconda, a 60 anni, di SLA) e le cui vite, molta altra linfa avrebbero potuto versare nel vissuto di chi è rimasto, compreso appunto l’autore che, con questo libro, non si limita a far rivivere solo nella sua mente, il grande rispetto e amore che nutre per loro, ma riesce, in modo commovente e mai sdolcinato, a rendere questo ricordo immortale, grazie a queste pagine che sono un regalo non solo alla loro memoria, ma anche a noi lettori, che non possiamo non pensare a quanto raro e bello sarebbe, se qualcuno riuscisse a farci un ritratto così “sartoriale” di quelle che sono le nostre qualità, ma anche i nostri limiti, di cui tutti, necessariamente, siamo portatori. Ritratto che ci presenta agli altri, come lui ha fatto, in maniera così nitida e mai fuori fuoco.

Inspiegabilmente, alla fotografia si associa l’idea dell’«immortalare», ma è un modo di dire sbagliato, non c’è nulla che più della fotografia, in un modo o nell’altro sempre vincolata all’attimo e al presente, ci ricordi la nostra transitorietà e futilità.

Emanuele Trevi - Pia Pera

Pia Pera ed Emanuele Trevi

rocco-carbone

Rocco Carbone

Un racconto che celebra l’amicizia e che ci ricorda che le vite di ognuno di noi non dovrebbero mai esserne prive, perché tra quelle cose che, se si è fortunati, ci tengono in piedi nonostante tutti gli sgambetti che lei si diverte a farci e che se si è ricorsi all’arte per creare qualcosa, per noi stessi e poi condividendola con gli altri, questa saprà rimanere eterna, come il bene delle persone che ci sanno portare dentro, durante e dopo noi.

“Perché noi viviamo due vite, entrambe destinate a finire: la prima è la vita fisica, fatta di sangue e respiro, la seconda è quella che si svolge nella mente di chi ci ha voluto bene. E quando anche l’ultima persona che ci ha conosciuto da vicino muore, ebbene, allora davvero noi ci dissolviamo, evaporiamo, e inizia la grande e interminabile festa del Nulla, dove gli aculei della mancanza non possono più pungere nessuno”

NOTE E CURIOSITÀ

LE SCARPE LIDL

Sebbene l’autore non sia molto avvezzo ai social, il suo nome è diventato, per una sera, trend topic, e non per aver vinto il Premio Strega, bensì per essersi presentato, durante la serata della premiazione trasmessa dalla RAI, con un paio di introvabili scarpe Lidl, le calzature da ginnastica vendute dalla nota catena alimentare in limited edition a 12,90 € e misteriosamente diventate oggetto di culto a prezzi da arte contemporanea Lo stesso Trevi ha così commentato l’ironia sui social di chi ne ha comunque apprezzato lo stile:

Queste sneakers sono come il Gronchi rosa: tutti le vogliono e non ce sono abbastanza. Ho sentito in loro un’energia positiva, le ho indossate e mi hanno guidato alla vittoria.

Eppure, nonostante lo stupore generale, non è la prima volta che Trevi si è presentato in tv con indosso le sneakers firmate Lidl. A maggio lo scrittore aveva sfoggiato lo stesso modello durante un’intervista su Rai Uno e già allora su Twitter c’era chi scriveva ironico:

LA DOPPIA DEDICA

Il discorso poi ritorna serio, quando, durante la serata di premiazione tenutasi al Museo Romano di Valle Giulia, in un’atmosfera molto sobria e composta per via dell’emergenza Covid, ritirando il prestigioso premio, l’autore si è lasciato andare a due dediche toccanti. La prima per la madre di origini calabresi, morta un anno prima dopo una delicata operazione e i riti della terapia intensiva, proprio durante l’epidemia legata al coronavirus.

Lo dedico a mia madre che è mancata durante questo periodo infernale della storia umana, che si sarebbe divertita a vedere questa storia in televisione perché amava tutte le gare da X Factor a Sanremo. Mi dispiace moltissimo perché l’altra volta è rimasta malissimo che avevo perso*

* Qui l’autore si riferisce all’edizione del Premio Strega 2012, quando, con il suo romanzo Qualcosa di Scritto, era già entrato nella cinquina dei finalisti, arrivando però secondo a soli 2 punti da Alessandro Piperno che, quell’anno, si presentò e vinse con Inseparabili.

L’altra dedica è invece per il fotografo e amico personale Lorenzo Capellini:

E poi a un amico, una persona molto familiare al Premio Strega che è un grande fotografo amico di Hemingway, Lorenzo Capellini che è in un momento di difficoltà e mi è stato vicino fino a qualche giorno fa, nel pieno di questa avventura. Ora è in ospedale. Il mio pensiero va a lui, grande amico di Moravia e Parise. Stavamo lavorando assieme a un libro su parco dei Daini a Roma, vicino Villa Borghese e spero sia di nuovo in forma e possiamo finire questo progetto

LA PRIMA VOLTA DI NERI POZZA

Grazie alla vittoria dello scrittore-saggista, ad aggiudicarsi il premio Strega per la prima volta è anche la piccola casa editrice Neri Pozza, la storica casa vicentina fondata nel 1946 dall’omonimo scrittore e che in sole altre 5 edizioni era riuscita ad arrivare con un suo libro tra i 5 finalisti, senza però mai aggiudicarsi il premio finale.

VITA PRIVATA

Emanuele Trevi è stato sposato dal 2009 al 2011 con Chiara Gamberale. Il personaggio di Lorenzo, nel libro La zona cieca della scrittrice, assomiglia infatti molto ad Emanuele Trevi. I due sono tuttavia rimasti, anche a detta loro, in ottimi rapporti, come ha dimostrato la serata del Premio Strega, in cui lo scrittore ha scelto come sua accompagnatrice proprio l’ex-moglie, oppure più di recente, quando i due sono stati insieme firmatari di una dura accusa ai media per lo sciaccallaggio nel caso della morte dell’attore Libero De Rienzo. 

NOTE SULL’AUTORE EMANUELE TREVI

Emanuele Trevi

Emanuele Trevi è nato a Roma nel 1964. Figlio dello psicoanalista junghiano Mario Trevi e della neurologa Eleonora Trevi D’Agostino, anche lei psicoterapeuta, è uno dei critici più celebri della sua generazione oltre che premiato scrittore. Ha tradotto e curato edizioni di classici italiani e francesi: si ricordano testi dedicati a Leopardi, Salgari, e autori italiani del Novecento. Tra le sue collaborazioni citiamo: il «Manifesto» (Alias) e la trasmissione radiofonica Lucifero di Radio Tre, con una sezione dedicata alla poesia. Redattore di «Nuovi Argomenti», ha fatto parte della giuria del premio Calvino nel 2001, e del premio Alice 2002.

  • Istruzioni per l’uso del lupo (Castelvecchi 1994)
  • Musica distante (Mondadori 1997)
  • I cani del nulla. Una storia vera (Einaudi, 2003)
  • Il libro della gioia perpetua (Rizzoli, 2010)
  • Qualcosa di scritto. La vita quasi vera di un incontro con Pier Paolo Pasolini (Ponte alle Grazie, 2012)
  • Figuracce (Einaudi 2014)
  • Il popolo di legno (Einaudi Stile Libero 2015)
  • Sogni e favole (Ponte alle Grazie 2019)
  • Viaggi iniziatici (UTET 2021)
  • Due vite (Neri Pozza 2021) vincitore del Premio Strega nel 2021.