Nuova stagione, nuova stroncatura, stavolta con un libro dal gusto nordeuropeo , “Alla fine della strada”
Per festeggiare l’inizio di un’estate che si preannuncia oltremodo rovente, lasciamoci condurre da
Recensire questo romanzo non rientrava tra i miei programmi ma ci sono volte in cui uno non può proprio tacere. In un mare di ciofeche, ne ho pescata una di discreta caratura… che fare dunque quando ci si imbatte in un romanzo che riesce con disinvoltura a surclassare in bruttezza la maggioranza degli altri finora letti?
Forse pensate che io stia esagerando ma ho capito che questo romanzo prometteva male già dalla prima pagina. Ma, fedele al principio di non dare mai nulla per scontato, ho deciso di infliggermi un congruo numero di ore di tortura, con i risultati che passerò di seguito a condividere con voi.
SCHEDA LIBRO
ALLA FINE DELLA STRADA (VID VÄGS ÄNDE)
- Autore: Björn B. Jakobsson
- Traduttore: Mattias Cocco
- Editore: Newton Compton Editori
- Collana: Nuova Narrativa Newton
- Data di uscita: Magggio 2011
- Pubblicato in Italia: Agosto 2012
- Pagine: 311 p. rilegato
- Prezzo: 9,90 €
- Genere: Thriller
- EAN: 9788854141551
TRAMA:
Da quando il padre è morto in un terribile incidente stradale, Polly si è chiusa sempre di più in se stessa e ha lentamente estromesso dalla sua vita la matrigna Ivona. Per cercare di recuperare il loro rapporto, Ivona decide di trascorrere alcuni giorni in una casa in mezzo ai boschi, lontano da televisione, telefono e internet. Fin dal loro arrivo, l’accoglienza non è delle migliori: il vicino di casa, Adrian, alquanto eccentrico, le spaventa informandole dell’omicidio efferato avvenuto qualche giorno prima, poco lontano da lì. Non possono neanche andarsene, perché l’auto non dà più segni di vita. Fortissime nevicate e temperature glaciali rendono difficile, se non impossibile, anche muoversi a piedi. Le due donne si rendono conto che l’isolamento tanto cercato si è trasformato in una prigione. Dovranno fidarsi di Adrian e chiedere il suo aiuto per riparare la loro macchina. Ma il giovane è preda di improvvisi scoppi d’ira e ha un passato da galeotto. Una speranza sembra presentarsi con l’arrivo di Conny, un poliziotto. Ma non tutto è come sembra.
recensione
A prescindere da tutto, non si può certo affermare che l’autore ci voglia fuorviare: l’argomento di cui tratta il romanzo è fin troppo abusato e lo sappiamo subito, leggendo la trama. Quello che non possiamo minimamente immaginare è come verranno sviluppati eventi e personaggi. Le protagoniste del romanzo sono la quindicenne Polly e la sua giovane matrigna Ivona: le due hanno rapporti talmente tesi che al confronto Biancaneve non se la passava mica malaccio. Per cercare disperatamente di aprire una via di comunicazione con la figliastra in piena ribellione adolescenziale, Ivona ha la brillante idea di passare tre giorni in una casa che appartiene ad una sua collega ed apparentemente situata in piena tundra.
Nella zona in questione infatti è fuori discussione sia usare il cellulare che connettersi ad internet. Televisione zero, vicini neanche a parlarne. Mentre prende corpo il sospetto che l’amica di Ivona affitti l’immobile a serial killer referenziati, le due comari intraprendono un viaggio di quasi due giorni per seppellirsi, in pieno inverno, nella casa di campagna di Jason Voorhees.
Beh, che dire? Per convincere la figliastra a instaurare un dialogo con te non la porti a passare un fine settimana in un resort 5 stelle magari con centro benessere, ci mancherebbe altro; la porti in una casa senza tv e senza frigorifero, isolata dal mondo civile. E questo perchè? Per evitare che chatti e si colleghi ad internet. Nel caso foste partigiani del metodo Montessori, vi converrebbe evitare di sciupare il vostro tempo seguendo teorie inconcludenti: per ritrovare il sorriso e il dialogo con i vostri figli, rinchiudetevi tutti in una cantina senza copertura digitale e centrerete sicuramente l’obiettivo.
Senza telefono e bloccate dalla neve. Nessuno riuscirà ad aiutarle.
Del resto, secondo Ivona non esistono altre vie d’uscita. Mentre psicologi e terapeuti danno fuoco ai loro titoli di studio per protesta, le nostre eroine si avvicinano alla meta. Ma attenzione però: la strada per giungere all’agognata destinazione è irta di pericoli. Non solo le due si trovano ad intraprendere il viaggio in condizioni climatiche proibitive, ma nei paraggi circola anche una coppia di killer con la simpatica abitudine di staccare parti anatomiche delle vittime con l’ausilio di una motosega. C’è altro? Ah, sì, la macchina tira le cuoia appena arrivate all’abitazione. “Tutto qui?” direte voi a questo punto. Nessuna tempesta solare? Nessun meteorite che si schianta in giardino o, ancora meglio, nessuna bella invasione aliena con tutti i crismi?
