CENTOMILIONI di Marta Cai

Una donna e il suo diario, al centro di questo esordio letterario dal titolo Centomilioni (già presente nella nostra lista di consigli di aprile) e nella cinquina finalista alla sessantunesima edizione del Premio Campiello 2023, in cui la scrittrice Marta Cai, arma la penna dei pensieri di colei che scrive combattuta tra desiderio di sfogarsi e vergogna. 

SCHEDA LIBRO

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 CENTOMILIONI

  • Autrice: Marta Cai
  • Editore: Einaudi
  • Collana: Unici
  • Data di uscita: 11 aprile 2023
  • Pagine: 144 p.
  • Prezzo: 14,50 €
  • Genere: Narrativa
  • EAN: 9788806255848

TRAMA

«Non essere crudele. Non essere sentimentale. Prova a provare davvero qualcosa». Può sembrare un amore, ma è una storia di violenza pronta a esplodere, incuneata in una pianura senza fine che impedisce per sempre di scollinare. Al centro Teresa, che nel suo diario si definisce «una zitellona di provincia, una signorina senza qualità». Vive ancora con i genitori, sommersa da una routine pantagruelica: giovedì ossibuchi, martedì trippa, il pesce solo quando è fresco. Poi arriva Alessandro, e il mondo s’infiamma di colpo. Alessandro, che è bellissimo, che vuole tutto e non ha niente.

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Armata di una lingua impietosa, lirica, umoristica, capace di spiazzare a ogni riga, Marta Cai passeggia tra le strade di una cittadina anonima e riesce a farci sentire lì, intrappolati tra schiere di villette, banchi del mercato e orizzonti lontanissimi. Con la certezza che da un momento all’altro accadrà qualcosa di terribile. Teresa ha quarantasette anni e vive in una cittadina di provincia «né grande né piccola, né nota né ignota». Figlia per sempre, succube di una madre dispotica, vorace, logorroica. È magra come una prugna secca, Teresa, e fuma in continuazione. Sola, solissima, si tiene a galla assecondando i ritmi blandi dei giorni: le commissioni in centro, le lezioni d’inglese nell’istituto per ripetenti dove lavora, i giri in bici. «Vivo come le sogliole, sul fondale», confida come una ragazzina al suo diario segreto. Soltanto lì, tra le righe dell’unico spazio di libertà che le è concesso, può fantasticare su Alessandro, un suo ex studente bellissimo e fin troppo gentile. Teresa lo sogna con una vividezza che la tramortisce. Ma lui, quando all’improvviso le riappare davanti dopo mesi di vuoto, ha in mente ben altri progetti. Col suo sguardo e la sua voce, Marta Cai illumina tutto: è capace di entrare a gamba tesa nei punti di vista dei suoi protagonisti e di rispettare il brusio nelle loro teste, di calibrare perfettamente il montaggio alternato e poi di farlo esplodere, di voler bene a Teresa e di trattarla con ferocia. Quello di Marta Cai è un talento raro: leggendo le sue pagine affilate ci si chiede come abbia fatto a incastonare in un universo cosí piccolo dei personaggi cosí grandi.

RECENSIONE

Lei ha un sogno. Lui ha un sogno.
Ma quello tra due desideri può essere uno scontro frontale.

In un’epoca in cui sembriamo contare solo in virtù delle svolte che diamo alle nostre vite, al riscatto personale o sociale e – diciamolo – in un momento di connessione così forsennata, se quest’ultimo è esternato pubblicamente è ancor meglio, sembra che a farla da padrone sia il concetto del “dovercela fare”.

Alla luce di questo, è fin troppo facile immaginare il senso di emarginazione ed estraniamento che prova chi non osa o non sa da che parte cominciare per affermare la propria esistenza, al di là dei perimetri ordinari in cui comunemente ci incasellano le nostre quotidianità, anche se non sarebbe questo, da solo, a costituire per forza un problema se non fosse, ancora una volta, che lo è per una società che non favorisce gli inciampi, gli sbagli, le indecisioni, le sbavature, di cui invece sono piene le nostre vite.