Mentre un gatto nero si tocca e si rifiuta ostinatamente di attraversare la strada dopo il loro passaggio, le due fanno la conoscenza dei loro assurdi vicini. Ed è qui che le cose iniziano a farsi surreali. Assistiamo adesso ad un susseguirsi di eventi dove l’episodio più logico e verosimile è la fuga di un uomo che è stato gettato in un pozzo, con un proiettile in testa ed uno nella schiena. Fuga che è avvenuta dopo che il tizio in questione ha passato un’intera notte con le chiappe in ammollo nell’acqua gelida. Ma è inutile perdersi in simili quisquilie; so già di aver irreversibilmente punzecchiato la vostra curiosità. Ebbene, se posso permettermi di fare spoiler, voglio rassicurare tutti coloro che erano in ambasce per le nostre protagoniste: alla fine il bene trionfa. Certo, su sei personaggi totali più un cane ed una comparsa, i superstiti alla fine sono solo due e pure conciati maluccio, ma che cosa importa? Tutti al ristorante, per festeggiare le passate sevizie con una bella stroncatura!
Miss Me
NOTE SULL’AUTORE BJÖRN B. JACOBSSON
Nato nel 1956, Björn B. Jakobsson vive a Gröndal, fuori Stoccolma, con la moglie e i due figli. Lavora come redattore nella rubrica Post Scriptum della rivista «Konsult». Alla fine della strada (Newton Compton 2012) è il suo thriller d’esordio.
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E pensare che la parola “stroncatura”, prima di questa costola dell’Angolo del giallo, mi faceva pensare ad un piatto prelibato con cui viziarsi a tavola ogni tanto…E invece, usata nel vasto ed imprevedibile mondo letterario, ci fa presagire fulmini e saette verso chi osa rubarci tempo, non restituendo un briciolo delle aspettative che vi avevamo riposto…! E quindi cara Miss Me, ti è toccato lo svedese, che come fa notare nel commento anche il bravo Luca, è un paese che per molti aspetti è preceduto da notizie ben note in quanto a menti bacate e un tantino pericolose…Purtroppo qui è anche il caso di uno scrittore, che già dal cognome , ho fatto fatica a trovare simpatico…ma questo è il meno, perchè leggendo poi la tua stroncatura, non ti ho invidiato neanche per un secondino ino ino…Complimenti per la pazienza e per l’ironia a cui ci stai abituando in questo tuo spazio, sarò di parte, ma… l’ADORO!!! Un abbraccio, a presto!
Hai ragione Manu, in questo caso non sono affatto da invidiare; anche con le stroncature sto approdando in diversi paesi: dopo gli Stati Uniti, questa volta mi è toccata la Svezia. Posso soltanto augurarmi di non fare il giro del mondo! Anche qualora tu fossi di parte, i tuoi commenti non mi fanno per questo meno piacere. Un bacione e alla prossima!
Sono sicuro tu stia procedendo sulla giusta strada verso la tua futura reincarnazione in una forma di essenza superiore, ma tali sacrifici sono troppo e rasentano i confini dell’autolesionismo.
Spero intanto, che una delle due persone salve sia stato il cane, ma credo che in quanto animale intelligente, abbia preferito farsi uccidere piuttosto che soccombere alla vergogna di arrivare vivo fino alla fine della storia per essere costretto ad interpretare poi un eventuale seguito.
D’altra parte, non posso che lodare il tuo impegno nel costringerti a questo genere di letture, iniziando con le migliori intenzioni, proseguendo con scetticismo, finendo per leggere d’un fiato le ultime 50 pagine, con lo spirito di ingoiare in fretta una medicina indigesta.
Grazie dell’ avvertimento, credo che investirò i soldi di quel libro in altro.
E comunque, non ci stupiamo se in Svezia ci sono così tanti serial killer, se andate a guardare in rete le immagini delle carceri svedesi, viene quasi voglia di delinquere per il gusto di essere riacciuffati e portati in vacanza..
Tra la recensione di Miss Me e ciò che hai scritto tu, non la finivo più di ridere, Luca! Prossimo viaggio: meta SVEZIA?!?
Ci sono stato un paio di volte e neanche le polpette svedesi sono riuscite a risollevarmi il morale..
Purtroppo, devo prendere atto che ho una spiccata tendenza all’autolesionismo: cocciutamente, persevero nella lettura di un romanzo anche quando ormai è ben chiaro che è solo materiale da stroncatura. Posso testimoniare senza tema di smentita sulla superiorità intellettiva del cane, anzi, tra i personaggi del romanzo è di certo la creatura più evoluta. Approvo senza riserve la tua decisione di investire in maniera più proficua il tuo denaro; dal canto mio, ho ricevuto questo libro in regalo e se non altro il portafogli non ne ha risentito, solo la mia salute mentale…un pochino.
A quanto pare, gli svedesi delinquono poco (ho letto che la Svezia nel 2013 ha dovuto chiudere 4 istituti penitenziari per carenza di detenuti), quindi troveremmo senz’altro posto…a questo punto, mancherebbe soltanto qualcosa di buono da leggere…
Recensione molto diretta e schietta di un libro che evidentemente non entusiasma…Una trama diciamo nella norma, nella quale sono stati inseriti episodi e personaggi discutibili almeno per quanto letto. Tuttavia si parla di un libro scritto da un autore svedese, frutto quindi della cultura di un popolo che cerca l’evoluzione continua, libero per usi e costumi tanto da poter risultare freddo, permissivo ma pronto a punire molto severamente quella che sarebbe altrove una trasgressione, magari sono così avanti da risultare alla fine poco originali.
Comunque grazie a Miss me per la segnalazione di un libro che alla fine può piacere o meno, aspettiamo nuove proposte…