Lo sa bene Teresa, protagonista di “Centomilioni”, che la scrittrice astigiana Marta Cai ha appena pubblicato con Einaudi, alla quale dà pensieri (più che voce), ad una donna che nel quasi mezzo secolo della sua vita, vive implosa in una condizione spietatamente comune: anni passati ad occuparsi della madre e il padre, a distinguere i giorni in base a ciò che si mette in tavola, a guardare sé stessa con gli occhi giudicanti di chi la vorrebbe diversa, salvo poi riconoscerne il valore quando il tempo delle aspettative è scaduto, a reprimere i propri desideri, tranne quello di fumare.

Ho vissuto al contrario, rivoltata: l’interno all’esterno, l’esterno all’interno. Attenta a non mostrare nulla, se non la vita fisiologica: andare, camminare, respirare, muoversi lo stretto necessario, mangiare (la mia pena, il cibo, il mio orrore privato). Una macchina organica al minimo: piatta, con una sola dimensione.
Il diavolo sceglie quelle come me perché quelle come me vivono nell’ombra, in un angolo, di lato, nella non vita. Ho vissuto senza esistere, senza mostrarmi, senza essere reale; davvero sono io a scrivere queste cose?

Ma anche nelle esistenze più grigie, a salvarci sono certe fantasie, di cui Teresa si “macchia” nei confronti del giovane e proibito Alessandro, che fa da intrigante contrasto alle sue mansioni di insegnante in un istituto per il recupero degli anni scolastici, che asseconda la sua indole abitudinaria, a suo agio con le teorie, più che col “fare”, ed è lì che incontra il soggetto che le ricorda cosa può voler dire provare qualcosa.
Lui, che vorrebbe solo essere ricco, lascia la scuola e lei non fa che fantasticare su una loro possibile relazione. Finché i due non si incontrano per caso in un parcheggio e Alessandro lascia il suo numero a Teresa dicendo che gli farebbe piacere rivederla…

Con una scrittura confidenziale e originale nella struttura, l’autrice “sfrutta” il diario di questa donna, per consegnarci un ritratto il più possibile onesto di chi riconosce che la mancanza di alcune esperienze, non permette di arrivare a conoscersi come si vorrebbe, che accontentare sempre gli altri, specie se è la nostra famiglia, è l’indirizzo al quale fanno sempre capo le più torbide frustrazioni.

Che le fantasie servono, si, a colorarci la vita, ma non sempre concretizzarle ci rende più degni di viverla (anzi, in certi casi può deludere). Un bagno di parole, in cui ognuna brilla, non è detto che dica la verità, ma almeno muove la peggiore delle immobilità umane: quella della mente.

NOTE SULL’AUTRICE MARTA CAI

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Marta Cai è nata a Canelli (Asti) nel 1980 e vive da qualche anno a Curitiba, in Brasile. Ha tradotto molti libri. Alcuni suoi racconti sono stati pubblicati su riviste («Inutile», «Il Reportage») e nel 2019 nella raccolta Enti di ragione (Edizioni SuiGeneris). Centomilioni è il suo primo romanzo, pubblicato nel 2023 per Einaudi.

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4 Commenti
  1. Rosa Piano

    Letto mi è piaciuto molto. Una storia che fa riflettere ed una scrittura che ti prende dall’inizio alla fine. Poche pagine dense di contenuto

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    • Manu Luna

      Ciao Rosa, concordo con te, grazie per il tuo commento!

      Rispondi
  2. Antonella Valentini

    Come sempre una recensione che invoglia ad iniziare nuove letture. Grazie.

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    • Manu Luna

      Ciao Antonella, è bello cominciare la settimana con questo tipo di commenti! Grazie mille a te

      Rispondi
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